Benvenuti,
uso il plurale perché sono certo che almeno un paio di lettori li avrò; chi non ha amici fraterni ai quali raccomandarsi per un favore?
Veniamo a NOI… Vorrei riuscire a dare, per quanto possibile, un ordine cronologico agli argomenti e quindi oggi affrontare il discorso su tutto ciò che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto; cioè tutto quello che è stato antecedente alla separazione.
Le separazioni sono tutte decisamente simili pur sviluppandosi lungo percorsi sostanzialmente diversi, allo stesso modo degli essere umani: antropologicamente simili se non uguali nella dotazioni fisiche ma profondamente diversi l’uno dall’altro per quanto riguarda coscienza e personalità.
Alcune separazioni oggettivamente possono apparire come inevitabili. Penso a quelle contaminate da violenze, dipendenze, oppure a quelle scaturite da unioni basate su fondamenta inconsistenti.
La mia, non rientrando nella casistica accennata, fa parte della maggioranza silenziosa per le quali la parola che più realmente aderisce alle sensazioni provate è, con il dovuto rispetto, lutto.
E la vostra dove la collochereste?
Con ciò non vorrei che i felicemente sposati, conviventi o chiunque altro si sentisse estromesso dal gruppo degli aventi titolo a partecipare al confronto! Tutt’altro…
Lutto intendo come mancanza, bisogno, necessità anche di cose che paradossalmente prima della separazione non erano determinanti o addirittura pesavano, ad esempio spegnere la luce prima di dormire o guardare insieme un film in TV addormentandosi prima della fine.
Non c’è genitore, amico, psicologo che possa riuscire nell’intento di far immaginare come sarà senza tutto ciò; se vogliamo sapere dobbiamo provarlo e sperare che i conti tornino.
Per sincerità biografica sono stato io l’attore principale ma non solitario, sulla scena della mia separazione, che col senno di poi non aveva niente di così insormontabile.
Ad oggi, sono sempre io ad accusare maggiormente la situazione voluta; il perché può essere facilmente immaginabile ma è ininfluente allo stato attuale delle cose.
Io non sono affatto sicuro di aver fatto tutto ciò che era in mio potere per evitare la separazione ma forse cosa ancor più determinante e negligente è averlo fatto senza crederci completamente, quasi fosse per placare la coscienza nel momento in cui, guardandoti dentro, avresti potuto dire: io ci ho provato.
E pensare che tra i tanti difetti veri o presunti che mi vengono attribuiti, frequentemente c’è quello di prendere sempre troppo sul serio le cose ovvero di non essere mai leggero e un po’ superficiale.
Questo passaggio preliminare è fondamentale per vivere meglio il dopo separazione ma è
stato nel percorso di avvicinamento alla decisione che ho conosciuto davvero il dolore; prima latente, fastidioso, irritante poi profondo, logorante, struggente, che ha portato con se lacrime copiose e amare, notti insonni e giorni senza senso, sempre con il cervello su on, in un turbinio di domande, speranze, frustrazioni, costantemente diviso tra ciò che ero e quello che avrei voluto essere, tra ciò che avevo e quello che avrei voluto avere; tutto questo inequivocabilmente determinato dalla presenza dei miei 2 meravigliosi bambini, il Pescatore e la Papera.
Il mistero della vita che si materializza con la nascita di un bambino è, a mio modesto avviso, il compimento e la realizzazione dell’essere umano, il sovvertimento delle proprie gerarchie da egocentriche a “pedocentriche”, è sentirsi come il primo ed unico babbo della storia quando in sala parto, dopo aver tenuto la mano di tua moglie fino alla fine senza svenire, ti appresti, stravolto ed inconsapevole, a tagliare il cordone ombelicale a quell’esserino umidiccio e rugoso che darà un nuovo, più alto e nobile senso alla tua vita.
Di fronte alla scelta tra il genitore che desidera la propria felicità pensando ( o volendosene convincere…) che questa sia propedeutica e funzionale a quella dei figli ed il genitore che sa rinunciare alla propria per quella dei figli, io ho scelto la prima – contrariamente a quanto avreste potuto pensare dopo aver letto le righe appena sopra – ma vivo orgogliosamente e determinatamente la seconda. sembra complicato, controverso e assurdo ma vi assicuro che è stato più semplice di quanto non sembri.
I consigli sono dati per non essere seguiti quindi, se potessi permettermi anche solo un suggerimento, sarebbe questo: qualunque cosa abbiate intenzione di fare, fatela credendoci intimamente, esausti dopo aver dato il vostro massimo sotto ogni punto di vista, dopo aver cercato di guardare oltre le cose in modo pragmatico e scevro da qualsivoglia ottenebramento e cercando di riscoprire e rivalutare ciò che vi aveva unito in origine.
Facile, vero?
Per concludere accetto le obiezioni che mi muoveranno quel paio di lettori citati all’inizio, quando arrivati a questo punto della lettura penseranno: qui si sente solo la voce di Alessandro…
Io non aspetto altro che sentire un coro di altre voci; ma un breve preambolo su chi sono, sulle difficoltà e le sofferenze che vivo per e con i miei bimbi nello status di genitore separato era, purtroppo per quegli impavidi lettori, inevitabile!
Alla prossima.
Alessandro Giannoni
Ca'
Esperto in separazioni, ne ho viste di dolorose e di ‘sane’.
Trovare una mediazione equilibrata e’ una sfida quasi impossibile, ma qualcuno ce la fa
ema
alessandro,
da quello che dici mi sembra di capire che la separazione sia abbastanza recente… l’elaborazione del lutto, ahime’, richiede tempo, cosi’ come distaccarsi dalle vecchie abitudini e prenderne di nuove, soprattutto quando questo cambio coinvolge anche la routine dei propri figli… come stai gestendo il passaggio?
alessandro.giannoni
@ Ca’ Non sono esperto in separazioni, sto solo cercando di gestire nel modo più delicato ed indolore per i miei bambini la mia. Ma hai ragione quando dici che è una sfida quasi impossibile ed altrettanto ragione quando dici che qualcuno ce la fa…
Io credo di essere sulla buona strada per farcela e la ricetta non è poi così difficile; per quanto mi riguarda si può condensare in DEDIZIONE totale ai miei bambini, in ordine di disponibilità affettiva, temporale, economica.
Per far questo però, sia come uomo che come babbo, devo ingollare qualche boccone amaro cucinato dalla ex che non è affatto una donna indegna solo che ora vede tutto rosa grazie alle lenti dell’amore ed ogni tanto, dal mio punto di vista, perde il contatto con la realtà…
Io, per fortuna o purtroppo, non indosso quelle lenti e posso dedicarmi completamente e senza interferenze ai miei bimbi, e ti assicuro che questo loro lo percepiscono, lo sentono, lo vivono.
alessandro.giannoni
@ Ema La separazione intesa come distacco dal tetto coniugale compirà 2 anni a fine luglio ma le difficoltà non sono legate allo stravolgimento della routine dei bambini, poichè la stessa non è stata così tanto stravolta da recargli danni irreversibili e questo fondamentalmente perchè io sono andato ad abitare a 50 m. da loro; ciò significa qualche risvolto negativo come uomo ma tutti positivi come babbo e quindi con un bilancio decisamente favorevole per i bambini.
michele
Mai giudicare il presente con le speranze che ribaltiamo sull’immagine del futuro o, peggio, con il ricordo del nostro passato. La memoria non è più realistica della nostra fervida immaginazione.
Non so se tu abbia chiuso una storia che era meglio conservare, o forse sei solo deluso dalla tua solitudine.
Se il tuo problema non è la separazione, ma non hai solo il coraggio di confessare a noi e a te stesso che quella del padre separato è una condizione misera ed infelice, forse posso aiutarti.
Il problema è che le donne sono state per secoli schiave degli uomini, e le loro catene avevano le sembianze dei pargoli che generavano ogni anno a rischio della vita.
Ancora oggi nella cura dei bimbi e della casa le diseguaglianze sono enormi e la parità dei sessi tra le mura domestiche è ben lontana da essere raggiunta.
Sembra che l’unica circostanza nella quale la società è disposta a riconoscere questa ingiustizia sia nell’affidamento dei figlio dopo le separazioni.
Eppure le donne sanno fare qualunque cosa meglio degli uomini a parte forse propria la “mamma”.
Così o per “vendetta” verso chi era il proprio compagno o verso una società maschilista, le mamme separate occupano la vita e l’educazioni dei figli come fossero cosa loro, cercando consciamente o inconsciamente di rendere il “mestiere” di padre impossibile.
E pensa come è dura per chi come me ha sempre cercato di fare anche da mamma e non solo da papà…
broncy
Caro Alessandro,
nel tuo post metti in evidenza soprattutto il fatto che non ti volevi separare piuttosto di descrivere come stai vivendo da padre separato la quotidianità con i tuoi figli, il recupero della serenità con loro e la nuova dimensione di famiglia che si viene inevitabilmente a creare..
yuga
UN BELL’ARTICOLO PROFONDO CHE FA RIFLETTERE….IN BOCCA AL LUPO….
Ale
Ohi..ohi (anzi forse sarebbe meglio dire: Ahi..Ahi..)… anche io sto vivendo questo lutto e mi accorgo di quanto sia difficile elaborare la separazione da parti di sè da cui credevamo essere “inseparabili”. Perchè oltre alle persone che vivono il nostro mondo esterno (mariti..mogli…compagni…) …ci sono tutte quelle che stanno dentro di noi e che ci fanno da specchio. Il mio Pescatore ha 4 anni e avverte tutto sulla pelle, questo è il mio cruccio quotidiano. E io sono assetata di confronti e rassicurazioni… Comunque condivido l’importanza di essere un genitore felice: la rinuncia alla felicità non porta mai cose buone ai nostri bimbi (e a noi!).
vlad
Ciao alessandro, qui c’e tanto da discutere mi pare di capire, e mi aggrego a quel sentore di novità che aleggia nell’aria.
Per presentarmi: io sono un figlio di separati.
Certo era che avevo raggiunto i 25 anni quando accadde il fatto, ma nessun colpo basso venne risparmiato da parte dei nostri genitori (siamo tre fratelli).
La cosa che manco’, almeno da noi , fu il ‘giusto’ dialogo sul giusto ‘piano’; dove per giusto si intendeva un rapporto tra genitori e figli basato sulle realtà delle cose e non sulle mistificazioni che ci volevano ‘propinare’ loro stessi.
Leggendo il tuo artico; apprendo che tu hai un Pescatore e una Papera, e probabilmente sono anche molto giovani, leggo che ‘Tu’ hai provato a fare il possibile… la ‘Tua’ scelta del genitore per l’una o per l’altra.
Leggo, e ti chiedo scusa se forzo un po la mano ora, una prima persona, una solitudine dell’affrontare la cosa quando invece siete in 3+1 e certamente in due.
Per me la cosa piu’ atroce: non fu il lutto che descrivi tu… quella semmai era una nuova condizione che trovava, sebbene un po disorientata, una sua collocazione, ma il fatto che fino a quel momento avevamo avuto una visione di ‘Super-eroi’ dei nostri genitori: eureka!!! Era crollato un ‘podio’. Pero’ che ‘botta in fronte’.
Ho trovato utilissimo gli amici che al mio fianco mi hanno fatto ragionare, senza consigliarmi necessariamente(quelli sono i primi da lasciare a casa, aiutandomi ad affrontare la questione, la delusione, la nuova scoperta che i genitori sono persone comuni.
Io ti seguo in questo viaggio perche’ lo trovo molto interessante, con un invito per affrontare argomenti più mirati, i commenti lunghi sono ‘decisamente scomodi’ da inserire.. ma non ti nascondo la mia curiosità di sapere cosa hanno detto o pensato i tuoi figli della separazione dei genitori. In bocca al lupo..
Sabrina
Ciao Alessandro! Ciò che mi ha molto colpito tra le tue tante, e tanto sofferte, parole, è questo velo di rimorso che le copre tutte, e le imperla di un dolorosdissimo e pesantissimo “Se avessi fatto…”, “Se avessi detto…”, come se tu avessi maturato, attraverso la sofferenza e il tuo reinventarsi, la consapevolezza (amara per quanto tardiva) che ciò che avresti potuto fare PRIMA era sicuramente meno impegnativo, ed emotivamente più semplice, del dover gestire, da tutti i punti di vista, questa tua nuova vita. Come a dire: se avessi saputo che era così dura, ti saresti impegnato di più, ancora di più! Non avresti fatto della separazione la soluzione più semplice e comoda (perchè di fatto non lo è!), ma l’avresti invece usata come spauracchio per i tuoi peggiori giorni di pigrizia affettiva, giorni nei quali, tra mancanze e rimandi, si giocava, tu inconsapevole, il futuro del tuo matrimonio!
Io credo che questo messaggio debba passare a molti uomini, come a molte donne, forte e chiaro, perchè si rendano conto che la separazione (tranne che per i gravi casi che hai citato), non è la fine di un incubo, ma, spesso, è l’inizio di un altro. E che a volte basta veramente così poco (una parola, un gesto, una premura), per riaccendere una scintilla da cui poter ripartire.
Grazie della tua testimonianza. La farò leggere a mio marito, che tra l’altro ha il tuo stesso nome, affinchè rifletta…
Ca'
@ Alessandro.
Nella mia carriera professionale ho imparato che le separazioni meno traumatiche per i bimbi sono quelle in cui entrambi i coniugi riconoscono le necessita’ altrui senza pregiudizi.
La tua frase sulle lenti rosa mi fa supporre che tu stia entrando nel merito delle decisioni della tua ex moglie. Decisioni che per la sfera personale non ti riguardano.
Sarebbe più utile dedicare le attenzioni a cio’ che resta dei vostri ambiti comuni, ossia i figli.
@ michele
Senza approfondire i ruoli uomo donna, che a mio parere sono frutto di dinamiche troppo complesse da parlarne qui, io ho una visione molto diversa.
La legge oggi consenti ai padri molte occasioni per esercitare il loro ruolo.
E’ vero che in talune circostanze i bambini siano usati come arma di ricatto, ma e’ altrettanto vero che l’affido condiviso e’ un enorme passo avanti e che oggi ci sono molti strumenti nuovi.
Dal mio osservatorio mi capita spesso, non sara’ il vostro caso, di vedere uomini che non rispettano gli impegni presi con le ex mogli. La gestione dei figli (io non ne ho) per taluni, nella pratica, e’ un affare molto più complesso che in teoria.
Mammola1982
Vi leggo sempre. Questo argomento nuovo apre molti ricordi.
Quando i miei genitori si sono separati non l’ho praticamente più visto e io mi sono sentita come se mi avessero tagliato una gamba.
Non mi ha fatto soffrire tanto la separazione quanto la sua assenza. Le mie compagne di scuola si lamentavano della severita’ dei padri, io soffrivo perche’ il papa’ non c’era.
Lui si e’ risposato, e ha rifatto il padre di altri due figli. Con me non poteva. Mia madre non glielo impediva, ma recriminava. Lui si arrabbiava e nella sua testa forse e’ stato quasi altruistico nei miei confronti lasciarmi con lei senza cercarmi quasi mai. Sono mamma adesso, ho un uomo meraviglioso e spero non finisca mai. Ma ai padri dico questo!!! Non lasciate soli i vostri figli, sempre e comunque!
alessandro.giannoni
@ Michele. Non ho difficoltà ad ammettere che spesso vivo il mio presente guardando al passato, né che la condizione di babbo separato sia infelice e difficile. Dissento invece sull’altro aggettivo: misera.
Io nn ritengo la mia condizione tale, eccezion fatta per la situazione economica dove i problemi innegabilmente sorgono; e questo è un aspetto che rema tremendamente contro i babbi, o almeno per la maggioranza di essi. Inoltre la solitudine e le difficoltà, forse solo mie, a riallacciare rapporti con il sesso opposto completano il quadro.
Non posso andare agli albori della società per arrivare a ciò che è oggi, nè sarei in grado di farlo, né forse c’è un subdolo disegno di vendetta femminile ma nemmeno mi aggrada come viene considerato il babbo sia dalla legge sull’affidamento congiunto che dalla “fazione” opposta; almeno a me che il “mestiere” di babbo l’ho sempre fatto e continuerò a farlo.
michele
@alessandro.giannoni non si tratta né di “fazioni” opposte, né di tornare indietro agli albori della storia. Né di negare che, come ho detto, che l’impegno di tanti padri sia alquanto scarso.
E’ però evidente che il peso “sociale” e “storico” di una condizione “generale” ricada essenzialmente sui padri separati.
Ed in misura maggiore proprio su chi non si accontenta solo di pagare i conti, che pure è il primo ed unico vero “dovere” sociale dei padri. E con questa condizione dobbiamo serenamente fare i conti.
Quanto a riallacciare “rapporti con il sesso opposto” io non provo difficoltà ma neanche desiderio di farlo…
@Ca’ senza figli e forse neanche separato, sei un “esperto” un poco come i preti lo sono della famiglia. Non ho grande fiducia negli “operatori professionali” della famiglia, e non tanto per la mia esperienza professionale.
Penso solo che la legge, gli psicologi, gli assistenti sociali, i giudici, ma anche vicini e parenti, dovrebbero essere meno “interventisti” e più “prudenti”.
Serena
Caro Alessandro,
hai tutta la mia stima per quello che stai facendo, sicuramente i tuoi figli ne avranno tanto beneficio; e forse anche tua moglie.
E non credere a quelli che ti dicono di non prendere sul serio le cose; la vita poco seria è anche poco gustosa! Siamo fatti per cose grandi, non per le briciole!
Serena
silvia
Un commento da una che è “entrata nel club” suo malgrado poco più di un mese fa. Concordo sul fatto che si possa fare molto di più, “prima”. E infatti quello che a me da una rabbia tremenda ora è di esser stata messa di fronte alla scelta che il mio compagno ha fatto per entrambi: ti stimo, sei una grande persona ma non ti amo più. Fine. Possibile? Finita così? Sì, proprio così. Non so se riuscirò mai a perdonare questo. Non che l’amore finisca, ma che non si faccia niente per provare a capire perché e cosa si possa fare INSIEME per rimettere in piedi le cose. Sul punto “continuare a fare il papà” (di un simpatico quasi-quattrenne): l’ha sempre fatto e vuole continuare ad occuparsi di nostro figlio. A me sembra giusto che lo faccia, sia per lui sia per il bambino (e anche per me). Mi impegno a salvaguardare la sua immagine di padre davanti al bambino, ma certo la rabbia è tanta. Anche perché, almeno apparentemente, lui invece adesso ha tutto quello che da ultimo voleva: ripartire il suo tempo libero tra se stesso, le sue relazioni sociali, suo figlio. Non so se a conti fatti sarà soddisfatto della sua scelta. Ora è certamente troppo presto per dirlo. Su quanto più difficile diventi organizzare tutto quanto (e quanto più costoso) non mi soffermo neppure. Oggi mi sembra che “lasciare andare” tutto (la ricerca delle cause, il rancore e tutto il resto) sia l’unica soluzione: tanto se non lo faccio fa male solo a me. Ma quanto ci vorrà, proprio non lo so.
Grazie per aver aperto questa discussione: la seguirò!
alessandro.giannoni
@ Broncy. Tengo a precisare, non per vanto ma per correttezza, e anche con rammarico, che la separazione l’ho voluta io come estremo rimedio ad una situazione di infelicità. Detto questo io cerco di vivere e far vivere ai miei bambini una quotidianità non troppo dissimile da quella che vivevano prima. Abito, come già detto, vicinissimo a loro, la mattina porto all’asilo la piccola ed il giorno pranzo con il grande e quasi sempre la sera mi è concesso (mi prendo..) 2 minuti di orologio per passare a salutarti per la buonanotte. Li ho con me 2-3 giorni alla settimana, nei quali fanno le lezioni, fanno casino, giocano, come fanno nella loro casa natale.
Mangiamo sempre insieme e cibo che preparo io, mi prendo cura di loro in ogni modo possibile, li brontolo quando necessario senza paura di perdere stima e autorevolezza, visto che purtroppo conoscono già il nuovo fidanzato della mamma, faccio le code e do lo smalto alla piccola come gioco con aerei e gormiti con il grande, perdo la pazienza, a volte vado anche oltre il limite ma non ho paura a chiedere scusa ed a dire che il babbo ha sbagliato oppure che è triste o stanco.
I miei bambini mi danno molto, moltissimo, come di più non potrebbero e mi rendono felice, appagato ed orgoglioso del mio ruolo di babbo; dico loro che mi sento il babbo più fortunato del mondo ed è così.
Quando siamo insieme siamo sereni e coesi, siamo un tavolo con 3 zampe, più instabile dello standard a 4 ma ce la mettiamo tutta ed i risultati sono incoraggianti. Nei we cerco sempre di proporre loro giornate interessanti e attive, con loro amichetti e spesso anche noi da soli, non frenetiche ma nemmeno noiose; ed infine parliamo delle nostre cose, della situazione e delle sensazioni che abbiamo, chiamando le cose col loro nome senza nascondersi dietro ad un dito. Capiscono al volo, a volte anche prima che io parli, colgono le sfumature e sono estremamente sensibili e maturi; e la piccola ancora deve fare 5 anni!
alessandro.giannoni
@ Ale. Dopo una vita insieme quando 2 persone si lasciano una rispettiva parte se la porta via l’altro, chi lo confessa e chi no. Vivo la tua stessa sensazione e a volte mi sembra impossibile tutto ciò, e mi chiedo e le chiedo: come abbiamo potuto arrivare fin qui? Il tuo cruccio quotidiano è anche il mio ma non essere assetata di confronti e rassicurazioni; tu fai il tuo meglio come faccio io, senza paura di sbagliare perchè tutti sbagliamo, con i limiti e le imperfezioni che abbiamo ma dagli tutto ciò che puoi e quando meno te lo aspetti vengono loro spontaneamente e ti abbracciano, o ti baciano, o ti guardano dal basso verso l’alto con gli occhi sorridenti e pieni di ammirazione e gratitudine…
alessandro.giannoni
@ Vlad. Mica sei parente del famoso conte?? Scherzi a parte, se mi hai concesso la battuta, gli articoli lunghi non sono un problema, solo che non credevo di avere così tanti commenti e visite e quindi dovendo “anche” lavorare e fare il babbo non posso esser veloce come vorrei nelle risposte. Sì, i miei Pescatore e Papera sono giovani, il primo intorno ai 10 la seconda 5. Io non so come si sono posti i tuoi genitori, se vi hanno domandato, se hanno cercato di capire cosa stavate provando; noi, e credo di poter parlare anche x la mia ex, lo stiamo facendo, io sicuramente si. Ccome già accennato in altra risposta, io parlo con i mie bimbi della separazione, della tristezza che questa ha portato nelle nostre vite, delle difficoltà che incontro, voglio sapere delle loro, se c’è qualcosa di migliorabile, come si sentono ( a questa domanda il grande risponde: accuditi e ben protetti!), insomma cerco di essere presente in ogni modo possibile e soprattutto non gli “propino” una realtà che non è. Questo secondo me, associato ad altri accorgimenti, dà buoni risultati e tangibili, i bimbi sono sereni e maturi, dormono regolarmente, non hanno avuto regressioni di sorta, sempre brillanti nei loro rispettivi impegni scolastici. Io non so bene come ci vedessero prima come coppia ma sento, percepiscono, vedo come mi considerano ora: un Superbabbo!!!
alessandro.giannoni
@ Sabrina. La brevità della mia risposta è inversamente proporzionale alla difficoltà… La tua testimonianza affonda nella nella mia esperienza come una lama nel burro; leggerti è come vedere il film della mia storia… Spero che il mio omonimo rifletta come ti aspetti!
alessandro.giannoni
@ Cà. Far entrare prematuramente e come un cuneo un nuovo uomo nella vita dei miei e suoi figli, trascorrerci le vacanze come ogni we che lei ha i bimbi, se permetti sono decisioni che MI riguardano.
alessandro.giannoni
@ Mammola1982. Non so se hai letto anche le risposte ai commenti di altri ma credo si evinca che, con tutto il rispetto e il dispiacere nei tuoi riguardi, ai miei bimbi non accadrà ciò che è successo a te. Intimamente mi rimane impossibile da accettare anche solo l’idea di avere un altro figlio con un’altra donna ed è x questo che non avranno un babbo a metà. Il Pescatore e la Papera non saranno MAI soli; ho inferto loro un duro colpo con la separazione e non li finirei con il colpo di grazie di un’altra famiglia (anche se tu mi dimostri che ce l’hai fatta..) ma soprattutto non sopporterei io il peso della loro solitudine. Quindi Babbo x sempre!!!
alessandro.giannoni
@ Serena. Ci sono diversi motivi che mi hanno spinto ad intraprendere questa avventura; una di queste è, senza presunzione alcuna, che possa servire a qualcuno o a qualcosa… La tua stima E’ già qualcosa!!! Grazie…
Annalisa
Mi piace come hai raccontato, con tutti (ma proprio TUTTI) i tuoi sentimenti dentro.
Ti auguro di continuare ad essere la persona che traspare dal racconto e dai tuoi commenti: per i tuoi figli sarà importante avere un papà così.
rosa
Per “ca‘”: essendoti definito “esperto in separazioni”, come vedi dalle reazioni, limita il valore di ciò che hai scritto.. Non me ne stupisco.. sai bene che chi arriva alla decisione di separarsi puo’ essersi rivolto a persone come te (non dico “noi” altrimenti sarò soggetta a critica pure io) che, capaci di valutazioni oggettive, non sono in seguito visti di buon occhio da chi magari non è rimasto soddisfatto dall‘evoluzione della propria vita. Questo soprattutto nei casi, e questo mi pare sia uno di questi, in cui si decide di considerare solo gli aspetti soggettivi: che di per sè non è sempre un male.. a patto che si tenga sempre presente che gli attori in una separazione sono due.
In ogni caso, a scanso di equivoci, concordo con tutto quanto hai scritto.
Mi sono sentita di intervenire perché si riporta di “un bilancio decisamente favorevole per i bambini” e questo è cio’ che conta (spero risponda a realtà, sebbene creda che non dipenda dall‘abitare a 50 metri anzi, penso che la cosa non sia positiva né per loro né per i genitori). E allora mi sono chiesta: cosa c’è che non va? Ho trovato la risposta nelle parole:
“la separazione l’ho voluta io come estremo rimedio ad una situazione di infelicità”
“Non ho difficoltà ad ammettere che spesso vivo il mio presente guardando al passato, né che la condizione di babbo separato sia infelice”
Penso proprio che tu debba ancora trovare la tua dimensione di “uomo felice”. E, tanto per incoraggiarti, non è detto che tu la trovi.. In bocca al lupo.
Infine: sai che non concordo sul fatto che la nascita di un figlio comporti “ sovvertimento delle proprie gerarchie da egocentriche a “pedocentriche””?
alessandro.giannoni
@ Silvia. La tua rabbia, la tua delusione, credo siano le stesse che deve aver provato la mia ex moglie quando anche io le comunicai che avevo le stesse esigenze del tuo lui, oltre ad una profonda insoddisfazione e la testa presa anche da altro che invece di amore si dimostrò un calesse…
Non nascondo i miei errori, sono qui sotto gli occhi di tutti quelli che leggono e oggi forse lei si prende la sua rivincita, la sua vendetta…
Lei si sta ricostruiendo una vita, io non ho nemmeno ancora presentato la concessione ediliza!!
Ma è l’ultima parte del messaggio che mi preme sottolineare… Mollare, lasciar andare, smettere di cercare risposte sarebbe la cosa giusta da fare… tanto hai ragione, fa male solo a te. Non sono nessuno x darti consigli ma credo dovresti farlo.
Vuoi la verità? Non riesce a me, che sto molto più di te dalla parte del torto, come potrebbe riuscirti a te? Credo passerà molta acqua sotto i ponti prima che….
alessandro.giannoni
@ Annalisa. Non sono riuscito a permanere troppo a lungo nella top ten dei mariti ma farò l’impossibile per rimanere sul podio di quella dei babbi!! Spero che si avverino le tue parole; che un giorno x loro sarà stato importante avere un babbo così…
michele
@rosa Mi sono anche io rivolto ad “esperti” non perché cercassi una valutazione “oggettiva” ma perché era necessario. E sono molto soddisfatto della loro prestazione professionale ed anche della loro sensibilità umana. Ho il sospetto, però, che la mia sia una rara eccezione.
Se chi si occupa “per professione” di faccende tanto intime e personali cerca una valutazione oggettiva e non una “soggettiva” i risultati non possono che essere disastrosi.
Sono un “illuminista, razionalista, materialista e determinista”, ma prevedere le dinamiche di coppia è velleitario almeno come predire i terremoti…
Cà
Intervengo ancora in risposta a Michele,specificando che per essere un buon avvocato divorzista non serve essere divorziato. Anzi, forse esserlo mi renderebbe meno idoneo a ricorprire questo ruolo professionale.
L’articolo di Alessandro Giannoni evidenzia come sia complesso arrivare ad una quadra quando i fattori emotivi influenzano in modo decisivo le scelte quotidiane.
Una separazione e un divorzio sono eventi troppo complessi da essere gestiti in solitudine, solo con un avvocato.
Non ritengo affatto disastroso essere affiancati, durante la transizione, da figure professionali idonee ad offrire una visione oggettiva degli eventi.
Non parlo uso il termine “valutazione” che invece tu hai usato.
Le “valutazioni” le lascio fare alle maestre.
Anzi, forse se tu ti senti oggetto di giudizio è perchè non hai saputo creare una sinergia con chi ha seguito le fasi del tuo divorzio.
michele
@Cà Con quel “maestre” al femminile hai reso perfettamente l’immagine ed il senso del pregiudizio di cui parlavo. C’è lo sprezzo per un lavoro da donna per eccellenza proprio perché ha per oggetto la cura dei bimbi. In quel “le valutazioni le lascio alle maestre” c’è tutto il dileggio per un mestiere considerato inferiore, persino per un titolo di studio monco e buono solo per fare, in ultima analisi, poco più che le mamme.
Dopo tanta discriminazione anche tu concedi alle donne il classico zuccherino: le blandisci narrando di ex mariti che non rispettano gli impegni e carezzi il loro ego raccontando di quanto sia difficile fare davvero il papà. Nella tua visione gli uomini sembrano essere s@@@i solo quando si separano, da una valutazione oggettiva risulta che lo sono sempre.
La questione vera, però, è che la condizione di separati non è meno naturale di quella dei “coniugati”, e gli esperti non servono di più nell’uno che nell’altro caso. Può servire un buon avvocato o un buon commercialista come per la firma o la rescissione di un qualunque contratto, ma è bene lasciare i sentimenti e la cure della prole alla sensibilità degli individui liberi.
Vlad
Ciao Alessandro, come si sono posti i miei? Da ‘superbabbo’ e ‘supermamma’… piu’ o meno. E’ abbastanza chiaro che da noi mancava un giusto equilibrio delle cose… Cosa che mi dici invece sia perfettamente organizzato nella vostra ‘famiglia’, anche se frammentata. Meglio cosi’, perche’ quello che abbiam passato noi pur essendo ‘adulti’ e’ stato uno tsunami psicologico non da poco. Ma come ho detto, ti seguiro’ ben volentieri in questo viaggio, scongiurando che altre persone possano infierire cosi’ tanto nella manipolazione dei figli per ottenere ‘scopi’ puramente e del tutto personali. Ovvio non il tuo caso, anzi mi pare proprio lontano e mi aggrego a michele quando dice che i sentimenti non hanno bisogno di avvocati e commercialisti. 😉
Ale
Scusate..ma come si farebbe ad interagire direttamente con voi? non compaiono indirizzi e-mail… Alessandro, tu sei contattabile?
alessandro.giannoni
@ Rosa. Il bilancio è favorevole ai bambini in quanto non hanno cambiato scuola ne asilo, hanno gli stessi amici e lo stesso ambiente e la letteratura insegna che un trasloco di abitazione e sentimenti a volte è peggio di una separazione. Ma sarei uno sciocco ad oppormi alla tua affermazione sulla positività x i genitori a stare così vicino; qui hai ragione, non fa bene, specialmente quando gli stessi sono su 2 piani diversi sentimentalmente… Ci siamo intesi vero? E crepi il lupo ma anche io sono consapevole della possibilità di non riuscire mai a trovarla la condizione di “uomo separato felice”. Infine mi spiace dissentire ma se dopo la nascita di un figlio la persona più importante al mondo sei ancora tu, x me ci sono dei problemi.
alessandro.giannoni
@ Vlad. Le dinamiche che si sviluppano nei genitori dopo la separazione sono un’evoluzione (spero non involuzione) continua e non sempre è facile viverla mantenendo lo sguardo fisso sull’obiettivo che è la salvaguardia dei bambini.
Grazie per la tua considerazione, cercherò di fare del mio meglio sempre e comunque ma quando i sentimenti si esauriscono non sempre va come dice michele, e gli individui liberi a volte perdono parte della loro sensibilità o capacità oggettive.
rosa
Francamente speravo che dalla discussione nascessero spunti riguardanti i minori ma, non essendovene, parliamo dei grandi e del loro mettere “i figli al centro di tutto”. Non è che non siamo d’accordo, io intendevo dire che leggendo tra le righe, prendendo qualche pezzo del puzzle qua e là, hai riportato:
– di avere una figlia che ha meno di 5 anni;
– di essere separato da quasi 2 anni
– che comunicasti alla tua ex moglie di avere “la testa presa anche da altro che invece di amore si dimostrò un calesse”
Ora… da mamma di un “bambino” di 29 anni, da moglie e da donna ti chiedo, senza avere la pretesa di essere capita: cosa esiste di più egocentrico di andare a cercare “amore” al di fuori della propria moglie, del proprio figlio, e della propria figlia di quasi 3 anni(o all’epoca meno, non posso saperlo)? Chi c’era al centro di tutto? I figli e le fantastiche, positive, conseguenze che il tuo nuovo amore avrebbe avuto su di loro? O il tuo EGO con le rinnovate sensazioni che il corteggiare, il persuadere, ed il sentirsi conquistatore e di nuovo Uomo con la “u” maiuscola fa provare?
Occorre onestà e rispetto ecco cosa occorre.
Occorre riconoscere le cose e chiamarle con il loro nome.
Credo tu abbia bisogno di fare chiarezza con te stesso evitando di autoalimentare convinzioni cercando cedevoli appigli. E fare, e ritenersi, un “Superbabbo” (e non intendo dire che tu non lo sia) potrebbe essere uno di questi.
ca'
La maestra, Michele, e’ statisticamente una professione femminile.
Statistica condizionata da fattori sociali che i maschi evoluti e che si definiscono mammi si guardano bene dal contribuire a modificare.
Ma non mi nascondo dietro vizi di forma e paleso la mia opinione: non disdegnp una societa’ basata su ruoli antropologicamente definiti.
Questa, con troppi mammi e pochi padri, figlia di un femminismo spurio e inefficace, mi convince poco.
E mo’ cia’
Peperita
Intervengo in risposta a Rosa, non perchè l’autore abbia bisogno di una difesa d’ufficio, ma perchè nutro la profonda convinzione che nel momento in cui (con o senza figli) si sente l’esigenza di essere uomo o donna con le iniziali maiuscole, alcune criticità della vita di coppia siano giunte ad un livello estremo di esasperazione.
Non mi sembra inoltre che nell’articolo e nei commenti l’autore non abbia preso sulle sue spalle il proprio “carico di pietre”.
Il passato non si modifica, va metabolizzato attraverso il riconoscimento dei propri errori e poi bisogna andare oltre.
Aggiungo che per un limite forse culturale, tendenzialmente noi attribuiamo all’infedeltà un ruolo nelle crisi di coppia davvero esagerato.
Personalmente invece credo che abbia una valenza marginale e subalterna ad altre problematiche.
Ritengo anche profondamente scorretta, in termini ideologici, l’affermazione “cosa esiste di più egocentrico di andare a cercare “amore” al di fuori della propria moglie, del proprio figlio, e della propria figlia di quasi 3 anni”
Avere la pretesa di unire e fondere assieme amore matrimoniale e amore genitoriale, mi sembra un modo per togliere valore sia all’uno che all’altro.
Chi, per vari motivi, si ritrova in una situazione di crisi coniugale (che sfoci in un tradimento, in una forma di ostilità o in tutti gli altri modi in cui si palesa la fine di un amore) di certo non sta venendo meno al proprio ruolo genitoriale.
Questo aspetto è importante che noi donne lo teniamo a mente, imparando a distinguere la parte della donna ferita da quella della mamma.
La nostra generazione di mamme deve essere all’altezza di gestire le modifiche al ruolo paterno che essa stessa ha generato.
Quando nasce nostro figlio infatti accompagnano i nostri compagni verso un percorso di genitorialià consapevole, che era estraneo già solo ai nostri padri.
Regaliamo loro libri che ci aspettiamo che leggano, prepariamo con loro il percorso di nascita, li vogliamo in sala parto.
Concordiamo con loro i cambi del pannolino, allattamento e autosvezzamento e ogni sfumatura educativa, come le nostre madri non hanno fatto o non sono state in grado di fare con i nostri padri.
Per i nostri figli quindi, il padre di oggi “vale” molto di più di quanto non “valessero” i nostri padri (perdonatemi la semplificazione).
E’ importante quindi che, a fronte di tale rivoluzione culturale, noi siamo pronte ad aiutare i nostri figli se il nostro rapporto di coppia sfuma.
Non possiamo in queste circostanze premettere al ruolo del papà le nostre (in molti casi leggittime e giustificabili) frustrazioni da ex-mogli.
Tanto più che i papà di oggi non hanno una “tradizione” a cui ispirarsi, sono pionieri di questa importantissimo cambiamento.
Nelle crisi non possono ispirarsi ai loro padri, né ignorare le istanze dei loro figli.
Concludo dicendo che Alessandro probabilmente non è un super babbo… fa quello che le mamme fanno da migliaia di anni… ma lo fa bene e già questo fa di lui un padre migliore di tanti che io conosca.
Magari ho solo una visione sfortunata, ma attorno a me vedo pochi uomini che davvero si prendono il 50% dei carichi familiari,
alessandro.giannoni
@ Rosa. Tendenzialmente mi prendo più responsabilità di quelle che spesso oggettivamente ho e la mia separazione è l’emblema di ciò; non sono stato da top ten dei mariti come già scritto in un altro commento. Ma sono qui, in una piazza virtuale, a mettere forse anche troppo a nudo ed al pubblico ludibrio i miei errori e mal digerisco i giudizi di chi non fa altrettanto. Come te. Non mi nascondo dietro un dito, nemmeno ci starebbero i miei errori ed il prezzo da pagare postumo per questi è il rimorso di non aver fatto tutto ciò che potevo e ciò che ho fatto di non averlo fatto fino in fondo; scrivo per questo, per cercare di vedermi da fuori, perchè possa servire ad un riflessione in più per coloro che sono su questa strada.
Le coppie si costruiscono e si demoliscono in 2, frase fatta ma veritiera; unico ma non solitario attore sulla scena della mia separazione, ricordi?
Ricorderai anche che tra la scelta della mia felicità rispetto a quella dei miei bimbi ho scritto che scelsi la prima ma vivo la seconda; vuoi per i rimorsi, vuoi perchè sento ancor più mio il ruolo di babbo, vuoi perchè è giusto così, vuoi perchè voglio cercare di restituire ciò che ho tolto ai miei bimbi e che invece loro ogni giorno mi danno. Oggi è il mio ego di babbo ad essere accarezzato, lusingato e nutrito da loro. Nelle mie mancanze coniugali però sono un uomo che lava piatti pavimenti e cessi, cucina, che fa la spesa, l’albero di natale e annaffia le piante, e all’occorenza cuce e stira, ieri oggi e domani. Ed ho cambiato così tanti pannolini, tagliato così tante unghiette, fatto così tanti bagnetti, date così tante pappine, persi così tanti giorni di lavoro per i miei bimbi che credo nemmeno messi insieme tuo marito ed il tuo bimbo di 29 anni possano avvicinarmi. Detto questo probabilemente non sono un Superbabbo, esattamente come dice Peperita che ringrazio per il suo commento ma sono comunque uno che ce la mette tutta!!
alessandro.giannoni
@ Ale. Attualmente questa interazione mi è bastevole!! Ma grazie di avermi letto… A presto.
rosa
“Il passato va metabolizzato e poi bisogna andare oltre”. Peperita, concordo con te su questo. Il caso esposto non rappresenta ciò: non mi va di riportare esempi, la cosa è evidente.
Dividere “amore matrimoniale” da “amore genitoriale” o cose del genere ti dico a cosa serve: a trovare giustificazioni a fatti, a comportamenti, di giustificabile hanno davvero poco.
Non mi piace come banalizzi il tradimento ma quando parli di frustrazioni di ex-mogli penso proprio che, a ruoli invertiti, qua sopra si stia parlando proprio di questo. E “in una piazza virtuale” è facile “mettere forse anche troppo a nudo ed al pubblico ludibrio” gli “errori”, “mal digerendo i giudizi di chi non fa altrettanto”… E se non volevi essere giudicato (tra l’altro io non credo di aver giudicato ma di essermi fatta un’idea molto precisa riguardo al “narratore” e di avere esposto un pensiero) magari potevi tenerti un diario…
Vedi, io non ho bisogno di fare altrettanto e non perchè non commetta errori. Ma perchè non ho mai nascosto i miei errori e le mie debolezze e mi sono fatta curare per provare a colmare le tante lacune. Forse era meglio internet…
Peperita
Cara Rosa,
è vero, è una piazza virtuale.
Io mi permetto di dire che,a mi parere, va gestita come tale.
Psicanalizzarsi o giudicarsi a vicenda lo trovo poco utile.
Siamo tutti degli sconosciuti e la storia di Alessandro deve essere uno spunto per una astrazione, non per una analisi dettagliata della sua vita e del suo ruolo, non credi?
Ad esempio, a me interesserebbe che tu mi spiegassi perchè trovi tanto ingiustificabile il tradimento.
Cos’è che rende questa colpa più grave rispetto alle altre “negligenze” della vita di coppia?
Io personalmente trovo meno accettabile la mancanza di dialogo, la pigrizia (intesa come la mancanza di impegno nella vita di coppia, che oggettivamente è faticosa)
Però, hai ragione, probabilmente siamo fuori tema e stiamo trasformando questa rubrica in “voci di uomini e donne”.
Probabilmente però era necessario per inquadrare l’ambito…
broncy
Cara Rosa,
sono stata una donna tradita e una donna che ha tradito e non posso non attribuire in entrambe le situazioni una pari responsabilità tra me e l’altra parte della coppia. Forse mi è stato utile tradire per capire quanto fossi stata in difetto quando sono stata tradita.
La mia vita fallimentare come moglie, non prescinde la mia vita come madre. Scinderei le due figure. So di essere una brava mamma presente nella vita dei miei figli, ma come donna non mi posso accontentare di una vita mediocre, sicuramente piu’ semplice ma meno appagante. So che la mia figura di donna è un esempio per i miei figli, ma a maggior ragione ho il dovere di trasmettergli l’importanza della mia dignità come persona.
michele
@ca L’antropologia non c’entra, Hobbes e l’Illuminismo hanno dimostrato come agli uomini si applichi il diritto positivo e non quello naturale. Gli uomini, in gran parte, sono animali intelligenti e sociali che adattano la natura alle loro esigenze invece che adattare loro stessi all’ambiente come tutti gli altri animali.
Quale siano in ogni caso i ruoli antropologicamente definiti mi sfugge, certo la tua visione ricorda lo spirito reazionario della rivolta sanfedista all’abolizione del maggiorascato e del fedecomesso.
Che purtroppo spesso gli “esperti” del settore si abbandonino al pregiudizio ideologico o antropologico mi era invece già chiaro prima di leggerti.
Mammola1982
Leggo e rileggo i commenti e non capisco questo dibattito.
Alessandro e’ un uomo e un papa’.
Come uomo ha scelto di diventare papa’.
Come uomo ha cambiato vita e si e’ separato dalla moglie.
Ma e’ rimasto un papa’ vero e ha tutta la mia stima.
Secondo me si e’ uomini con la U maiuscola quando, nel bene e nel male, ci si impegna con i propri figli.
Poi si sbaglia tutti, prima o poi.
Io Alessandro ti ringrazio per parlare con noi di te stesso. Come figlia sto, anche attraverso di te, rivivendo il mio passato.
Da figlia ti dico che avrei voluto un papa’ normale, non uno super, ma presente.
Continua cosi, non smettere di esserci!
E continua a raccontare, perche’ non hai scritto più?
alessandro.giannoni
@ Broncy. Aderisco in toto al tuo commento, porebbero essere mie parole e soprattutto mie sensazioni… Fallimento e successo, due facce della stessa persona in due ambienti che sembrebbero inscindibili ma che x fortuna non lo sono. La mia dignità ora passa anche attraverso il dolore; quello che forse Rosa non mi concede di provare…
alessandro.giannoni
@ Mammola1982. Difficile rispondere ad uno slancio così affettuoso quanto fervente! Forse Mammola sono un babbo più completo ora che sono separato…. C’ero sempre anche prima, la notte, il giorno, ogni volta che occorreva e per ogni necessità ma il tutto veniva gestito in due, io e lei. Ora quando sono con me io devo gestirli in tutto e alla fine di una delle mie tante giornate durata 18 ore, mentre mi dormono vicino faccio il resoconto giornaliero e mi sento profondamente ed orgogliosamente BABBO.
Sono io che ti ringrazio per la stima e ti auguro un futuro radioso! Tu stai guardando avanti e te lo meriti; un giorno mi volterò anche io e mi guarderò di nuovo la punta dei piedi…
Domattina esce il mio secondo articolo. Saluti.
Luca
Ciao
Innanzitutto volevo fare tutti i migliori auguri ad Alessandro… per continuare così, come ha dipinto la sua “navigazione” quotidiana ad oggi…
Come ho scritto poco fa nell’altro post, se tutto andra’ come credo e in parte temo, dalla mia prospettiva di “ultimo” arrivato nel mondo dei separati, anzi essendo tecnicamente ancora separando, o forse neppure, ma solo in fase di “riflessione mediativa”, hai tutto il mio incondizionato appoggio per la tua storia.
Credo tu sia stato anche fortunato, in primis perche’ i tuoi due bimbi sembrano essere molto simpatici dalle cose che racconti, in secondo luogo perche’ condivido in pieno quello che ho letto da Peperita:
<>
Ecco oggi essere papà, e intendo dire papà nel senso di essere un’entità reale nella vita quotidiana, e sottolineo quotidiana, dei propri figli e non solo quella entità astratta che ci hanno fatto vivere i “nostri” padri, almeno il mio – anche se lo abbraccio di cuore perche’ so che era solo il “prodotto” (più o meno inconsapevole) della società di allora (leggi italia anni 60), puo’ non essere semplice. Beninteso operativamente nulla di più di ciò che tante mamme fanno oggi e hanno fatto nella loro storia passata. Ma di sicuro senza mai avere linee di riferimento al di fuori del proprio buon senso e del proprio amore per i figli, per noi papà di oggi vi assicuro che non e’ una passeggiata. Per cui sono contento per Alessandro che sia orgoglioso di essere quel tipo di papà, un superpapà. Perché credo, vivendolo sulla mia pelle, che abbia proprio ragione ad essere orgoglioso. Proprio come lo sono io di me stesso.
Come padre ho sempre cercato di essere presente in modo piu’ che attivo nella vita di mio figlio, ora 10enne. Forse quasi un riscatto della mancanza da me sofferta quando ero più piccolo. Poi col tempo ho capito anche una verità ancora più sconvolgente: essere papà e’ meraviglioso… e’ divertente… Essere di utilità ad un bimbo nella sua quotidianità come nelle “grandi/piccole” domande della vita, condividere con lui i suoi momenti migliori, ma ache quelli peggiori, aiutarlo a realizzare i suoi desideri, correggere il “tiro” quando serve, fargli vedere che e’ meglio un 10- che un 10 in matemetica e che la differenza sta tutta in quel meno e ragionare insieme sul perche’, …. E’ qualcosa che non ha alcun prezzo… e che mi ha permesso di costruire negli anni un rapporto bello e forte con mio figlio. Il quale sembrerebbe ricambiare…. Ed ecco il secondo motivo per cui sei fortunato, Alessandro: anche tu ne sei consapevole. Non e’ cosa da poco. E’ importante riconoscerselo e dirselo.
Però io oggi, dopo tante richieste sentite ma non ascoltate di essere “visto” dalla mia compagna non solo come il tipo di padre a cui lei era abituata, ma come uomo, oggi, anche dopo tante “lotte” interne al rapporto perche’ la mia paternità venisse riconosciuta e accettata come importante e non strumentale a escludere la sua maternità, però oggi, dopo tante “incomprensioni” che a riensarle ora mi sembrano così piccole e mancanti di prospettiva, oggi provo solo un senso di smarrimento, di paura per l’ignoto verso il quale non riesco a non andare, col timore di sbagliare, col timore (reale mi dicono in tanti) di vedermi portare via quella che oggi non nego essere la mia Priorità: il mio meraviglioso bambino e il cammino con lui fino a quando ne avrà bisogno.
Luca
PS: vedo che e’ scomparso il testo riportato da Peperita, che era il seguente:
Tanto più che i papà di oggi non hanno una “tradizione” a cui ispirarsi, sono pionieri di questa importantissimo cambiamento.
Nelle crisi non possono ispirarsi ai loro padri, né ignorare le istanze dei loro figli.
Ciao
Peperita
Leggo il commento di Luca e comprendo le sue paure e le sue ansie.
Al tempo stesso resto convinta che nella vita bisogna comunque seguire il proprio percorso, per quanto appaia accidentato e complesso.
Il tuo commento mi è piaciuto molto, grazie 🙂
Peperita
Lia
Volevo ringraziare Alessandro per la sua testimonianza, non credo sia affatto semplice mettersi a nudo e riconoscere di avere fatto degli sbagli!!! Leggerti mi ha fatto bene…io non sono separata nè divorziata ma il mio matrimonio ultimamente ha vacillato un po’! Non per mancanza di sentimenti, anzi, ma credo proprio per cause di forza maggiore…diciamo che ci sentiamo impotenti e smarriti di fronte ad alcune complessità della vita! Anche noi abbiamo due splendide bambine e soprattutto per loro, voglio evitare di scegliere quella che mi sembrerebbe la strada più facile ma che, sicuramente, sarebbe la più dolorosa per tutti. Perciò grazie Alessandro, per avermi fatto riflettere ulteriormente! Ti auguro di continuare su questa strada, per quanto riguarda il rapporto coi tuoi figli e di trovare la felicità che meriti a 360°! In bocca al lupo!
Peperita
Sul tema spinoso del tradimento, tornando a casa da un viaggio di lavoro mi sono ritrovata ad ascoltare con maggior attenzione del solito una canzone di De Gregori che mi pare ben riassumere i concetti espressi da Broncy:
“Ditele che l’ho perduta quando l’ho capita, ditele che la perdono per averla tradita” …
(Atlantide, testo e musica di Francesco de Gregori)
alessandro.giannoni
@ Luca. Innanzitutto ti faccio le mie scuse per non aver risposto prima al tuo commento ma il mio livello informatico-tecnologico è prossimo al pallottoliere; infatti non mi ero accorto che il tuo commento era realtivo al primo articolo… Ma meglio tardi che mai, no?
Io non ho avuto mancanze infantili ma, come credo quasi tutta la mia generazione, un babbo vecchio stampo sì.
Sono invece certo che tu sia il babbo che dici di essere non tanto per riscattare le assenze patite quanto piuttosto perchè te lo senti dentro (esattamente come me), perchè farlo ti rende orgoglioso, fiero e forte tanto da farti sentire pronto a sostenere ogni problema o sfida.
Mi guardo spesso intorno e ovunque vedo babbi come noi, che se la cavano con sufficiente disivoltura e competenza in ogni ambito gestionale della vita dei figli.
Non voglio confondere le acque nè dar vita a lotte sui sessi ma questo è l’argomento con cui avevo risposto ad un commento sull’altro articolo; quello che noi babbi abbiamo acquistato, per virtù o necessità, è ciò che hanno perso le mamme.
Per questo motivo forse, e ribadisco forse, anche la tua lei è un po’ spaventata da questo babbo Luca così presente, attivo e sostanziale nella vita del vostro bimbo; cosicchè tende a limitare le tue competenze ed a metterti in disparte.
Io spero tu rimanga sull’altra sponda del fosso, ovvero che non ti separi ma con questi presupposti il tuo ometto, in qualunque modo vadano le cose, potrà contare sulla tua costante presenza e non potrà che essere orgoglioso del suo babbo, esattamente come lo sono i miei di me! A presto…
alessandro.giannoni
@ Lia. Non sono il buon samaritano nè un filantropo ma il mio modesto obiettivo era indurre alla riflessione; mia e vostra.
Fino a qui il bersaglio sembra centrato, quindi grazie a te Lia ed a tutti quelli che intervengono!
mariangela
Caro alessandro ho preferito separarmi che vedere un padre che accudiva i figli senza essere un buon marito e x i suoi sensi di colpa viziava e accudiva le propie figlie come due sorellastre…. mancava secondo te cenerentola! no! perchè c’era… Ero io… duravo fatica a educare le mie figlie che vedevano un padre debole e una madre forte facendo vedere cio che non era vero un padre che faceva da padrone non rispettandole perchè loro stesse si rinnegavano non rispettando me!non è stato facile il mio ruolo che passava da mantide moglie e madre dei no!…Non sono severa e nemmeno lasciva amo l’ autorevolezza ….ancora oggi mio marito si mi vuole vittima e si sente vittima ancora oggi continuo a ripetergli che lui non sa cosa vuole perchè è nella morsa di ingranaggi che chiamerei condizionamenti e vecchie convinzionie a oggi questo coktail esplosivo è stato determinante x la mia scelta perchè le mie figlie ora mi rispettano e comprendono suo padre e questo lo devono al mio sacrificio.Nonostante tutto , in sordina , attraverso il lavoro fatto su me stessa, con un linguaggio appropiato , pazienza e tanta compassione in qualche maniera sono riuscita a modo mio a non essere vittima e con la separazione a farmi rispettare e non solo ma a crescere in lontananza quel barbablu…bambino….
giovanna
CIAO ALESSANDRO, UNA COSA MI HA COLPITA:DEFINIRE LA SEPARAZIONE UN LUTTO! ANCH’IO L’HO SEMPRE VISTA COSI’.IO HO PRESO LA DECISIONE DOPO ANNI DI SOFFERENZA E ADESSO A DISTANZA DI 1 ANNO E MEZZO SONO SEMPRE IN FASE DI RECUPERO DEI MEI SPAZI, TRANQUILLITA’, AUTOSTIMA, DISINTOSSICAZIONE…. PER QUEL POCO CHE TI CONOSCO HO INTUITO CHE SEI UN PADRE CON LA P MAIUSCOLA. SARAI UN GRANDE ESEMPIO PER I TUOI FIGLI PERCHE’ SEI UN BABBO CHE NON FUGGE DAL COMPITO DI EDUCARE ED AMARE, E QUESTO NON E’ TANTO SCONTATO. A PRESTO GIOVANNA
William 1977
Ci sono degli aggiornamenti?
È una storia che mi coinvolge molto per la mia vicenda personale. Ho due bambini. Ho avuto una relazione con una collega di cui sono stato e sono innamorato da tre anno. Lei si è separata ma non aveva figli. Io sono qua. Mia moglie sa tutto.
È molto dura.
Vi sono sviluppi dopo tre anni?
christina
Non potrei mai credere che verrò tradito fino a quando non accadrà. È stato il mio peggior incubo. Eppure ho resistito. Per mio figlio e mia figlia. Ho ascoltato mi sono tenuto insieme. Ho letto articoli e post positivi come questo. Imparare ad andare avanti eppure restare per vedere se c’è un cambiamento. Perché vale la pena lottare per la famiglia, non importa quanto possa sembrare indegna a volte. grazie al sacerdote jaja che aiuta a riconciliare il nostro matrimonio e la nostra relazione d’amore. ecco le sue informazioni. nel caso in cui ti trovi in una situazione simile {lovetemple0001 {@} { gmail .{com }Sii la luce nell’oscurità. È l’unica scelta in questo universo.