Credo che mai, come in questi tempi di invasione mediatica, sia attuale una riflessione in chiave critica sulla prassi, tanto diffusa quanto, spesso, inconsapevole dei rischi, di postare foto e video di bambini sui social network o, comunque, di divulgarli on line.
Quella di pubblicare, condividere, diffondere fotografie dei bambini, spesso sin dai primi minuti successivi la nascita, è ormai una moda, contagiosa al punto di aver convinto anche i genitori più riservati a mostrare al pubblico le gioie più grandi della vita.
Chi studia il fenomeno più da vicino, ha però messo in guardia circa i pericoli insiti in queste abitudini che, per il fatto di essere collettive e comuni, non sono immuni da rischi per i soggetti che sono esposti in modo incontrollato ad un pubblico di avventori incontrollato, indiscriminato e per lo più sconosciuto.
Prima ancora di interrogarci sui pericoli di queste condotte, vale la pena chiederci se, come genitori, abbiamo davvero la facoltà di disporre a piacimento delle fotografie dei nostri pargoli, senza tenere conto della loro volontà e di ciò che può essere, davvero, il loro bene.
E’ un bene esporre i nostri figli ad una massa incontrollata ed incontrollabile come quella che accede a Facebook – per citare il più noto dei social – o, al contrario, è qualcosa che può addirittura nuocere e metterli in pericolo?
Il diritto all’immagine
Il diritto all’immagine è tutelato dalla nostra Carta Costituzionale fra i diritti fondamentali ed inviolabili della persona umana e trova protezione contro chiunque utilizzi, divulghi o diffonda l’immagine altrui senza il consenso del diretto interessato.
E se è vero che i genitori, in quanto legali rappresentanti dei figli, sino alla loro maggiore età, sono investiti del potere di esercitare i loro diritti, ivi compresi quelli della personalità, è altrettanto innegabile la loro responsabilità in termini di cattivo utilizzo delle prerogative dei figli, specie se, da un uso distorto dei loro diritti ne possa derivare un pregiudizio.
E’ capitato a tutti noi, probabilmente, di pubblicare foto dei nostri bambini, di postarle sulla pagina facebook e di condividerle con gli “amici”, secondo un rituale ormai tanto comune da risultare quasi meccanico.
L’intento di questo contributo non è certo di accusare nessuno; postiamo, condividiamo e commentiamo ritraendo, evidentemente, da quei gesti, rassicurazioni e conferme.
I nostri figli sarebbero contenti?
Siamo sicuri, però, che i nostri figli vogliano tutto questo e che, un domani, magari neppure troppo lontano, non abbiano qualche rimostranza da avanzare nei nostri confronti, per averli messi in imbarazzo o anche solo per averli messi in mostra senza il loro consenso, approfittando delle loro tenera età e di quell’aria un po’ buffa e un po’ sorniona che rende i bambini così unici e speciali?
Siamo certi che l’aver condiviso con il mondo intero – ed anche con i perfetti sconosciuti – i momenti più intimi, dalla nascita al primo bagnetto, alle immagini di pappa spalmata ovunque, al primo giorno di Scuola, per non parlare di ricorrenze come Comunione, compleanni e Santo Natale, non costituisca un’indebita invasione nel legittimo diritto dei nostri bambini a rimanere anonimi e ad essere protetti da sguardi, magari anche interessati e indiscreti?
D’altro canto, se fossero i nostri figli ad appropriarsi di immagini nostre – magari proprio di quelle più imbarazzanti, con l’impacco al cetriolo sulla faccia o con le occhiaie più scure della notte – dandole in pasto al pubblico della rete, non sarei così convinta che la reazione di noi genitori sarebbe di approvazione. Anzi, mi prefiguro più facilmente contestazioni e disapprovazione, perché quello è il sentimento che si prova quando ci si sente messi in piazza senza consenso.
Le insidie del web
Per non parlare dei pericoli più insidiosi della rete, per i quali invito tutti a leggere con attenzione un interessante contributo della dott.ssa Valentina Sellaroli, Pubblico Ministero presso il Tribunale per i Minorenni di Torino, che rappresenta un chiaro monito a desistere dalla tentazione di pubblicare le foto dei nostri bambini su Facebook.
A ognuno di noi la scelta, ovviamente, nel rispetto della sensibilità individuale e dei valori in cui crediamo, ma non ignoriamo i moniti alla prudenza e ad una sana diffidenza, a tutela dei bambini, perché essi sono solo minori di età ma non persone minori o con meno diritti e, certamente, sono il bene più grande che abbiamo.
Avv. Paola Carrera