Domanda: “Help! Ho una bimba di 16 mesi che allatto al seno. Da quando è nata l’unico modo di farla dormire serena è quello di tenerla nel lettone con me attaccata al seno. Adesso però l’ho iscritta al nido dove ovviamente non riesce a fare il suo riposino a metà mattinata perché non riesce a dormire se non con me. Forse la soluzione migliore per non far soffrire la mia bimba e di farle vivere più serenamente sarebbe quella di svezzarla…Qualcuna si è trovata nella mia stessa situazione? Come posso svezzarla in maniera graduale e soprattutto abituarla a rilassarsi senza il seno?”
La richiesta d’aiuto di questa mamma è arrivata come messaggio privato sulla nostra pagina facebook e tocca un punto che – siamo convinti – preoccupa più di una mamma che ha scelto di allattare il proprio bambino oltre i primi mesi.
Come comportarsi con la poppata una volta che ci si deve separare, per il lavoro della mamma o per l’inserimento al nido o all’asilo?
Non è da considerare un “vizio” l’abitudine di addormentarsi al seno: i bambini piccoli trovano calore, conforto e sicurezza accanto alla mamma, e succhiare li rilassa fino a farli addormentare sereni.
Questo però tende a far preoccupare oltremodo le mamme che hanno la necessità di allontanarsi dai loro bambini, per il rientro al lavoro o per l’inizio dell’avventura del nido o dell’asilo.
– Come si addormenterà senza di me?
– Senza la poppata non dormirà mai!
Tanto che – vuoi anche per le pressioni esterne – si è tentate di abbandonare l’allattamento.
Chi l’ha detto che i bambini non siano in grado di “gestire” il provvisorio distacco dalla mamma trovando pian piano delle soluzioni alternative al seno per la nanna? Certo, ribadiamo “piano piano”. Chi si prende cura del bimbo in assenza della mamma dovrà avere pazienza e comprensione, offrendo al piccolo l’attenzione e le coccole necessari ad accompagnarlo sereno verso il sonno.
Non è detto che sia un passaggio immediato, d’altronde stiamo parlando di un bel cambiamento!
Tuttavia pensare che per un bimbo di soli 16 mesi lo svezzamento risulti più “indolore” forse è un errore: l’inserimento al nido e il distacco dalla mamma sono già due grossi passi nella sua crescita, perché privarlo anche del conforto e della rassicurazione della poppata?
I bambini hanno incredibili risorse, sanno adattarsi ai cambiamenti e a utilizzare “strategie” differenti a seconda delle situazioni: al nido la nanna si fa tutti insieme con le coccole dell’educatrice, a casa si fa il pieno di poppa!
Cara amica, da quanto scrivi si intuisce che l’inserimento è ancora in corso, quindi è assai probabile che con il tempo la tua bambina impari ad addormentarsi senza il seno, come tutti i suoi compagnetti. E siamo certi che sarà tanto più semplice quanto più potrà contare sul conforto della mamma una volta rientrata a casa, conforto rappresentato non solo, ma anche, dall’allattamento e dall’addormentamento accanto a te 🙂
Noi ti consiglieremmo di mantenere ancora le poppate, se questo rende felici entrambe. Intanto, ecco alcuni suggerimenti.
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E tu cosa consiglieresti a questa mamma? Nella stessa situazione manterresti l’allattamento o svezzeresti il tuo bambino?
Giulia
Il mio primogenito è andato al nido a 14 mesi compiuti perché dovevo tornare al lavoro. E’ stato allattato esclusivamente al seno fino a 9 mesi, poi autosvezzato e ha ciucciato la “tetta” come la chiamava lui fino a quasi 4 anni. Per il nido l’allattamento è stato la nostra salvezza: lui ciucciava la mattina prima di lasciarci e appena uscito,essendo inverno avevo trovato un bar dietro l’angolo dove bevevo un caffè d’orzo, lo allattavo prima di ripartire per tornare a casa con lui addosso perché non è stato nel passeggino fino ai 2 anni e poi ha deciso che avrebbe fatto la strada a piedi. Si addormentava solo al seno o in braccio con me o con il papà. Al nido invece i primi giorni si accoccolava in braccio alla sua maestra che si dedicava 10 minuti a lui per addormentarlo , poi con il tempo si rilassava nel suo sacco nanna con le carezzine della maestra Ornella che non gli ha mai negato le coccole. Un nido a misura di bimbo. Quindi posso testimoniare che l’allattamento non è nemico o antitetico al nido, anzi complementare.
simona
La mia piccola ha iniziato ad andare al nido a 15 mesi, circa un mese fa. Per la nanna se è con me la fa prendendo il seno, mentre si è abituata dall’età di sette mesi quando son dovuta rientrare al lavoro, ad addormentarsi in braccio ai nonni o al papà.
Anche per me la nanna al nido era un punto critico, in quanto sapevo che non era possibile che le educatrici potessero tenerla in braccio sempre. Invece la prima volta che è rimasta a dormire, mi hanno detto che si è messa sul lettino e solo tenendole la mano si è addormentata. I giorni successivi sono stati però più critici e quindi mi hanno consigliato di portare qualcosa che le fosse familiare. E così ho scelto tre oggetti che le ho fatto trovare sul lettino e poi lei ha scelto un peluche che le ho sempre messo accanto al letto, ma che non aveva mai considerato più di tanto. E invece proprio quello si è rivelato il compagno della nanna al nido.
Ora dopo un mese la nanna è rimasta ancora un punto “critico” perchè cerca le coccole in modo immediato ma mi han detto che sta imparando ad aspettare e rimane distesa nel lettino in attesa della carezza del “buon sonnellino”.
E per quanto riguarda l’allattamento quello continua a casa, come prima!
Beatrice
Io sono mamma ed educatrice di nido,mamma che ha allattato fino a che la mia bimba ha voluto, portato in fascia, tenuto nel letto con me, ma, ce un ma, l abbiamo abituata molto presto ad addormentarsi anche con il papà, e poi col tempo anche con la zia e la nonna, di modo che fosse meno drammatico il distacco dopo,é andata al nido che ancora la allattavo Ma zero problemi,al nido invece mi capitano bimbi che non riescono assolutamente, che piangono tutto il tempo x il sonno ma non si rilassano, noi con tutta la buona volontà siamo due per dieci, dodici anche sedici bimbi, si comprenderà che non è così semplice dedicarsi solo a uno per tre quarti d ora alla volta, il mio consiglio, da mamma chioccia quale sono stata ma anche da Tata, é se si riesce, e si ha l appoggio di un compagno partecipe e sensibile, cercare Non di togliere il seno, io non l ho fatto, ma fare capire che verso l anno esistono anche altri, in primis il papà capaci di aiutare ad addormentarsi,e di farci vedere le meraviglie del mondo, non solo la mamma
Laura
Sono un’educatrice e una quasi mamma. Leggo cose paradossali sull’argomento…ma finalmente ecco un commento che rispecchia la pure verità. Mi rincuora sapere che qualcuna ce l’ha fatta a conciliare entrambe le cose, ci sono ancora tanti pregiudizi da entrambe le parti. Grazie ❤️