Solo poche settimane fa la scuola ha riaperto porte e portoni con un primo giorno che è stato tale per la gran parte dei bambini delle varie regioni.
Io osservo a distanza, ma non troppo, impegnata nelle ultime settimane di gravidanza; fino però alla vigilia e anche in questo soleggiato 15 settembre ho accompagnato la nascita e la realizzazione di un sogno abbozzato meno di due anni fa: l’avvio di classi e sezioni in cui sarà applicata la pedagogia montessori in alcune scuole pubbliche del territorio dove vivo, quello della provincia di Verbania e dell’alto novarese.
Nel novembre del 2012, ispirata dall’arrivo della mia secondogenita nata da poco più di un mese, ho provato a proporre l’avvio di un percorso che partisse dalla formazione degli insegnanti interessati e dal coinvolgimento di dirigenti scolastici pronti a scommettere su una proposta didattica e pedagogica differente rispetto a quella che chiamiamo scuola tradizionale.
Nell’arco di qualche mese i corsi di formazione sono stati attivati raccogliendo circa 100 iscrizioni (!!) ed eccoci qua, l’anno successivo, ad augurare il meglio a 210 bambini e famiglie che iniziano questa avventura in 5 scuole primarie e 4 scuole dell’infanzia tutte racchiuse nell’arco di una sessantina di chilometri.
Mi sono chiesta molte volte in questi due anni che cosa stesse determinando una risposta così forte numericamente ad una proposta che si presta anche a critiche, perplessità e resistenze, un percorso che richiede motivazione e determinazione da parte di insegnanti che affrontano una formazione costosa sia in termini economici che di tempo, da parte di genitori che avviano i loro figli su un’esperienza di scuola, di apprendimento e di relazione completamente altra da quella della maggioranza che li circonda…e poi la risposta è qui.
In questa aula che la maestra Daniela ha immaginato e poi messo insieme pennellata per pennellata, assemblando mobili e costruendo materiali insieme ai genitori dei bambini che lunedì ha accolto in questo spazio che da solo ci dice che un’altra scuola è possibile, per tutti coloro che la desiderano e che sanno vedere nel profondo che cosa occorre ad un bambino per imparare.
E quest’aula non potrà mai essere “quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio” (M.Montessori) ma piuttosto il luogo dove possa realizzarsi un altro principio, quello per cui “L’educazione è un processo naturale effettuato dal bambino, e non è acquisita attraverso l’ascolto di parole, ma attraverso le esperienze del bambino nell’ambiente.” (idem)

Allora buon lavoro alla maestra Daniela e alle altre colleghe che iniziano in questi giorni a percorrere questa nuova strada, con gli occhi addosso sia di chi spera che questa scommessa sia solo l’inizio di un ripensamento più ampio nelle scuole di questo territorio, sia di chi invece nutre molte remore….
Ma soprattutto con gli occhi addosso di questi bambini che, come tutti gli altri, cercano anche nelle aule scolastiche lo sguardo attento degli adulti, risposte di senso alle loro domande e un tempo ed uno spazio adeguati per imparare senza forzature, ma con libertà e amore, solo assecondati nella loro naturale e spontanea capacità di assorbire nuove conoscenze, abilità e competenze.
Sonia Coluccelli