Forse non l’avete mai sentita nominare, ma il genio della dottoressa Emmi Pikler (1902-1984) e il suo approccio esemplare all’infanzia, che ancora prosegue nel nido dell’Istituto Pikler a Budapest, in Ungheria, iniziano finalmente ad attirare l’attenzione anche nel Regno Unito…
Il contributo della dott.ssa Pikler alla nostra comprensione del bambino piccolo e del modo migliore di prendersene cura deve ormai figurare accanto a quello di altri importanti educatori e pedagogisti della prima infanzia. Quello che è stato scoperto, e tutt’ora viene messo in pratica nell’Istituto Pikler, può offrire un nuovo punto di riferimento sulle cure all’infanzia, in linea con le recenti scoperte delle neuroscienze e con la teoria dell’attaccamento.
L’intento della Pikler era quello di assicurare il benessere fisico e psichico del bambino piccolo, e negli anni ’30 comprese che la chiave per raggiungerlo passava attraverso la creazione di un attaccamento sicuro. Vide che elargire cure rispettose, soprattutto durante l’accudimento fisico, era uno degli strumenti principali per raggiungere lo scopo. Comprese anche l’importanza di consentire al bambino di agire secondo un’iniziativa propria, e il profondo impatto che questo avrebbe avuto su di lui, sull’immagine di sé, sul proprio autocontrollo e su molte altre cose.
Sviluppò le proprie idee durante il suo lavoro come pediatra, poi nell’orfanotrofio che diresse per oltre 65 anni, e ora il suo approccio viene portato avanti nei gruppi nido di Lóczy Street a Budapest. La qualità delle cure elargite e la comprensione di quanto fosse importante rispettare l’iniziativa del bambino nel gioco e nel movimento sono fra i molti fattori che hanno contribuito al suo successo.
Credevo di sapere cosa fosse un accudimento rispettoso finché non ho visto all’opera gli operatori dell’Istituto Pikler. È stata un’esperienza profonda osservare il livello di fiducia, gioia e delicata cooperazione che può stabilirsi fra un bambino e chi se ne prende cura. Si tratta di un approccio che richiede notevole abilità, è complesso, multistratificato e implica una continua considerazione del ruolo chiave svolto dall’operatore, un confronto e una discussione costanti all’interno del gruppo. Il semplice esempio del cambio del pannolino potrà dare un’idea di alcuni aspetti legati a questo tipo di approccio.
“La pace nel mondo inizia dal fasciatoio”
Ho sentito questa frase semplice e profonda durante il mio tirocinio all’Istituto Pikler e ho capito che i gesti che compiamo durante la ripetizione continua, molte volte al giorno e per diversi anni, delle pratiche di accudimento avranno ripercussioni sulla vita adulta del bambino. I momenti ripetuti delle cure agiranno, senza eccezione, sull’inconscio profondo del bambino, dal punto di vista fisico e emotivo. Se i gesti siano bruschi e frettolosi o calmi e delicati avrà conseguenze sulla percezione di se stesso e degli altri, forse per il resto della vita. Il cambio del pannolino è il momento più delicato, implica il contatto con le parti più intime del corpo e prevede una totale vulnerabilità da parte del bambino.
“Con il bambino, non al bambino”
All’Istituto Pikler il momento delle cure fisiche è considerato con il massimo rispetto e visto come uno dei momenti cruciali in cui sviluppare la fiducia e la relazione col bambino. Non è pensabile di commettere alcun tipo di “microviolenza” e l’uso della forza da parte dell’adulto è inaccettabile. Questo vuol dire che tutti gli aspetti dell’accudimento vengono portati avanti con la collaborazione del bambino, e non vengono fatti al bambino. Il piccolo è invitato a partecipare a tutti i passaggi e niente può esser fatto senza il suo consenso, anche nel caso di bambini molto piccoli.
Il cambio del pannolino è lento e delicato e l’operatore è presente appieno, coinvolto con il bambino perché si tratta di un momento speciale da dedicare a quel bambino in particolare. L’attenzione piena, come ci insegna la teoria dell’attaccamento, è essenziale alla creazone della fiducia. Nel nido Pikler a ogni bambino vengono dedicati momenti speciali da solo a solo con il suo operatore di riferimento, durante il cambio del pannolino, ai pasti e prima e dopo il sonnellino, a seconda dell’età. Nel nido residenziale questi momenti a tu per tu avvenivano durante il bagnetto, quando era ora di mangiare o di dormire, di vestirsi, per diverse volte al giorno, ed erano centrali alla conservazione di un buon attaccamento, di un ambiente tranquillo con bambini attivi e soddisfatti.
L’attenzione dell’operatore non è solo sul compito pratico da eseguire, ma è aperta agli interessi del bambino relativi alle cure che riceve o all’ambiente circostante. È attento a tutti i segnali che provengono dal lui e l’accudimento si trasforma in una danza. L’operatore è colui che guida la danza, che facilita la conversazione e si adatta al bambino, pur non dimenticando il compito da eseguire.
Durante il cambio del pannolino i bambini non ricevono qualcosa con cui giocare, sono invece coinvolti appieno, per non rischiare che si dissocino da ciò che avviene al loro corpo. È un momento in cui li si invita a un intimo e cooperativo sforzo condiviso.
Persino un neonato può capire cosa chiede l’operatore, rispondere a avere un’iniziativa propria. Quando cresce, la conversazione riguarderà gli interressi passati, presenti e futuri e col tempo questo creerà un profondo senso, da parte del bambino, di essere “pensato” dal suo operatore speciale durante tutto il giorno, aprendo così una porta naturale verso l’apprendimento e l’uso del linguaggio.
…L’operatore si adatta ai movimenti del bambino, gli permette di rotolarsi sul pancino, in seguito di stare in piedi sul fasciatoio se è ciò che desidera. Fasciatoi speciali rendono questa libertà di movimento assolutamente possibile. Perciò, anziché tentare di tenere il bambino sulla schiena (col rischio di usare la forza), il bisogno di movimento del piccolo può essere assecondato e lui è molto più felice e coinvolto. Con un po’ di pratica, può funzionare!
Se si riesce a cambiare il pannolino con tanta maestrìa, le ripercussioni per il bambino e la relazione con il suo operatore saranno diverse e importanti. Il bambino sarà appagato emotivamente e potrà piano piano interiorizzare l’attenzione piena, calma e gentile che avrà ricevuto. Anziché istanti frettolosi e pressanti, quelli delle cure fisiche saranno momenti ricchi e gratificanti in cui sviluppare una relazione a due; è questa la chiave per raggiungere un attaccamento sicuro e favorire l’emergere di quel gioco e quell’esplorazione in cui l’iniziativa parte dal bambino stesso.
…Come per ogni arte, ci vuole esercizio, tempo e fatica; è necessario un impegno continuo di osservazione, riflessione su di sé e lavoro di squadra. Coloro che hanno intrapreso il tirocinio all’approccio Pikler sperimentano molte situazioni di disagio, legate alle abitudini inconsce della nostra cultura quando si accudisce un bambino, che si tratti di genitori o professionisti del settore. Ma non è forse un viaggio e un percorso imprescindibile quando si vuole lavorare con i più piccoli?
Traduzione dall’inglese di Michela Orazzini
Tratto da “La pace nel mondo inizia dal fasciatoio” (l’approccio Pikler all’infanzia raccontato da Dorothy Marlen su www.dorothymarlen.net)
andrea
Che bel articolo!
Voi de il bambino naturale, mi aprite sempre nuove porte, porte che magari sono dentro me, ma rimanevano chiuse , ora riesco a superarle e questo mondo è meraviglioso.
Grazie, Andrea.
Comunicare con i bambini. Dai primi giorni in poi.. | Diana Erlicher- psicologia integrata
[…] https://www.bambinonaturale.it/2015/01/educare-bambino-rispetto-cambio-pannolino/ Stern D.N., Le interazioni madre-bambino, Cortina, 1998 Stern D.N., Il mondo interpersonale del bambino, Bollati Boringhieri, Torino, 1987 Threvarten C. Empatia e biologia, Cortina, 1998 Marshall Rosenberg Crescere i Bambini con la Comunicazione Nonviolenta […]