Eccoci giunti all’ultima fase della gravidanza consapevole (“endogestazione”): il terzo trimestre.
Assumendo l’ottica della Psicologia e dell’Educazione Prenatale abbiamo sinora approfondito alcune tematiche connesse al concepimento consapevole, al primo e al secondo trimestre di endogestazione.
Ci siamo confrontati con le domande e i dubbi della “ricerca” di un figlio, con gli sconvolgimenti psicofisici delle prime dodici settimane e con la riacquisizione di uno stato di maggiore equilibrio e benessere di quelle successive. Passando attraverso malesseri, pensieri, ansie, gioie, timori, speranze, comuni alla maggior parte delle gravidanze.
Ma, come ogni equilibrio fisiologico che si rispetti, anche quello così guadagnato dalla mamma gravida è destinato ad essere dinamico, in movimento ed in continuo aggiustamento. Ed ecco che trovandosi in vista del traguardo che segue ogni gravidanza – il parto/nascita – questo equilibrio scompare.
Perchè il terzo trimestre di endogestazione è intriso della preparazione psicofisica alla separazione determinata dal parto/nascita. L’attività dell’ossitocina (noto altrimenti come “ormone dell’amore”, coinvolto in molti processi legati al ciclo di vita sessuale-riproduttivo e all’accudimento della prole nei mammiferi) cambia.
Compaiono alcuni disturbi legati alla pancia ingombrante e sempre più pesante (dolori alla schiena, difficoltà nel sonno e nella digestione, sciatalgia…).
La percezione che si ha del bimbo in utero è sempre più concreta, perchè la sua presenza reale è sempre più evidente.
La donna inizia a pensare sempre più spesso al parto e su di esso fantastica, avendo allo stesso tempo paura e desiderio del travaglio; è possibile affermare che vi è un’uscita dall’idillio del secondo trimestre ed una nuova percezione anticipata della separazione imminente dal feto, che il parto/nascita trasformerà in neonato.
La Psicologia Prenatale ci indica come l’imminente cambiamento che attende la triade madre-padre-figlio possa risvegliare alcuni pensieri caratteristici del primo trimestre di endogestazione, legati alla paura e al desiderio di incontrare il “bambino reale”, che prenderà prepotentemente il posto del “bambino sognato” al momento del parto/nascita.
È molto interessante soffermarsi ad osservare l’istinto di nidificazione che si manifesta caratteristicamente proprio in questo trimestre; la diade genitoriale progetta, prepara, fa spazio in casa per accogliere il nuovo membro della famiglia. Il corpo piccolo e vulnerabile del figlio in arrivo viene ricevuto con attenzione, massima cura, adeguatezza di spazi e strumenti.
L’Educazione Prenatale invita a fare altrettanto per la mente e per la psiche (l’anima) del bambino. Fare posto in casa non basta; il vero luogo che è importante rendere abitabile per un figlio sono il proprio cuore e la propria mente.
Cosa fare, allora, per vivere appieno questa fase conclusiva dell’endogestazione?
· Approfondire la propria preparazione al parto/nascita usufruendo degli strumenti messi a disposizione dall’Educazione Prenatale (i Corsi, le Consulenze, i Convegni ecc.),
· Prendere le decisioni connesse a dove, come e con chi partorire. Informarsi, informarsi, informarsi!
· Stendere un Piano del Parto ed essere consapevoli dei diritti della madre, del padre e del nascituro,
· Abituarsi ad un rilassamento quotidiano, così come alla ritualità della comunicazione psicotattile, vocale ed aptonomica col nascituro.
Come già detto nei precedenti articoli, la Psicologia e l’Educazione Prenatale possono offrire aiuto per questi e per molti altri aspetti della gestazione. Se desiderate approfondire quanto letto sin qui, vi consiglio di visitare il Blog di Educazione Consapevole e le risorse ivi contenute.
Vi aspetto nelle prossime settimane con la scoperta del Parto/Nascita Consapevole.
Un saluto e a presto!
Maria Beatrice Nava