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Bambino coccolato non significa viziato
Coccole

Attenzione! Non troppe coccole. Così lo viziamo. Bisogna stare attenti a non eccedere con i gesti d’amore. Dosarli, centellinarli. Altrimenti…

Altrimenti? Ma di cosa ha paura la nostra società? Che mettiamo in circolazione troppo amore, gentilezza e disponibilità?

Quando si dice che le coccole, il latte della mamma, la vicinanza non sono vizi (pregiudizio assai diffuso nella nostra cultura) oggi si va molto controcorrente.
Parenti, amici, conoscenti non sono convinti. “Se lo tieni sempre in braccio poi si abitua” è l’idea diffusa. Come se quella di ricevere e dare molto amore fosse una cattiva abitudine.

E ancora. “Poi non vorrà più stare giù”. Come se i bimbi una volta imparato a gattonare, camminare, correre, volessero ancora stare in braccio tutto il giorno.

Una coccola, certo. Un po’ di latte di mamma. Ma le nuove conquiste (la stazione eretta, i primi passi) e la realtà circostante chiamano…
Anzi, chi fa “il pieno di mamma” da piccolo, poi si muove alla scoperta del mondo con maggior sicurezza in se stesso e in quanti lo circondano.

Ma tutto questo le mamme lo sanno già. Sono “programmate” da secoli per rispondere al pianto del loro bambino.

Quando una nonna, una suocera, una zia, una vicina di casa, dicono a una mamma di lasciar piangere il suo bambino, alla mamma questo monito suona stonato dentro. In fondo al cuore.

Quando il suo piccino piange tutto in lei risponde, chiamiamolo istinto, chiamiamolo come vogliamo, ma le mamma sono “fatte” per dare conforto ai loro cuccioli.

E quello che le mamme già sapevano, oggi lo conferma anche la scienza. Non che ne avessero bisogno, le madri. Ma una conferma autorevole magari può essere utile per gli altri, quei parenti, amici, conoscenti che si ostinano a interferire con le competenze materne, offrendo consigli, commenti e spesso critiche, ovviamente non richiesti.

Citiamo un paio di studi recenti. Quello realizzato dalla Duke University del North Carolina mette in relazione la stabilità emotiva in età adulta con le cure affettuose ricevute nella primissima infanzia e dimostra che il contatto, la tenerezza, la risposta sollecita ai bisogni del bambino hanno effetti positivi nell’immediato, ma anche a lungo termine.
Lo studio americano ha coinvolto un campione di quasi cinquecento bambini di otto mesi, classificati in base al livello di affetto (basso, normale, molto elevato) dimostrato dalle rispettive mamme.

Trentaquattro anni dopo, si è visto che i bimbi che avevano ricevuto livelli di affetto molto elevati mostravano valori significativamente più bassi di ansia, angoscia e ostilità. In poche parole: erano adulti più sereni e sicuri di sé grazie alle coccole della mamma.
Risultati analoghi sono quelli di uno studio recentissimo condotto dalla Washington University School of Medicine di St. Louis che ha coinvolto 92 bambini – sani o con sintomi depressivi – dei quali era stata precedentemente valutata l’interazione quotidiana con i genitori.

Secondo la ricerca, una relazione affettuosa, nutrita di contatto e vicinanza, è associata a un miglior sviluppo dell’ippocampo, una regione cerebrale che ha un ruolo essenziale per la gestione dello stress.

In pratica, nei bimbi più coccolati, l’ippocampo risulta più sviluppato del 10% circa. Un accudimento affettuoso in età prescolare si è dunque rivelato il primo e miglior antidoto contro lo stress.

Ma ripeto. Le mamme lo sapevano già. Non hanno bisogno degli studi scientifici. La nostra società però ne ha ancora bisogno.

Per dire addio a tanti pregiudizi, per incamminarsi senza più timori, sulla strada della tenerezza e dell’amore. Con risultati garantiti a breve e lungo termine.

Giorgia Cozza

Per approfondimenti:
Bebè a costo zero

E se poi prende il vizio?

Commenti (6)

    • SiL

    • 12 anni fa

    Grazie per quest’articolo!!!

    Mia mamma mi fa le “pare” perché allatto-coccolo mio figlio di 18 mesi..
    Mia cognata si meravigliava che mio figlio non si addormentasse da solo nel suo lettino..

    E invece, fatalità, proprio ieri un’amica mi faceva notare la calma e serenità del mio piccolo..

    • Laura

    • 12 anni fa

    Grazie per quest’articolo che ho letto con grande interesse e ho citato in un mio post!

    • Alexandra

    • 12 anni fa

    Si, hai ragione Giorgia, io mamma queste cose le so nel più profondo del cuore, e alla mia intelligenza razionale sembrano di un’evidenza assoluta. Continuo a chiedermi come facciano così tante persone ad essere convinte che gesti d’affetto puro e semplice (che non hanno nulla, ma nulla a che fare con l’eventuale cedere a “capricci”, intesi come trepidazioni del piccolo per ottenere qualcosa che va “contro” la necessità razionale e/o il rispetto dell’altro, no sto parlando del puro gesto di amore, della banale gentilezza, che se dovesse mancare nelle relazioni con un adulto, ci chiamerebbero maleducati)…

    • Silvia

    • 12 anni fa

    Anche mia figlia, coccolatissima e allattatissima da piccola, dimostra adesso (6 anni) una ottima sicurezza in se stessa e ottime capacita’ relazionali e affettive. Si distacca con sicurezza da me, riesce a stare senza la mamma per giorni, e’ autonoma, si fa un sacco do cose da sola, dorme a casa delle sue amichette con serenita’, affronta situazioni difficili con sicurezza e serenita. Ho sempre pensato che la serenita’ con cui affonta il distacco da noi genitori fosse in relazione con la sicurezza affettiva che entrambi noi due le abbiamo dimostrato da piccolissima (e che le dimostriamo in forma diversa anche oggi). Ciao e buone coccole a tutte e a tutti!!!

    • marianna

    • 12 anni fa

    Ma tutte le zie, nonne, vicine sono mamme… perchè dentro di loro questa convinzione non c’è? magari hanno dimenticato o a loro volta hanno seguito i consigli sbagliati di altre zie nonne vicine. Che fatica…
    viva le coccole, il latte della mamma, baci, carezze e affetto sempre e comunque.

  1. Diffidare dei parenti, vicini, and so on, specialmete appena si torna dall’ospedale con l infante in braccio. La prima cosa che mi hanno insegnato al corso pre-parto era che i mariti dovevano non fare da filtro ma proprio da muro tra me il bimbo e tutti gli altri. E così é stato.

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