Il feto maschile è più soggetto al rischio di nascita prematura, blocco della crescita e addirittura la morte a causa dello stress patito durante la gestazione.
Se la mamma durante i nove mesi è sottoposta a stress psico-fisico, se abusa di alcol, fumo o se contrae infezioni il feto maschile è in grado di sostenere questi attacchi durante i primi mesi della gravidanza, ma risponde male se questa situazione si protrae nel tempo. Al contrario il feto femminile riesce a gestire meglio questo stress conservando un andamento di sviluppo più regolare e stabile.
«Quello che abbiamo scoperto – afferma la dott.ssa Clifton – è che i bambini maschi e femmine rispondono allo stress durante la gravidanza regolando i loro modelli di crescita in modo diverso. […] Quando la donna subisce un evento stressante durante la gravidanza, i maschi crescono più rapidamente, mentre le bambine rimangono più piccole e così hanno una maggiore probabilità di sopravvivere se qualcosa va male durante la gestazione.
È un po’ come se il maschio facesse finta di niente all’inizio degli episodi stressanti, poi però a lungo andare soccombe. Le femmine sono più piccole e più resistenti.
La risposta specifica alla crescita del feto determinata dal sesso è stata osservata nelle gravidanze complicate da asma, pre-eclampsia e dall’uso di sigarette, ma è anche probabile che accada in seguito ad altri eventi come lo stress psicologico, fanno notare i ricercatori.
La probabile differenza sta nella circolazione degli ormoni dello stress nella placenta e nella reazione a questi che è diversa tra maschi e femmine.
I risultati di questo studio saranno d’aiuto nello sviluppare terapie specifiche in base al sesso del feto e per permettere alle ostetriche d’interpretare con maggiore precisione la crescita e lo sviluppo del feto nelle gravidanze a rischio.
Fonte: La Stampa.it