Fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole, ci aveva detto Severn. Questo stimolo è un primo punto di partenza per dare una svolta vera al nostro stile di vita, perché diventi più ecologico e sobrio, concreto, reale, semplice.
Ma ci vuole concretezza… che fare? E soprattutto, come e con chi?
Secondo me una chiave di lettura interessante per iniziare a mettere assieme più tasselli e vivere un ambientalismo concreto e felice è quello di crescere nelle relazioni.
Per crescere un bambino serve un intero villaggio, ci hanno insegnato gli africani e questo potrebbe essere un nuovo monito per costruire il nostro modello di società, fatto un pochettino di più a nostra misura, più leggero, umano, a portata di famiglia.
Tanto dall’alto, dalla politica, dalle istituzioni non arriverà il vero cambiamento. Mi dispiace essere così negativa nei confronti della politica, nonostante che io creda fermamente nella cittadinanza attiva e mi impegni anche in modo diretto.
Tuttavia mi sto convincendo sempre di più che l’ambiente ha bisogno delle famiglie, ha bisogno dei movimenti dal basso, quelli fatti da persone che sperimentano, che si spendono e che fanno rete.
Forse prima o poi anche in Italia ci sarà un rinnovamento della politica. È un augurio che ci facciamo tutti. Sarebbe folle non sperarlo.
Nella mia casa e nella mia comunità di riferimento, sto cercando di cambiare, con l’aiuto di mio marito, coinvolgendo le mie bimbe e con l’aiuto delle rete di famiglie che, in modo forse un po’ inconsapevole, sta camminando con noi.
E io sono cambiata perché mi hanno fatto vibrare le corde giuste, qualcuno è arrivato a dirmi parole sagge quando non aspettavo che quello. Probabilmente ero insofferente e temevo di essere travolta, nella situazione in cui mi trovavo.
La forza delle famiglie e dell’educazione secondo me potrà essere il collante della nuova coscienza civile, una coscienza che ci renderà forti e pieni di futuro per realizzare davvero uno stile di vita sostenibile, consapevole e felice.
La follia del presente è quella di darci il superfluo per toglierci il pane e il futuro: la nostra generazione ha il compito di cambiare rotta, di generare abitudini virtuose e di condividerle.
La relazione è la chiave di un rinnovamento che ha il sapore della decrescita, del vivere bene, del circondarsi di bellezza condivisa.
Perché la famiglia e non la persona?
Perché la famiglia è il prototipo della relazione, è il grimaldello che ti mette in connessione con la società ed è ciò che genera e garantisce il futuro.
È grazie a questo tipo di relazione tra famiglie, leggera e un po’ folle (perché non sa quale sarà il risultato del proprio impegno) che nascono i gruppi d’acquisto solidale, e gli orti condivisi, il piedibus e la cittadinanza attiva per la mobilità sostenibile, gli swap-party, gli scambi e i baratti, la condivisione di esperienze di autoproduzione e creatività e poi ancora il coworking, il cohousing, la solidarietà nei quartieri.
Opportunità di decrescita felice che hanno il sapore dell’innovazione e racchiudono i semi del cambiamento.
Da soli è tutto molto più difficile. Abbiamo i bambini, incontriamoci, facciamo rete.
Vi lascio con un video fenomenale, che ho scoperto solo ieri e di cui mi sono follemente innamorata… sarà perché vanno tutti in bici?
Un video emozionante, ricco. Ci dice che la vita è breve, la vita è semplice, che dipende da te e da chi metti sulla tua strada. Pensiamoci.
Dalla prossima volta, concretissime soluzioni ;).
Elisa Artuso
Alexandra
Grandissima! finalmente qualcuno che non chiede al legislatore di cambiare le cose, non aspetta che sia la Regola a dire cosa bisogna fare e ci dia ragione per seguire le nostre convinzioni, ma che comincia dalle proprie relazioni con le persone.
Per me, quando si dice che la società è basata sulla famiglia, non è – come potrebbe sembrare – una dichiarazione tradizionalista patriarcale che fa riferimento alla famiglia come struttura di potere e di conformità, ma al contrario, il basare la nostra società su di una unità relazionale nella quale OGNI PERSONA è presa e accettata, rispettata e amata come se stessa, come unica, irripetibile e preziosissima, responsabile di sé e delle altre. Fondamento di libertà e democrazia per eccellenza, l’antitesi di ogni conformismo o totalitarismo.
Fantastico il video. la mia citazione preferita: if you don’t have enough time, stop watching TV.
Giulia
Mi è venuta la pelle d’oca a leggere le tue parole. Splendide davvero. Si cambia dal “basso”, dalla cellula della società, la famiglia…hai ragione. E che dire del video? Vedo di farlo girare il più possibile. Sono quasi 3 minuti di una densità di contenuti spaventosa. Complimenti Elisa
Ci vuole un intero villaggio per far crescere un bambino | Mestiere di Mamma - educazione, infanzia, maternità sostenibile
[…] Tutto questo per dire che c’è un’associazione nella mia città che ha realizzato un video per ringraziare chi l’ha sostenuta in una raccolta fondi, la prima attivata. Apprezzo molto il lavoro che fanno: si occupano di minori in difficoltà e lavorano molto come collante tra famiglie che riescono a coinvolgere in modo unico. Ho chiesto loro di scrivere una testimonianza per il mio libro, parlando proprio di ecologia delle relazioni. […]