A fine settembre 2008, le autorità sanitarie cinesi avevano denunciato circa 53 mila casi di bambini che si sono sentiti male dopo aver consumato del latte in formula contaminato.
Dato il diffondersi degli effetti legati al consumo di prodotti caseari contaminati, molti hanno preso a discutere un’alternativa – l’allattamento materno.
Lo scandalo è scoppiato i primi di settembre, quando la Sanlu, azienda leader nella produzione e nella vendita di latti formulati, ha pubblicamente ritirato i propri prodotti [dal mercato]. Il latte è risultato deliberatamente contaminato con la melamina, composto chimico industriale che può causare disturbi renali.
Da allora, migliaia di bambini si sono ammalati, e quel latte in polvere è stato ritenuto responsabile della morte di quattro piccole vittime. La crisi non ha sollevato interrogativi riguardanti la sola sicurezza alimentare, ma anche i motivi per cui tanti bambini vengono nutriti preferibilmente con latti in formula anziché con latte materno.
Riconoscendone gli innumerevoli vantaggi per la salute, l’Organizzazione Mondiale della Sanità solo l’allattamento per i primi sei mesi di vita. Ciò nonostante, e malgrado la Cina vanti una lunga tradizione legata all’allattamento materno, la percentuale è scesa a favore di un maggior ricorso al latte artificiale.
La percentuale di neonati allattati in modo esclusivo nei primi quattro mesi di vita è passata da circa il 76% del 1998 al 64% del 2004. A sei mesi d’età, tale percentuale scende ad appena il 51% .
In molti ritengono che l’abbandono dell’allattamento materno in Cina sia imputabile alle aziende produttrici di latte in formula, con aggressive campagne dirette ai 17 milioni di bambini che nascono ogni anno nel Paese.
Il signor Dennis scrive sul suo blog :
“Dopo lo scandalo del latte cinese contaminato anche a me è venuto subito il dubbio – come mai così tanti bimbi cinesi vengono comunque allattati artificialmente? La Cina è un Paese povero, non dovrebbe automaticamente scegliere l’allattamento al seno? Vuoi vedere che, come nei Paesi occidentali negli anni Quaranta e Cinquanta, anche in Cina il latte in polvere viene proposto come migliore di quello materno?”
Prosegue citanto un rapporto che mette sotto accusa il marketing del latte artificiale:
“Secondo la normativa cinese a tutela del consumatore, la pubblicità non può dichiarare o dare a intentere che un dato prodotto è un sostitutivo del latte materno, né può mostrare immagini di donne che allattano un bambino.
Tuttavia, le aziende produttrici di latte in polvere si fanno beffa della normativa.”
Anche Mike Brady, sul blog Baby Milk Action, punta il dito contro tali aziende e certe strategie pubblicitarie immorali:
“Fermatevi un attimo a riflettere sul perché del crescente ricorso al latte artificiale in Cina, dove si sta realizzando un rapido processo di industrializzazione e urbanizzazione che non dovrebbe però implicare il crollo dell’allattamento materno attualmente in atto. Parte di questa evoluzione culturale è stata indotta dalle aziende occidentali. Ad esempio, Nutricia, ora del gruppo Danone, nel 2004 ha lanciato sul mercato cinese il latte “Kissing my baby” con in regalo un CD di musica per bambini.”
Qualcuno sostiene che siano gli stessi medici a spingere verso l’adozione di latti formulati, nonostante la Cina abbia vietato la promozione dei sostituti del latte materno negli ospedali con l’entrata in vigore, nel 1995, della Normativa per la distribuzione dei sostitutivi del latte materno. Un articolo denuncia come quasi il 63% dei neonati negli ospedali cinesi venga comunque nutrito con latte artificiale. Secondo tale normativa, i medici hanno il dovere di promuovere i benefici dell’allattamento materno.
Covenofovens, in un commento all’articolo, racconta la sua esperienza con certi dottori insistenti:
“Abbiamo allattato esclusivamente il nostro bambino per un anno (latte materno e acqua per i primi 4 mesi, successivamente latte materno, acqua e primi cibi solidi)… Non vogliamo dire che il latte artificiale ci sia stato imposto dai medici – nello specifico, dalla dottoressa che ha visitato mia moglie una settimana dopo il parto. Questa dottoressa si è presentata con una confezione-omaggio di latte prodotto vicino a Shenzhen (dov’è nato nostro figlio), che abbiamo lasciato su uno scaffale e alla fine gettato via.”
Nase, che dalla Malaysia cura il blog My Solitude of Space, riferisce che le madri della sua comunità cinese raramente scelgono di allattare. Ha chiesto loro il motivo:
“Apparentemente (secondo mia madre e molte madri cinesi) la principale proccupazione è il cedimento del seno (cito mamma Rose: “Se vi avessi allattato tutti e cinque, brutti birboni, adesso camminerei a quattro zampe!)”…
Un altro motivo, meno convincente, riferito da mamma Rose è l’impraticabilità, perché una mamma deve lavorare e badare ai capricci dei figli più grandi e pure al marito!”
Minipumpkin concorda sull’importanza dell’immagine del corpo, ma dà la colpa anche alla mancanza di tempo e all’errata convinzione che il latte artificiale sia più sano:
“Oggi molte giovani madri si preoccupano del tempo libero e della forma fisica. Nonostante abbiano latte a sufficienza, decidono di non allattare i propri piccoli. Tra l’altro, con tutta la pubblicità di latti formulati proposti sul mercato, finiscono col ritenere che il latte artificiale sia più nutriente e persino più economico.
I neonati crescono velocemente e hanno un aspetto sano, quindi perché no? Non è mia intenzione criticare le mamme che decidono di non allattare, molte di loro sono costrette a passare al latte in polvere perché non ne producono a sufficienza. Mi ritengo fortunata per aver preso la decisione giusta. E con lo scoppio dello scandalo Sanlu, ho deciso di prolungare l’allattamento del mio bambino.”
Secondo kakb2006, citato da diversi giornali di Hong Kong, per le lavoratrici migranti la loro attività può rappresentare un grosso ostacolo all’allattamento:
“Molti lavoratori vivono nelle zone rurali e migrano verso le aree urbane, così tante donne, dopo il parto, devono tornare in città e lasciare il neonato nel villaggio. Non potendo allattare perché assenti, l’unica soluzione è l’adozione del latte in polvere. Ed essendo troppo povere per potersi permettere latti formulati costosi, non possono fare altro che scegliere le marche più economiche. Ecco perché i latti artificiali economici hanno grande successo nelle aree rurali.”
Alcuni ricercatori cinesi ritengono che il ritorno alla pratica dell’allattamento materno richieda una maggior promozione dei benefici che ne risultano. Hoyden About Town aggiunge che tale passaggio avverrà solo garantendo sostegno socio-economico e pratico. Forse lo scandalo del latte contaminato contribuirà ad incoraggiare questo processo nel Paese.
Un post pubblicato su South China Morning Post denuncia :
“La mancanza di personale competente, di luoghi preposti all’allattamento e di pubblica informazione è uno dei motivi per cui, nel corso degli anni, le madri cinesi hanno abbandonato l’allattamento al seno, ma lo scandalo della melamina ha portato alcune di loro a riconsiderarlo. In queste settimane gli ospedali sono stati presi d’assalto da mamme allarmate che chiedevano indicazioni sull’allattamento, diventato principale tema di discussione sui siti dedicati alla maternità e all’educazione dei figli.”
Tradotto da Beatrice Cerrai
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articolo tratto da: globalvoicesonline.org/2009/01/cina-lo-scandalo-del-latte-in-formula-contaminato-rilancia-lallattamento-materno