Oggi parleremo di “Pedagogia bianca“, quella – per intenderci – amica del bambino e della sua natura, che (come intuibile) si poggia su assiomi diametralmente opposti a quelli della pedagogia nera e che, nelle parole di Alice Miller, possiamo così riassumere:
1) Il bambino è sempre innocente;
2) Ogni bambino ha esigenze particolari ineluttabili, tra le altre il bisogno di sicurezza, affetto, protezione, contatto, sincerità, calore e tenerezza e viene al mondo per crescere, svilupparsi, vivere, amare ed esprimere i propri bisogni e sentimenti, allo scopo di meglio tutelare la propria persona;
3) Rispetto per i suoi diritti e tolleranza per i suoi sentimenti;
4) Disponibilità da parte dell’adulto ad imparare dal suo comportamento alcune cose: a) sulla natura di quel singolo bambino. b) sul proprio “essere bambini”, che rende i genitori da parte loro in grado di compiere il lavoro del lutto. c) sulla natura della vita affettiva che nel bambino si può osservare molto più chiaramente che nell’adulto, in quanto il bambino può vivere i propri sentimenti in modo molto più intenso e, nel caso ottimale, in modo meno contraffatto che non l’adulto;
5) Queste esigenze sono soddisfatte raramente, ma sono spesso sfruttate dagli adulti per i loro scopi;
6) L’abuso subito da bambino ha delle conseguenze per tutta la vita. La normale reazione a tali lesioni della propria integrità sarebbe di ira e dolore, ma poiché in un ambiente simile l’ira rimane un sentimento proibito per il bambino e poiché l’esperienza del dolore sarebbe insopportabile nella solitudine, egli deve reprimere tali sentimenti, rimuovere il ricordo del trauma e idealizzare i suoi aggressori. In seguito non sarà più consapevole di ciò che gli è stato fatto.
7) La società è dalla parte degli adulti e accusa il bambino di ciò che a lui è stato fatto;
8) La realtà della vittimizzazione del bambino è sempre negata, pertanto, si continuano ad ignorare le conseguenze di tale vittimizzazione;
9) Il bambino, abbandonato alla sua solitudine dalla società, non ha altre possibilità che negare il trauma e idealizzare coloro che glielo hanno inflitto;
10) La negazione crea nevrosi, psicosi, disturbi psicosomatici e crimini;
11) Nella nevrosi i veri bisogni sono repressi e negati e il soggetto vive al loro posto sentimenti di colpa;
12) Nella misura in cui sarà possibile scoprire con sicurezza e senza ambiguità le risorse di consapevolezza nascoste nelle esperienze dell’infanzia, le storie delle vittime potranno aiutare la società in generale e la scienza in particolare, ad aumentare il loro livello di coscienza.
13) La consapevolezza o l’ignoranza della società aiutano, in tal senso, a salvare una vita o contribuiscono a distruggerla. Di qui la grande opportunità che viene offerta a parenti, avvocati, giudici, medici e assistenti sociali di stare, senza mezzi termini, dalla parte del bambino e di dargli la loro fiducia.
14) Finora la società proteggeva gli adulti e colpevolizzava le vittime. Nel suo accecamento, essa si appoggiava a teorie che, corrispondendo ancora interamente al modello educativo dei nostri nonni, vedevano nel bambino una creatura astuta, un essere dominato da impulsi malvagi, che racconta storie non vere e critica i poveri genitori innocenti, oppure li desidera sessualmente. In realtà, invece, non v’è bambino che non sia pronto ad addossarsi lui stesso la colpa della crudeltà dei genitori, al fine di scaricare da loro, che egli continua pur sempre ad amare, ogni responsabilità.
15) Solo da alcuni anni, grazie all’impiego di nuovi metodi terapeutici, si può dimostrare che le esperienze traumatiche rimosse nell’infanzia vengono immagazzinate nella memoria corporea e che esse, rimaste a livello inconscio, continuano a esercitare la loro influenza sulla vita dell’individuo ormai adulto. I rilevamenti elettronici compiuti sul feto hanno inoltre rivelato una realtà che finora non era stata percepita dalla maggior parte degli adulti: e cioè che sin dai primi attimi di vita il bambino è in grado di recepire e di apprendere atteggiamenti sia di tenerezza che di crudeltà.
16) Grazie a queste nuove conoscenze, ogni comportamento assurdo rivela la sua logica sino a quel momento nascosta, non appena le esperienze traumatiche subite nell’infanzia non debbano più rimanere nell’ombra.
17) L’aver acquisito sensibilità per le crudeltà commesse verso i bambini, che sinora venivano generalmente negate, e per le loro conseguenze arresterà il riprodursi della violenza di generazione in generazione.
18) Gli individui che nell’infanzia non hanno dovuto subire violazioni alla loro integrità, e a cui è stato consentito di sperimentare protezione, rispetto e lealtà da parte dei loro genitori, da giovani e anche in seguito saranno intelligenti, ricettivi, capaci di immedesimarsi negli altri e molto sensibili. Godranno della gioia di vivere e non avranno affatto bisogno di far del male agli altri o a se stessi, né addirittura di uccidere.
Useranno il proprio potere per difendersi, e non per aggredire gli altri. Non potranno fare a meno di rispettare e proteggere i più deboli, ossia anche i propri figli, dal momento che essi stessi, un tempo, hanno compiuto tale esperienza, e dal momento che fin dall’inizio in loro è stato memorizzato proprio questo sapere (e non la crudeltà). Questi individui non saranno mai nella condizione di capire come mai i loro avi nel passato abbiano dovuto impiantare una mastodontica industria bellica per sentirsi a loro agio e sicuri nel mondo. Dal momento che il compito inconscio della loro vita non starà più nel difendersi dalle minacce subite nell’infanzia, essi saranno in grado di affrontare in maniera più razionale e creativa le minacce presenti nella realtà.
Ognuno di noi dovrebbe quindi chiedersi: c’è qualcosa della mia infanzia (tipo di educazione/sofferenze non elaborate) che, seppur inconsapevolmente, sto rimettendo in atto nei confronti del mio bambino?
Per concludere, è evidente come il segreto per un’infanzia ed una genitorialità felici sia racchiuso nei pilastri della pedagogia bianca. In realtà segreto non è, ma rappresenta semplicemente la nostra meravigliosa natura.