Quando vostro figlio si annoia, di Naomi Aldort
Ho spesso fatto notare come la noia sia una cosa positiva per i bambini, un notevole strumento di apprendimento. Costringe il bambino (e l’adulto) a essere nel qui e ora, determina perciò una presenza che si rivela sempre entusiasmante e foriera di sviluppi. Vero motore dell’apprendimento, dell’autoconsapevolezza e dell’intimo contatto con se stessi.
Quello su cui non mi sono ancora soffermata è perché mai un bambino dovrebbe anche solo pensare a se stesso come “annoiato”. Cosa significa questo concetto? Se non ci fossero stati insegnati altri concetti, la mente umana non immaginerebbe neppure di essere “annoiata”.
“Essere annoiati” implica la mancanza di qualcosa. Cos’è che ci manca? Solo una mente che presuma l’accadimento di qualcosa al di fuori dell’esperienza dell’ ”essere” saprà concepire l’assenza di qualcosa nell’istante presente.
La mente impara solo attraverso esperienze create dall’uomo la necessità di essere costantemente impegnata, stimolata o intrattenuta. Solo una mente dipendente da un simile eccesso di stimolazione vedrebbe se stessa come “mancante” di qualcosa quando si trovasse senza coinvolgimento esterno. In altre parole, noi oggi insegniamo ai bambini a dipendere da ciò che ci distrae dal qui ed ora. Insegniamo loro ad aver “bisogno” della “dose” successiva di “qualcosa” che li stimoli.
Per annullare almeno in parte questa tendenza, ritagliatevi dei momenti insieme ai bambini per godere semplicemente del vostro essere nel momento presente, senza nulla che vi distragga dalla natura dell’essere. Se vostro figlio vi dice: “Mi annoio”, rispondete con: “Bene, goditi la noia”. A seconda dell’età del bambino potreste aggiungere frasi del tipo: “Apprezza di stare nella quiete con te stesso”, o: “Sì, è una meravigliosa occasione per notare ciò che ti circonda… Sentire il tuo respiro, ammirare la natura…” e simili.
Io e i miei figli avevamo l’abitudine (e ancora l’abbiamo) di andare nel bosco e restare in piedi senza proferire parola nel buio della notte, “ascoltando” il silenzio… Percependo la nostra presenza… Sentendo il battito del cuore, il respiro, il vento, l’armonia.
Siate d’esempio senza precipitarvi a riempire il vostro tempo con attività, computer o persino letture e chiacchierate. Dimostrate loro il valore dello star fermi e essere presenti, del non cercare distrazioni da ciò che siete. Una passeggiata in silenzio nella natura o la meditazione in famiglia possonno essere incluse nelle attività quotidiane. Date l’esempio apprezzando il semplice fatto di essere presenti, di restare immobili in uno spazio fatto di nulla che permetta al nostro vero essere di risplendere nel qui ed ora.
Tradotto da Michela Orazzini
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