Molte mamme si spaventano sentendo parlare di allattamento su richiesta del bambino. Ci si immagina col bambino sempre in braccio attaccato al seno…che poppa per ore, senza nemmeno concederci il tempo per andare in bagno…
All’inizio potrebbe effettivamente essere così (anche se il tempo di andare in bagno si trova sempre, promesso!), ma se proviamo a capire perché è consigliabile allattare ogni qual volta il bambino lo richieda, vedremo che la natura ha predisposto nell’organismo della madre e in particolare nel suo seno una serie di delicati meccanismi ormonali e fisiologici in grado di rispondere alla necessità del neonato sulla base della sua richiesta….in pratica, più il bambino succhia e più il seno produce latte!!!!
L’allattamento a richiesta, quindi, è la base per il buon avvio dell’allattamento e per il suo mantenimento nei mesi successivi!
Va detto inoltre che “a richiesta” non significa ogni volta che il bambino piange, anche perché il pianto è uno degli ultimi segnali di fame, ma vuol dire senza seguire rigide tabelle, schemi e orari prestabiliti; vuol dire proporre il seno al bambino ogni qual volta mostri segnali di fame (risvegliarsi, girare la testa e cercare il seno, succhiarsi una manina…), anche se ha poppato da poco (probabilmente non aveva finito!!!!!!!!).
Ma vediamo come inizia l’allattamento….
Dopo l’espulsione della placenta, la quantità di progesterone ed estrogeni materni si abbassa notevolmente nel giro di due giorni, permettendo ai livelli di prolattina (precedentemente inibiti da questi ormoni) di salire e stimolare la produzione di latte nella ghiandola mammaria.
Ogni qual volta il bambino succhia al seno, i livelli di prolattina (già di base alti dopo l’espulsione della placenta) aumentano a picco, aumentando la produzione di latte del seno.
I neonati succhiano spesso nei primi giorni dalla nascita, perché con poppate frequenti soddisfano la propria fame, perché fanno delle pause, perché così facendo “dicono” al seno di produrre più latte. In questo modo nell’arco della giornata si avranno numerosi picchi di prolattina che stimoleranno il seno a produrre più latte e, se le poppate sono ravvicinate, questo aumento sarà ancora più marcato!
Nell’arco di qualche settimana, il seno arriva a “capire” quanto latte chiede il bambino ad ogni poppata, grazie alla quantità di latte che lascia nel seno. Esiste infatti nel latte stesso un ormone in grado di inibire la produzione: se il bambino succhia molto, rimuove l’inibitore e il seno produce di più, se il bambino succhia poco, esso inibisce la produzione di latte.
Nell’arco di circa un mese, il bambino sarà in grado di soddisfare la propria fame ad ogni poppata e probabilmente acquisirà lui stesso un ritmo più regolare, permettendoci non solo di andare in bagno, ma anche di dedicare del tempo a noi stesse o alla coppia, di tornare al lavoro (senza smettere di allattare!) o dedicarci ai nostri hobby preferiti.
L’allattamento a richiesta va mantenuto anche se il bambino acquisisce una certa regolarità, perché gli permette di aumentare la quantità di latte prodotto dal seno in base alle proprie necessità nutrizionali che aumentano con la crescita.
Intorno alle 3 e 6 settimane di vita e al 3° e 6° mese, infatti, potrebbe attraversare i cosiddetti “scatti di crescita”, momenti in cui desidera succhiare più spesso perché, essendo cresciuto, la quantità di latte necessaria a saziarlo è maggiore e chiedendo il seno più spesso, ne fa aumentare la quantità!
Ma non solo: potrebbe improvvisamente chiedere più spesso il seno in concomitanza con un raffreddore, un’influenza (il latte contiene preziosi fattori immunitari!), o con un cambiamento in famiglia (ad esempio, un trasloco, o il ritorno al lavoro della mamma), perché la poppata non è solo nutrimento del corpo, ma è anche un momento di coccole, tenerezza, è un conforto!!!
Emanuela Rocca
Erika
Io sono una mamma che ha serenamente scelto di allattare a richiesta. Io e l mia bimba ne siamo felici. All’inizio ci sono state difficoltà legate a ragadi, ma grazie all’impegno di entrambe (davvero l’allattamento è un lavoro di squadra mamma-bimbo) le abbiamo superate e ora Maria, che ha 14 mesi, continua a poppare ogni tanto al seno ma mangia di tutto, è autonoma, serena, vivace e testarda..insomma una bambina normale e sana. Ma questa è l’esperienza mia e di mia figlia. Sono a contatto con molte mamme e ognuna racconta una storia di allattamento differente. Ogni storia ha la sua dignità, sia che di mezzo ci sia o meno un biberon. Io credo nell’importanza dell’allattamento al seno, penso davvero che sia la via “migliore” da tanti punti di vista, ma credo anche che (purtroppo) una mamma oggi non sia nelle condizioni migliori per sceglielo con serenità perchè i condizionamenti sociali e culturali sono molti. Per questo ciò che conta, a mio avviso, è fornire nella maniera più delicata le informazioni più adeguate cercando di eliminare il più possibile ogni giudizio su quanto poi la madre (col padre) deciderà di fare. E’ un tema che mi sta molto a cuore e ne parlo anche nel mio blog (http://alberoestella.it/blog/post/2011/11/17/rischi-talebani/)… mi farebbe piacere conforntarmi con voi anche qui. Ciao