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Pediatri consigliano: bimbi alla larga da criceti, tartarughe e pulcini

A lanciare l’allarme sono gli esperti dell’American Academy of Pediatrics, che in una relazione, pubblicata sulla rivista Pediatrics, spiegano come, oltre a poter essere portatori di germi talvolta potenzialmente mortali, questi animaletti sono più inclini dei consueti cani e gatti a mordere o graffiare, e ciò metterebbe i piccoli sotto i 5 anni particolarmente a rischio. “Molti genitori non sono pienamente consapevoli – spiega Larry Pickering, autore della relazione e specialista in malattie infettive degli statunitensi Centers for Disease Control and Prevention – dei rischi legati alle diverse infezioni di cui questi animali possono essere portatori”. Tant’è che nel rapporto gli specialisti raccomandano di non perdere mai di vista i bambini neanche allo zoo o nei bioparchi, evitando ogni tipo di contatto con i cuccioli finiti sotto accusa, comprese carezze apparentemente innocue.

Eppure in realtà sono in pochi ad alzare la guardia. Stando ai dati citati nella relazione, ben 4 milioni di famiglie americane posseggono rettili come animali da compagnia. E secondo il veterinario dei Cdc Mike Dutton, la passione per gli animali esotici cresce progressivamente, di anno in anno. E i guai, per i piccoli che condividono il tetto con iguane, tartarughe e lucertole, non mancano. “Recentemente – racconta Joseph Bocchini, co-autore della relazione e pediatra alla Louisiana State University di Shreveport – abbiamo avuto il caso di un bambino colpito da una forma molto aggressiva di salmonella. Il piccolo, in ospedale per ben 4 settimane, conviveva con un’iguana che era lasciata girovagare liberamente in casa”.

Ma le iguane non sono certo le uniche a finire sul banco degli imputati. “Il contatto con lucertole, tartarughe e altri rettili – assicura Pickering – è responsabile dell’11% di tutti i casi di salmonellosi nei bambini”. E anche i criceti, nonché i gettonatissimi pulcini, possono essere portatori del germe che accende la malattia. Gli aculei degli istrici, poi, possono penetrare nella pelle e diffondere batteri responsabili di febbre, mal di stomaco e una particolare eruzione cutanea. Con la supervisione di mamma e papà e qualche precauzione, come ad esempio il lavaggio frequente delle mani, il contatto dei bambini con gli animali “è una buona cosa”, assicura Bocchini. Tuttavia, le famiglie che desiderano un cucciolo esotico o non tradizionale devono temporeggiare e attendere che i bambini abbiano compiuto almeno 5 anni prima di aprire loro le porte di casa.

Chi invece ignaro dei rischi li ha già tra le mura domestiche, “dovrebbe contattare il proprio veterinario – suggeriscono gli esperti Usa – per conoscere meglio pericoli, precauzioni da adottare e norme a cui attenersi in difesa e tutela dei piccoli”.

Clicca per consultare la ricerca originale (in inglese).

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