Perché tutta questa ossessione nel cercare e diffondere metodi per allevare i bambini?
Scorrere gli scaffali delle librerie o vedere trasmissioni televisive che trattano di puericultura è diventato un festival di chiacchiere senza alcun valore scientifico né pedagogico.
È davvero triste pensare quanto tutto questo renda i bambini soltanto “oggetti da impostare” tanto quanto gli elettrodomestici di casa.
Perché poi dovremmo farlo? Per non disturbare i genitori naturalmente! Ma anche per poter commercializzare i suddetti metodi attraverso operazioni di mercato che arricchiscono gli autori e impoveriscono gli affetti.
Sì, perché nella nostra società fatta di genitori che vanno di fretta – figli della cultura in cui “se i bambini piangevano si facevano i polmoni” -, lavoratori indefessi che devono sbarcare il lunario a causa di una situazione economica generale davvero preoccupante, i bambini non sono compresi.
Tutto questo offusca i valori familiari, i bebè sono considerati un intralcio, il tempo da passare con loro è sempre meno e i genitori sono sempre più stanchi.
C’è da capirli davvero.
Ma c’è anche da capire quei genitori (e sono sempre di più) che, pur lavorando e magari senza aiuti pratici, invece, riescono con gioia e soddisfazione a farcela da soli senza un metodo, senza un esperto pronto a sfornare prescrizioni dittatoriali sul sonno o sulla pappa dei piccoli, ma “soltanto” stando insieme ai propri figli e considerandoli persone capaci di sentimenti e meritevoli di rispetto e ascolto.
Sono sempre di più coloro che si informano e danno valore ai bisogni affettivi dei bambini e allo stesso modo sono sempre di più le fonti autorevoli a cui attingere. Basta volerlo e mettersi in gioco in profondità.
Mi spaventa molto questo annullamento della capacità critica dei genitori, situazione per altro voluta fortemente dal mercato che ruota intorno al genitore/consumatore.
Pochi si accorgono di quanto la maniera in cui sono stati allevati condizioni il modo in cui adesso allevano i propri figli.
I genitori trovano più familiarità con una “Tata” che prescriva così come è stato prescritto loro, piuttosto che compiere un salto generazionale che porti semplicemente ad una scelta informata.
Gli argomenti in questione sono infiniti: come gestire la gravidanza, il parto, l’allattamento, l’alimentazione complementare, il pannolino, il ritorno al lavoro della mamma, le crisi adolescenziali.
Ma l’argomento principe è, come sempre, il sonno infantile.
Ho già discusso nei miei due precedenti contributi a questa rubrica questo tema e perciò vi invito a dar loro un’occhiata, se siete interessati.
Ciò che desidero, invece, sottolineare in questa riflessione è che allevare i figli senza metodi altrui è possibile.
Si può ragionare con la propria testa ma ancora di più ascoltare il proprio cuore e il proprio istinto.
Si può dormire vicino ai bambini in sicurezza(1) e ciò gioverà alla loro autonomia e al sonno di tutti.
Si può allattare al seno quanto si desidera(2) e i bambini saranno autonomi e felici.
Si può dare ai bambini piccoli il cibo di famiglia con piccoli accorgimenti, senza riempirli di alimenti industriali.
Si può spengere la televisione o limitare i videogiochi.
Si possono fare lunghe passeggiate all’aria aperta portandosi il cestino da casa e lasciando stare la pila di panni da stirare.
I nostri bambini sono piccoli per poco tempo: un giorno chiuderanno la porta di casa e non sapremo dove sono né con chi usciranno.
Si può cominciare a cambiare il mondo cominciando a cambiare il proprio piccolo mondo.
Nel nostro Paese mancano gli esempi visivi, le mamme che allattano bambini grandicelli si vergognano di farlo in pubblico. Molti genitori non dicono a nessuno che dormono insieme ai propri figli perché temono il giudizio.
Siamo tutti ostaggi della paura di essere catalogati come cattivi genitori di bambini viziati.
Ma non è omologandoci ai metodi del momento o alle tate televisive che cresceremo figli felici o che saremo genitori modello.
I nostri bambini hanno bisogno di NOI e basta: anche i nostri errori serviranno a crescere, sia a loro che a noi.
I figli sono una grande occasione di consapevolezza, non lasciamocela scippare da estranei interessati a venderci un prodotto.
Recuperiamo la nostra capacità critica e le nostre competenze affettive ascoltando i bisogni irrinunciabili dei nostri bambini.
Confrontiamo la nostra cultura a basso contatto e i nostri adulti dipendenti, con le culture ad alto contatto dove bambini e adulti convivono serenamente.
Non sarà che forse è giunta l’ora di credere in noi stessi come genitori e di avere il coraggio di andare controcorrente educando alla molteplicità delle soluzioni, al rispetto reciproco fra genitori e figli senza mettere in mezzo il prodotto commerciale, la gerarchia ed il potere che fa paura e basta?
Non sarà che la nostra società non è più a misura di bambino?
Guardiamoci intorno, i bambini cresciuti ad alto contatto fisico ci sono anche dalle nostre parti… sono viziati, dipendenti e mancano di autonomia?
Fatemi sapere, penso di conoscere già le vostre risposte.
Alessandra Bortolotti
Per approfondire leggi il libro della dott.ssa Bortolotti E se poi prende il vizio?
Note:
1. J.J. McKenna, Di notte con tuo figlio, Torino, Il leone verde Edizioni, 2011
2. P. Negri, Sapore di mamma, Torino, Il leone verde Edizioni, 2009
Lia
Mi viene da piangere… sono perfettamente d’accordo!!! Spero soltanto che la mia umanità e i miei difetti mi rendano comunque una mamma saggia e ragionevole agli occhi delle mie bambine!!!
Silvia
Sono assolutamente d’accordo con voi, ma penso che in questo articolo la premessa sia errata, o per lo meno non sempre vera, in quanto nel mio caso come in altri non lo è. “Per non disturbare i genitori!” non è il motivo per cui molte mamme si avvicinano a certi libri (oltretutto anche voi avete parecchi libri di puericoltura, cosa dovremmo pensare?), il motivo per cui ci si avvicinano è perchè vogliono solo il meglio per i loro bambini. E’ vero, i figli hanno solo bisogno di noi, ma se io non mi fossi imbattuta in questo sito, non avessi letto Fate la Nanna e poi i vostri libri sull’argomento, non avrei saputo farmi un’idea su come comportarmi “correttamente” quando il mio primo bimbo nascerà. Non avrei saputo dei pannolini lavabili, che tutti mi guardano come se fossi venuta da marte quando ne parlo… e si, evito tantissimi argomenti con amici e parenti, perchè il giudizio è pesante e fastidioso, ti fa sentire inadatta, soprattutto oggi che è venuta a mancare quella famiglia allargata in cui sin da piccoli si imparava ad acudire un bimbo.
Non so che mamma sarò, spero la migliore che potrò, però leggere, sia prodotti buoni che scadenti aiuta a formarsi un complesso di idee e ragionamenti che è quello che aiuterà poi nel momento in cui il bambino sarà con noi.
Ricciomamma
Io mi informo molto, ma l’esigenza è quella di confrontarmi con i diversi approcci per una questione di apertura mentale, in questo modo sviluppo la mia idea e infine adotto il mio approccio personale.
Dormo con mio figlio da quando aveva 10 mesi e ha iniziato il nido, è stata una sua iniziativa e l’abbiamo assecondato. Al compimento del suo secondo anno di vita abbiamo cambiato casa, è arrivata la sua cameretta e ora ci dorme il papà visto che nel lettone in tre stiamo stretti. Non ci vergognamo a dirlo in giro.
Mio figlio è tuttora allattato al seno, se capita che voglia farlo in pubblico lo assecondo, con discrezione (al mare era più il tempo che stavo senza il pezzo di sopra del costume e non per prendere il sole). Mangia di tutto, anche se in questo periodo fa il difficile con le verdure, ma solo a casa, al nido mangia tutto.
Due pecche: vede la televisione, solo però cartoni animati delle televisioni tematiche per i più piccoli; va al nido, per cui sta lontano da me più del tempo che vorrei. Ho cercato di recuperare qualcosa ottenendo di uscire un’ora prima con un part-time minimo. Si vive di compromessi tra ciò che si desidererebbe e ciò che è possibile. Per tutto il resto cerco di recuperare il contatto fisico quando sono con lui per compensare le ore di mancanza.
A me sembra un bimbo indipendente, desideroso di apprendere e di fare “da solo”.
Alessandra
L’articolo è molto bello, mi ha commosso!!! Quando è nata Emma, la mia stupenda bimba di 2 anni, sono entrata nel pallone!!! Questo non si fa, così la vizi, mettila giù, attenta a questo, attenta a quello…
Avevo due possibilità: deprimermi o fare di testa mia…
Ho scelto la seconda! L’ho allatta al seno per 10 bellissimi mesi, poi il latte è andato via dopo una brutta influenza e cmq lei lo cercava sempre di meno…quindi tutto sommato è andata bene così!! L’ho tenuta in braccio notte e giorno…a volte per giorni interi e la mettevo giù solo se la vedevo tranquilla!!!
A chi mi ha sparlato dietro (compreso i familiari) rispondo che oggi a 2 anni Emma è una bambina tranquilla, sicura di se, e indipendente!!! Ho avuto la fortuna di avere un part-time per cui niente nido ne tate, quando lavoro sta con le nonne!
Io la saluto, le dico: “Mamma va a lavoro, ma poi torna!!” e lei mi da un bacio e mi dice “Ciao mamma!!” mi vengono le lacrime ogni volta!!!
Ma la cosa più bella è, quando la volgio aiutare a fare qualche cosa e lei mi risponde: “no mamma, Emma sola” :)…se non è indipendenza questa!!! 🙂
Elisa
Da poco ho scritto un post in cui affermavo che ERO una pedagogista e poi…sono diventata mamma. Quando si diventa genitori non funzionano più i precetti, le istruzioni, le motivazioni scritte nei libri dagli studiosi, specialmente se questi sono arrivati alle loro conclusioni attraverso altre pagine scritte o “studiando” i figli degli altri. Non dico che una mamma non debba avere delle fondamenta su cui poggiare il proprio mondo e il proprio percorso educativo. Penso semplicemente che, partendo da quelli che sono i principi universali volti a creare un bambino che possa essere una futura persona onesta e degna della stima e dell’amore di chi la circonda, il resto sia una questione molto relativa al contesto specifico, alle esigenze di ognuno, ai ritmi di crescita e del bambino e degli adulti come genitori. Questo vale per il sonno (per inciso, noi dormiamo in un letto a 4 piazze!), per l’alimentazione, per le ore di televisione e per tutto il resto. La Tata faccia la mamma con i propri figli o, al massimo, dia dei consigli fondati su esperienze vissute, piuttosto che dare “compiti per casa” o mettere alla prova davanti a milioni di persone che, ipocritamente, danno il loro assenso alla Tata e pensano di essere al di sopra di ogni sospetto! Quando penso al mio blog penso sempre che il mio obbiettivo primario non sarà mai quello di dare consigli e ricette, ma semplicemente raccontare quello che succede a me come mamma, perchè le altre mamme, magari rispecchiandosi nelle mie storie, possano sentirsi meno sole e soprattutto meno imperfette. E, per concludere, il contatto fisico non ha mai fatto male a nessuno! Anzi…penso che la comunicazione corporea fatta di co-sleeping, baci, carezze e solletico siano l’uniche cose per le quali un genitore non dovrà mai dire: forse avrò esagerato? Meglio ubriacarli di carezze che di dogmi!
Sara
Trovo molto bello questo articolo ma mi chiedo se io, per esempio, che non propendo per il co-sleeping e sono favorevole al Nido, sia per questo considerata un omologata e non una mamma che usa la propria testa e istinto…
ERIKA
Avete detto ciò che penso e scrivo da tempo, ma in maniera più soft. Ecco uno dei tanti post dove parlo di libertà http://www.controscuola.it/la-scuola-una-prigione/ grazie per l’articolo – speriamo che i genitori lo leggano.
antonia
credo fermamente che l’affetto, l’attenzione e le coccole sono pane quotidiano non solo per il bambino ma per tutta la famiglia. Mia nonna mi diceva sempre che allattava al seno mia madre e mia zia allo stesso tempo e di questo non si è mai vergognata, anzi la chiamavano “mamma di latte” perchè nutriva anche i figli di vicine di casa che non potevano…si dormiva nello stesso letto, si mangiavano le cose sane: io a 6 mesi mangiavo la pasta e fagioli….ed eccoci qua…il problema di oggi secondo me è l’insicurezza, la paura di non essere all’altezza e quindi delegare a tate, dottori, consultori l’educazione dei nostri figli. Il troppo benessere nuoce alle famiglie. Nel mio lavoro di animatrice sempre a contatto con i bambini, i giochi che li divertono di più sono i più semplici: nascondino, ruba bandiera, la corsa coi sacchi…credo che un ritorno alla semplicità sia la chiave della felicità!
Antonella
Sei grande Ale,non vedo l’ora di vederti e parlarti di persona..mi sono iscritta al corso doule di Chiara..kiss
selena
Alessandra, il tuo libro è meraviglioso questo articolo è meraviglioso! seguire il mio istinto e quindi una educazione ad alto contatto mi ha cambiato la vita, sono una mamma felice serena sicura e tanto orgoliosa di suo figlio!!! grazie del tuo sostegno
mammamanager
parole sante!
sembra quasi che ci si debba giustificare se si usa solo il buonsenso e l’istinto..
Babama
Cara Alessandra condivido tutto tutto. Hmn bambino che da sempre è ad alto bisogno, mi ricordo che per noi nel periodo prefascia nulla potevamo fare senza tenerlo in braccio; con passeggini, carrozzine, culle durava 15 minuti poi piangeva. Da sempre cosleeping e addirittura non riusciva (i primissimi tempi) a stare solo sul lettone vicino a me, voleva proprio le mie braccia. L’ho assecondato, sempre sempre senza timori ed ora è un bambino di 4 anni ancora molto attaccato ma sereno, senza paure o timori infondati, senza paura di dimostrare i suoi sentimenti, molto ascoltato e accolto in ogni sua manifestazione. Leggo te e Gordon, Juul, Neufeld, Haunt, Gonzales siete autori meravigliosi. La strada è lunga ma sono sicura che i cambiamenti ci saranno. Vengo spesso criticata per essere morbida ma so che così non è, ci rispettiamo. Un abbraccio
Cresciamo bambini o soldatini?! | Be sweet, be a Mother
[…] e l’importanza di dormire accanto ai propri figli da un punto di vista emotivo ed evolutivo.Per educare i bambini basta metodi: sono persone!E se poi prende il […]
Erika
Mi è piaciuto moltissimo questo articolo xché anche mio marito ed io cerchiamo di educare i nostri figli seguendo il nostro istinto, la nostra quotidianità e cercando sempre il dialogo con loro…non sempre ci si riesce ovviamente ma io penso: ‘ io quand’ero bambina cosa volevo?’ E mi comporto di conseguenza….
Alexia
Ma non sono anche questi citati nell’articolo dei consigli????
Tutti questi “si può…” Li vedo come consigli, proprio come quelli che trovi nei libri,nelle trasmissioni e in internet.
Sta nel genitore il modo di interpretarli come semplici consigli o come regole.
La cosa che condivido di questo articolo é una.
Ascoltare il cuore. Ascoltando il cuore e l’istinto un genitore non sbaglierà mai. Anche se decide di seguire alcuni consigli o “regole”. Ah. E i figli non sono mai un intralcio.