Ma anche i loro genitori. I nuovi malati, infatti, sono loro: “bimbi tra i 10 e i 14 anni, e ‘over 40’“, spiega il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, oggi in una conferenza stampa a Palazzo Chigi dove, insieme al ministro della Gioventu’ Giorgia Meloni, si e’ cercato di fare il punto sul lavoro fatto finora per contrastare i disturbi alimentari sul campo.
Gli adolescenti, soprattutto le donne, continuano a essere le piu’ colpite. Ma un “preoccupante trend di crescita” si registra anche tra maschi, over 40 e tra bambini che hanno appena spento le 10 candeline sulla torta o poco piu’.
“Stiamo cercando di correre ai ripari – assicura Martini, facendo il punto sull’aumento registrato tra i piccolissimi – promuovendo dei centri ad hoc per bambini. Uno, con 10 posti letto all’attivo, ha gia’ aperto i battenti a Varese”. E la conferma del trend di crescita dei disturbi del comportamento alimentare registrato tra i giovanissimi arriva anche da Alberto Ugazio, presidente della Societa’ italiana di pediatria (Sip).
“Nel 2009 – spiega incalzato dai giornalisti a margine dell’incontro – sintomi di allarme, ‘spia’ del rischio concreto di ammalarsi, sono stati registrati nel 21% delle femmine e nel 15% dei maschi tra gli 11 e i 17 anni”. Sotto accusa “i media – punta il dito Ugazio – con questi ‘scheletrini’ che ormai rappresentano l’ideale di bellezza da perseguire”.
Difficile, per i genitori, cogliere i segnali di una malattia che spegne fame e voglia di vivere. “E’ un compito complesso – riconosce l’esperto – perche’ con l’adolescenza cala l’interesse per il cibo, distratti come si e’ da tanti altri stimoli esterni”. Un calo di peso pero’, insolito in una fase in cui si dovrebbe crescere e dunque far spostare a destra l’ago della bilancia, “deve far scattare immediatamente il campanello d’allarme”, avverte il presidente della Sip.
Le linee guida per gli operatori del settore “a cui si dovra’ lavorare – sottolinea Martini – per contrastare questi problemi sul campo”, “dovranno evidenziare – invita Stefano Vicari, responsabile della neuropsichiatria infantile dell’ospedale pediatrico Bambino Gesu’ – l’importanza di un gioco di squadra che coinvolga anche i pediatri di libera scelta”.
Fonte: Italia informazioni.com