È un dato di fatto. Nel primo periodo della sua vita, il cucciolo d’uomo ha ritmi di sonno differenti da quelli dei suoi genitori. Ogni bambino è diverso, quindi c’è chi ha risvegli più frequenti nel corso della notte e chi dorme anche diverse ore consecutive, fatto sta che, in generale, il bambino piccolo che dorme “tutta la notte” è più l’eccezione che la regola.
Per i genitori, ovvio, è un problema. O se non è un problema è un pensiero. E questo per due motivi. Uno pratico: abbiamo sonno. Il secondo teorico: nella nostra società è diffusa la credenza che il bambino “bravo” sia quello che dorme tutta la notte, sin da subito, sin da piccino.
Tanto che la domanda che spesso viene rivolta alla neomamma è proprio: “è bravo?”, che tradotto si legge “dorme?”.
Dato che, come abbiamo visto, la maggior parte dei bambini si sveglia varie volte per notte, le risposte vanno da un imbarazzato “ma, insomma…” a un disperato “no, mai, non dorme mai!” In realtà, tutti i bambini dormono. Altrimenti, se non dormissero per settimane o per mesi, si ammalerebbero gravemente. Il riposo è indispensabile per la nostra sopravvivenza. Solo che non dormono come intendiamo noi. Dormono per un pochino, si svegliano, poi dormono di nuovo. Non è che scelgono di fare così. Sono fatti così.
Credo che, se questo dato di fatto fosse assodato a livello generale, cioè se tutti lo sapessero, se non ci fosse lo stereotipo del bambino bravo che dorme tutta notte, se non ci fossero i parenti, gli amici, i conoscenti, gli sconosciuti che si sentono in dovere di sottolineare che se non dorme probabilmente è colpa nostra, se non ci fossero i manuali che insegnano ai genitori come far dormire i loro bambini e, talvolta, anche gli esperti che suggeriscono metodi assai poco amorevoli per addestrare i piccolissimi a non chiamare i genitori quando la notte si svegliano e non riescono – da soli – a riprendere sonno… Ebbene per i genitori sarebbe tutto più semplice.
Resterebbe un po’ di stanchezza (o tanta stanchezza, a seconda della notte), ma saremmo tutti più sereni. Innanzitutto saremmo tranquilli, perché sapremmo che non stiamo sbagliando niente, che non abbiamo colpe, che non dobbiamo applicare alcun metodo. E poi saremmo sostenuti dalla certezza che, crescendo, i ritmi di sonno diventano sempre più simili a quelli degli adulti.
E che alla fine torneremo tutti a dormire di più. Certo, per qualche anno. Finché non avranno inizio le prime uscite serali… E allora, anziché allattare, cullare, stringere piccole manine, ci toccherà aspettare svegli con il cellulare sott’occhio, aspettando l’ora convenuta per andare a recuperare i preziosi figlioli ormai cresciuti.
A quel punto il “pezzo” di vita trascorso in un lettone un po’ affollato o seduti accanto al letto del nostro piccolino sarà un ricordo colmo di tenerezza…
Giorgia Cozza
Giovanna La Mamma
Ottimo articolo, grazie per condividere e aiutare a diffondere la cultura delle mamme sul delicato tema del sonno bambini.