I genitori, anch’essi superimpegnati, preferiscono gestire l’agenda dei loro figli riempiendola di attività sportive, lezioni di musica o lingue straniere a scapito degli spazi di autodeterminazione. Non più parchi giochi, quindi, ma palestre, e bando alla “pigrizia”!
In genere due attività extrascolastiche sono consigliabili. “Noi ne suggeriamo una ludico-sportiva e una creativa. Mai più di due”, spiega Simona Pianese Longo, da sedici anni dirigente scolastico della secondaria di primo grado Luigi Settembrini di Roma. «La mia sensazione, però, è che tutta questa integrazione con musica, sport e altri impegni, beninteso apprezzabilissima, sia più che altro una scusa per parcheggiare i ragazzi. Che arrivano ad aprile già stanchi».
Iscrivere i figli a corsi di lingua o di tennis può nascere anche solo dalla buona intenzione di offrire opportunità in più, laddove la scuola risulta spesso carente…Ma molte di queste attività spingono verso la competitività, il successo, la performance, tutti valori richiesti dalla società degli adulti, mentre la scuola dovrebbe richiamare a principi più sani quali serietà e studio.
Così molti genitori sacrificano il diritto dei propri piccoli al gioco e al divertimento per fare di loro ragazzi più in grado di resistere alla concorrenza spietata di una società che celebra successo, ricchezza e bellezza. “Piccoli manager” stressati figli di genitori stressati…
Fonte: Corriere della Sera.it