Che il parto sia doloroso è un dato di fatto, nessuno lo mette in discussione. Ma non si parla quasi mai del PERCHÉ lo sia, né delle FUNZIONI di questo dolore. Piuttosto attraverso i racconti si fomenta la PAURA del dolore e si sa che se prevale la paura a nulla vale spiegare il perché la Natura, nella sua perfezione, abbia previsto tale “ostacolo” da superare e quali ne siano le funzioni. Anzi se prevale la paura aumenta la percezione del dolore stesso!
Basti considerare, per esempio, come nella Genesi venne interpretato il dolore: una punizione divina per la donna peccatrice, condannata a viverlo nei secoli… Piuttosto bisogna invece concentrarci sui meccanismi neurologici e neuroendocrini che ne sono alla base e che ne giustificano l’esistenza.
Razionalmente oggi verrebbe da pensare che comprendere le funzioni e i meccanismi del dolore possa essere sufficiente per poterlo vivere e gestire in chiave diversa, diciamo pure più costruttiva (e quindi positiva, quasi come un “alleato”), ma di fatto non è così. Spesso infatti continua comuque a prevalere la paura. Paura di cosa? Di qualcosa di ignoto? Di non farcela? Di essere sole ad affrontarlo? Di non ricevere il supporto necessario?
In effetti nessuno sa esattamente cosa l’aspetta finché non lo prova… Chiediamoci da dove derivi tale sentimento di sfiducia verso noi stesse e verso il proprio corpo che, di fatto, nasce predisposto proprio per questo! E perché non affidarsi ad un’ostetrica di fiducia che ci garantisca quel rapporto di continuità così importante in quel momento?
La nostra cultura e la società in cui viviamo – figlia del riaffermarsi della figura femminile negli anni del femminismo e delle nuove scoperte in campo scientifico e farmacologico – non hanno fatto che fomentare la sfiducia verso il proprio corpo e la paura verso “il dolore”, considerato inutile e da annientare alla luce dei nuovi mezzi, attraverso l’affermazione di un legittimo diritto, quello di non soffrire ma di accedere a pratiche farmacologiche che annientino il dolore a qualsiasi costo (di fatto il rischio seppur molto basso di possibili effetti collaterali anche gravi per sé o per il nascituro non viene a mio avviso ponderato in maniera razionale).
Qual è il risultato?
Non contiamo più sul nostro innato potere di dare alla luce, ma ci affidiamo in tutto e per tutto al professionista e al farmaco, delegando tutte noi stesse all’esterno. E nel momento in cui per un qualsiasi motivo ci accorgiamo che il professionista o il farmaco non sono disponibili o non rispondono perfettamente alle nostre aspettative, insieme alla paura si mescola la rabbia per quel diritto negato, per quel “tradimento” da parte del nostro delegato. Paura+Rabbia sono un mix ancora più velenoso per il nostro travaglio. Se da sola la paura bastava ad aumentare la percezione dolorosa, immaginate se si aggiunge la rabbia (e anche la frustrazione di trovarsi improvvisamente disarmate)! Dal momento che siamo figlie di questa società, frutto della storia dell’umanità che ci ha precedute e anche della nostra storia personale, dobbiamo imparare ad essere lungimiranti e a preparare il nostro parto molto prima, prima della gravidanza stessa! Come? Attraverso un percorso dentro di sé, che parta dalla presa di coscienza dei nostri limiti e delle nostre paure e di ciò che le alimenta, per ritrovare sempre dentro di sé i mezzi per superare tali limiti trasformandoli in potenzialità. È il primo mattoncino per liberarci da quall’abitudine a delegare che ci hanno inculcato.
E se imparo a non delegare ma anzitutto a cercare in me i mezzi, ecco che cambia la mia predisposizione mentale ad affrontare la gravidanza e il parto ed ecco che la paura può lasciare il posto ad un alleato più costruttivo… il dolore. Il dolore vissuto come il motore che autoalimenta il travaglio attraverso la secrezione del giusto mix di ormoni, come colui che mi spinge a fare la cosa giusta (assumere una posizione, compiere un movimento, respirare in un certo modo, usare la voce…), che mi dice a che punto sono del percorso…
Prendetevi il tempo necessario, circondatevi di persone che credono in voi, dedicatevi al percorso che meritate e lasciate andare la paura!
Emanuela Rocca