Un tempo se il bambino si presentava podalico non c’era problema. L’ostetrica eseguiva con sapienza manovre esterne sul pancione materno e lo accompagnava nella posizione giusta, pronto a tuffarsi di testa verso la vita dopo nove mesi di gravidanza. Bisognava conoscere bene l’anatomia, capire da quale parte si trovava il dorso e poi utilizzare lo spazio addominale come palestra dove il piccolo potesse fare la mezza capriola. Nessun dolore per la donna, ma oggi il rivolgimento del feto podalico è una pratica quasi del tutto dimenticata.
E andrebbe assolutamente ripristinata secondo gli epidemiologi dell’Istituto Superiore di Sanità, al lavoro sulle prime linee guida nazionali «per la promozione dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo». La scomparsa del rivolgimento viene indicata come una delle cause del continuo aumento di parti chirurgici. In Italia il parto cesareo è passato dall’11% delle nascite totali negli anni ’80 al 38% del 2005, mentre la soglia stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è del 10-15%. Macroscopiche differenze tra le Regioni: 23% a Bolzano, 60% in Campania.
Il rivolgimento con manovre esterne, da praticare a 37 settimane di gestazione, è una manovra avvalorata dalle evidenze scientifiche e che può riuscire in buone mani in oltre il 50% dei casi. Purtroppo i medici o i reparti che non la eseguono tendono a sconsigliarla o a dire che il caso non si presta. Alle donne invece dovrebbe essere offerta anche questa possibilità, con la libertà di accettare o, ovviamente, di rifiutarla.
“Il rivolgimento per manovre esterne nella presentazione podalica è pratica validata e sicura, tanto che il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists inglese lo considera obbligatorio prima di effettuare un taglio cesareo quando il feto si trova in presentazione podalica” – afferma la dott.ssa Anita Regalia dell’Ospedale San Gerardo di Monza e membro della commissione dell’Istituto Superiore di Sanità, e continua “ A Monza ne sono stati effettuati più di 1500 e la percentuale di successo è del 65% nelle nullipare e del 85% nelle pluripare. Ovviamente quelle donne potranno poi dover subire un cesareo in travaglio come tutte le donne e quindi il bilancio finale è, rispetto al 100% di cesareo che si ha se si pratica un taglio cesareo elettivo sempre, è di subire un taglio cesareo nel 50% dei casi quando il feto si presenta podalico. Non si fa in anestesia, è una pratica più che tollerabile, rapida, gli effetti collaterali trascurabili ed affrontabili.”
Approfondimenti:
Saperidoc
Medicina fetale
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