La vaccinazione antimorbillo è stata introdotta negli USA e in molti altri Paesi nei primi anni Sessanta, quando l’infezione da morbillo stava regredendo in modo naturale e si avviava verso il suo minimo in 18 anni. È questo il motivo per cui sembra che il vaccino ne abbia diminuito l’incidenza; si tratta solo di una coincidenza con le dinamiche naturali della malattia.
Tanto per fare un solo esempio fra i tanti che riguardano tutte le malattie infettive dell’infanzia contro cui sono stati sviluppati dei vaccini, dall’introduzione dell’antimorbillosa, nonostante il suo uso massiccio, le pagine delle riviste mediche sono piene di notizie relative a epidemie e recrudescenze dell’infezione, persino in popolazioni con copertura vaccinale del 100%.
Appaiono con sempre maggior frequenza anche notizie relative a complicanze serie, fra cui il decesso…
Morbillo atipico solo nei vaccinati
È meno noto al grande pubblico che i bambini vaccinati hanno iniziato a sviluppare una forma particolarmente maligna di morbillo, dovuta all’alterazione della risposta immunitaria causata dagli effetti deleteri del vaccino. Si tratta di una forma resistente ai trattamenti e con un alto tasso di mortalità; è nota come morbillo atipico (AMS).
Rauh e Schmidt (1965) descrissero nove casi di AMS durante un’epidemia di morbillo a Cincinnati nel 1963. Avevano seguito 386 bambini a cui nel 1961 erano state somministrate tre dosi del vaccino con virus inattivato. Di questi 386, 125 erano stati esposti al virus e 54 avevano sviluppato la malattia.
Il nuovo morbillo atipico che colpiva i bambini vaccinati era caratterizzato da febbre alta, esantema insolito e polmonite, e riguardava perlopiù i vaccinati con virus inattivato.
Rauch e Schmidt (1965) conclusero che: “E’ palese che tre iniezioni del virus inattivato non hanno protetto una larga percentuale dei bambini esposti al virus entro i due anni e mezzo dall’immunizzazione.”
Anche Fulginiti (1967) descrisse il manifestarsi del morbillo atipico in dieci bambini che avevano ricevuto il virus inattivato dai cinque ai sei anni prima.
Nichols (1979) scrisse che il morbillo atipico era considerato una risposta eccessiva al normale virus del morbillo in soggetti vaccinati con la formula inattivata, sebbene diverse ricerche abbiano riscontrato una forma della malattia, analoga all’AMS, in bambini vaccinati con il virus attenuato…
Continue epidemie di morbillo sono il segno di un’incidenza crescente paragonabile al periodo pre-vaccino.
Recrudescenze del morbillo in bambini vaccinati sono continuate e si sono intensificate fino ai giorni nostri. Quello che si può osservare oggi a proposito dell’inefficacia del vaccino indica, a mio parere, che l’incidenza dell’infezione è aumentata e non ha continuato a diminuire come aveva fatto nel corso di circa 100 anni prima che qualsiasi tipo di vaccino fosse introdotto.
…Fino agli anni Ottanta, le epidemie di morbillo in bambini che avevano effettuato il ciclo completo del vaccino sono proseguite in tutti gli Stati Uniti e in tutti gli altri paesi del mondo con alti tassi di copertura vaccinale.
Robertson et al. (1992) scrissero che nel 1985 e nel 1986, 152 epidemie di morbillo in bambini nordamericani in età scolare avevano colpito individui vaccinati:”ogni due o tre anni c’è un’impennata dell’infezione da morbillo che è incurante delle regole sull’immunizzazione.”
E come se non bastasse, fra gli Amish, in larga parte non vaccinati per motivi religiosi, non era stato riscontrato un singolo caso di morbillo fra il 1970 e il dicembre del 1987, ben 18 anni (Sutter et al. 1991). È probabile che una situazione simile avrebbe riguardato anche altre comunità non vaccinate e che la vaccinazione avesse di fatto mantenuto il morbillo vivo e vegeto. Secondo Hedrich (1993), esiste una varietà di dinamiche relative al manifestarsi del morbillo, dai 2-3 anni fino ai 18, come dimostra l’esempio degli Amish non vaccinati.
…Una vasta epidemia di morbillo ha interessato l’Europa ed è stata segnalata durante la settimana europea dell’immunizzazione (25 aprile 2011). Circa 6.500 casi in 30 paesi secondo quanto riferito dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Secondo un’altra fonte (MMWR Wkly Rep 2012; 61: 253-257) nel 2011 si è registrato un incremento quadruplo nell’incidenza del morbillo… La responsabilità dell’epidemia è stata attribuita a casi di morbillo importato, ma non dovrebbe essere compito del vaccino proteggere dall’infezione quando si viene in contatto con qualcuno affetto da morbillo?
Black et al. (1984) riassunsero i dati sull’inefficacia della rivaccinazione (somministrazione di ulteriori dosi del vaccino ndt.) che erano stati pubblicati da vari autori, i quali dimostravano che “la concentrazione degli anticorpi nei bambini re-immunizzati poteva diminuire dopo diversi mesi e arrivare a livelli molto bassi, tanto che i bambini vaccinati due volte potevano ancora sviluppare sintomi riconoscibili della malattia, sebbene in forma più blanda.” Conclusero che “ lo stato in cui un bambino è sensibilizzato a livello immunologico ma non è immune all’infezione può essere definito di immunità inadeguata.”
Ottimismo infondato sull’eradicazione del morbillo
Nonostante l’evidente mancato successo della vaccinazione anti morbillo, nell’ottobre del 1978 il segretario del Dipartimento della salute, Joseph A Califano Jr. annunciò : “Ci stiamo impegnando in uno sforzo il cui intento è quello di liberare gli Stati Uniti dal morbillo entro il 1° ottobre 1982.”
Come era prevedibile, questo piano irrealistico è fallito: dopo il 1982 gli USA sono stati colpiti più volte da epidemie di morbillo ancor più pesanti e durature, che hanno interessato soprattutto popolazioni con copertura vaccinale totale. All’inizio la colpa è stata attribuita all’inefficacia del vaccino inattivato con la formalina e somministrato a centinaia di migliaia di bambini dal 1963 al 1967. Ciò nondimeno, epidemie e recrudescenze hanno continuato a verificarsi anche quando questo primo vaccino è stato sostituito da due dosi del vaccino con virus attenuato e l’età di somministrazione è stata cambiata.
Gli avvertimenti non sono stati ascoltati, come hanno scritto i medici svizzeri (Albonico et al. 1990): “Abbiamo perso il senso comune e la saggezza che un tempo prevalevano nell’approccio alle malattie infantili. Troppo spesso, anziché rinforzare le difese dell’organismo, la febbre e i sintomi sono soffocati con accanimento. Non sempre la cosa è priva di conseguenze.”
Distruzione dell’immunità trasmessa per via placentare
Dopo l’introduzione del vaccino negli USA, molti ricercatori misero in guardia sul fatto che le generazioni di bambini nati da madri vaccinate durante l’infanzia avrebbero avuto poca o nulla immunità trasmessa per via placentare e avrebbero contratto il morbillo e altre malattie troppo presto.
Lennon e Black (1986) dimostrarono che “le concentrazioni dell’anticorpo che neutralizza e inibisce l’emoagglutinina sono più basse nelle donne tanto giovani da essere state vaccinate rispetto a quelle più anziane.” lo stesso può dirsi per la pertosse. Ciò spiegherebbe come mai tanti bambini prima di raggiungere l’età per la vaccinazione sviluppino queste malattie, soprattutto la pertosse di cui tanto si parla.
Traduzione dall’inglese di Michela Orazzini
Estratto da: “Vaccino antimorbillo, prima parte: Inefficacia della vaccinazione ed effetti indesiderati”. Dott.ssa Viera Scheibner (PhD) – 18 gennaio 2013, pubblicato su www.vaccinationcouncil.org.
Bibliografia essenziale
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– See more at: http://www.vaccinationcouncil.org/2013/01/18/the-ineffectiveness-of-measles-vaccines-and-other-unintended-consequences-by-dr-viera-scheibner-phd/#sthash.V4fyIyiJ.dpuf
andrea
Giulia la mia primogenita l’abbiamo vaccinata a tutto, la seconda, Simona, abbiamo preferito non vaccinarla, e siamo contenti così, certo che è difficile relazionarsi con i pediatri, i quali ci trattano come dei irresponsabili e dei genitori inadatti al ruolo.