Dopo la nascita della mia Nina, però, tutte le mie sicurezze si sono dissolte. Padrona di me stessa fino al giorno prima, non riuscivo a immaginare come mi sarei presa cura di quella neonata, né che cosa avrei dovuto farci per tutta la giornata.
In preda al panico, ogni mattina vedevo la porta chiudersi alle spalle di mio marito che si precipitava a prendere il treno per andare in ufficio, chiedendomi se gettarmi ai suoi piedi l’avrebbe fatto desistere dall’abbandonarmi per 10 ore, sola con un fagottino tanto tenero quanto totalmente dipendente.
Volevo bene a Nina, e certi momenti con lei erano davvero meravigliosi, ma ero spaventata dalla responsabilità, e oppressa dal fardello del dovermi occupare di lei tutto il giorno, travolta da una situazione tanto nuova.
Nessuno ti racconta com’è la vita con un neonato, perché, altrimenti, non avrebbero il coraggio di guardarti negli occhi: la verità fa male. I familiari e gli amici tanto carini e premurosi i primi giorni dopo il parto, sono già tornati alla vita di sempre, mentre tu sei stanca oltre ogni limite.
Coi vestiti tutti imbrattati di latte, non sai nemmeno più cosa significhi farsi una doccia. Le incombenze più semplici, tipo mangiare e decidere cosa mettersi, sembrano fatiche insormontabili. Senza la minima esperienza pregressa, ti ritrovi a essere responsabile dell’accudimento, del sostentamento, dell’incolumità e della sollecitazione di un neonato.
Non c’è da stupirsi se le neomamme si sentono sopraffatte. Tuttavia, sappiatelo: non siete né le prime, né le uniche a sentirvi così, e presto ne verrete fuori. Magra consolazione durante i primi giorni, ma sempre meglio che niente: per accorciare la curva di apprendimento, eccovi alcuni suggerimenti per riuscire a cavarvela nelle prime settimane, da parte di quelle mamme che ci sono già passate:
Uscite di casa
“Non sapevo come tirar sera col bambino”, confessa Mollie Hart, madre di Nick – 7 anni. “Le giornate si trascinavano, lunghe”. Per renderle più sostenibili, Mollie faceva brevi passeggiate con Nick, almeno una volta al giorno, e il cambio di ambiente e l’aria fresca giovavano a entrambi.
Prefissatevi obiettivi semplici
“Mi ripromisi di fare la doccia tutti i giorni, e così feci”, racconta Holly Hanke, mamma di Evan, 18 mesi. Si portava il piccolo nella stanza da bagno, legato alla sdraietta, lasciando la porta aperta per fare uscire il vapore, quindi si lavava. “La mia vita era completamente fuori controllo. Una bella doccia calda non solo mi aiutava a riprendere in mano la situazione, ma contrastava gli effetti della mancanza di riposo notturno, oltre ad alleviare i dolori e i disturbi del post-parto”, conclude.
Frequentate gruppi di incontro tra mamme
Può essere un’occasione da segnare sul calendario e su cui contare. “Mi ha aiutato a strutturare la settimana”, racconta Molly, che, dopo il parto, aveva iniziato a frequentare un gruppo d’incontro una volta ogni 10 giorni. “Ne ho sentito immediatamente il bisogno”. Per trovare un gruppo a cui aggregarsi, chiedete al vostro pediatra o in ospedale. Se non ci sono gruppi nella vostra zona, organizzatene uno voi, altrimenti createne uno on-line con altre mamme.
Datevi delle priorità
Dawn Ham-Kucharski era una maniaca delle pulizie prima della nascita di Alex, che oggi ha 15 mesi. Persino una “precisina” come lei, che non rinunciava a pulire e rassettare casa neppure dopo 8 ore di lezione in università, dovette arrendersi nei primi sei mesi di vita di suo figlio. Invece di cercare di rispettare i vecchi standard, decise di attenersi a un nuovo concetto di pulizia, chiudendo un occhio davanti alla polvere depositata sui mobili o al carico di bucato smaltito con maggior lentezza rispetto ai tempi senza Alex.
Approfitta di ogni momento per riposarti
Mollie Hart non trovava la tranquillità necessaria ad addormentarsi durante la nanna del figlio. Tuttavia, invece di dedicarsi al bucato, approfittava di quei momenti per riposarsi leggendo una rivista o un libro. Anche senza dormire, era un buon modo per staccare la spina dedicandosi ad attività che non avessero nulla a che fare col bambino o con le faccende domestiche.
Come sono sopravvissuta alle giornate interminabili? Ridendo dei miei errori, piangendo se mi andava, e chiedendo a un’amica compassionevole di venirmi a trovare, anche solo per una mezzoretta, per alleviare la solitudine. Una volta in cui ero davvero giù di corda, ho trascorso quasi tutta la giornata stesa sul divano-letto a riposare e a godermi la mia piccola Nina, dimenticando la camera in disordine, il bagno sudicio e i piatti sporchi. Volevo pensare solo a nutrire mia figlia e a cambiarla con regolarità, quindi non mi sono neppure alzata dal letto. Con la mia piccina che, quieta, gorgheggiava accanto a me, mi sono letta il New York Times dall’inizio alla fine, senza mai abbandonare il mio rifugio 1,50X1,80, salvo qualche puntatina al bagno o pochi minuti in veranda a prendere il sole e una boccata d’aria fresca. Tutto sommato, è stata una bella giornata.
Ecco le buone notizie: col tempo, le cose migliorano. Man mano che il piccolo cresce, cresce anche la capacità di prendersi cura di lui. Si torna a sentirsi sicure e si diventa genitori esperti. E la vita, anche se non esattamente come prima, sembra di nuovo normale. Promesso.
L’articolo, di S. Jhoanna Robledo, è tratto da BabyCenter
Traduzione di Beatrice Cerrai
Irene
Durante le prime settimane, è vero, ti prende la disperazione e non sai come farai ad arrivare alla sera. Ma già dopo un mese tutto ti sembra diverso e bello. Io mi sto godendo il mio secondo figlio, più di quanto ho fatto con la prima (che ora ha 4 anni). Quando lei è nata non vedevo l”ora che crescesse perchè mi sembrava troppo faticoso vivere con un neonato, adesso con il secondo cerco di godermelo tanto e in ogni momento. Già a un mese e mezzo dalla sua nascita mi sembra già crescituo troppo velocemente. Sono momenti che non tornano e benchè duri sono momenti belli di vita e d”amore.
Mureddu Giuseppina
La mia piccola ha compiuto due mesi. Non so bene come ho fatto ad arrivare fino a qui, con tante insicurezze, dubbi sul cosa e come fare con un neonato in casa.Ci sono giorni che non ho la piu pallida idea di come relazionarmi con lei, e la testa è altrove che pensa a quello che sono riuscita a fare in casa e a tutto quello che non ho fatto. E come mi comporto? si è svegliata ma non è ora di darle la pappa. Panico. che faccio, cosa si deve fare in questi casi? A volte il suo sorriso mi riempie di gioia e ma da la carica, ma quando non sorride spazio fra mille pensieri negativi…ecco non mi vuole bene, non sono una brava mamma, forse se l”ha presa perche ho rispettato il tempo delle poppate, col latte artificiale è un casino.almeno due ore e mezza, tre fra una pappa e l”altra. Col tempo magari riesco a capire come relazionarmi con lei, certo e che debbo distruggere i sensi di colpa, non ho lavato il bagno, non sono riuscita a spolverare, la casa è sporca…nessuno mi capisce, tutti vogliono essere ascoltati ma se poco poco dico quello che mi passa per la mente…sento…eee vabbè ci siamo passate tutte, non ti preoccupare…. grazie tante…