“In gran parte del mondo, non si fa assolutamente niente per la medicazione del cordone ombelicale. Si tiene semplicemente pulito, come il resto del corpo. Il cordone non è, infatti, un luogo di particolare rischio batterico.
Franco De Luca, pediatra e autore del libro “Bambini e (troppe) medicine“, suggerisce l’uso della tintura madre di calendula (sempre diluita in poca acqua) perché ha delle ottime proprietà antisettiche e cicatrizzanti, ed essendo lievemente alcolica è anche disinfettante. In alternativa, si può usare della polvere di arnica o di echinacea, che hanno funzione cicatrizzante. In questo modo, il cordone ombelicale divneterà in poco tempo un bastoncino nero e si staccherà naturalmente.
Tutti i suggerimenti più invasivi, come l’alcool o le pomate cicatrizzanti, fanno parte del pensiero medicalizzato, in cui anche un fatto fisiologico deve essere trattato come una patologia. Servono, infatti, a disidratare la pelle, accelerando il processo di mummificazione del cordone. Ma perché accelerare un processo naturale, che ha i suoi tempi e i suoi equilibri?
Allo stesso modo, non è consigliabile l’applicazione del colostro, che talvolta allunga i tempi di mummificazione, provocando addirittura arrossamenti alla base del cordone e fuoriuscita di materiale organico.
Un’altra pratica diffusa, infine, è quella di mettere per un certo periodo una moneta sull’ombelico del neonato, per evitare la fuoriuscita di ernie. Per il dottor De Luca: “L’ernia ombelicale, se si presenta, è un’ernia fisiologica, quindi guarisce da sola. La forma della cicatrice ombelicale è personale, e non può essere cambiata da pratiche di questo tipo. Peraltro, tenere dei metalli a diretto contatto con la pelle del bambino può provocare infezioni e reazioni allergiche, specie se in presenza di nichel”.
Nel caso in cui dovessero nascere infezioni o altri disturbi, sarà ovviamente necessario rivolgersi a un medico”.
Tratto da “Igiene e cosmesi naturali” di Maura Gancitano