Salve, sono mamma del mio primo figlio da quattro mesi. Da circa due settimane sto dando delle aggiunte di latte artificiale al mio bimbo poiché il pediatra ha ritenuto che avessi poco latte e il bimbo non cresceva abbastanza. Il risultato è che Andrea si attacca sempre meno al seno (4/5 minuti a poppata) e resta irritabile finché non gli do il biberon. Io cerco di attaccarlo tutte le volte ma vedo che lui vuole sempre meno il seno. Ho paura che tra un po’ non lo vorrà più. Vorrei tornare all’allattamento esclusivo, come posso fare? Ho controllato sul sito ma non ci sono consulenti o gruppi di aiuto nella provincia di Frosinone e non so a chi rivolgermi. Help!!!
Gentile Antonella,
ci sono bimbi che succhiano con facilità seno e biberon, ma più frequentemente i bimbi che prendono aggiunte con il biberon, in tempi più o meno variabili, arrivano ad avere difficoltà nella suzione al seno. Infatti l’attacco alla tettarella, così come la suzione, è diverso rispetto all’attacco al seno dove la bocca è molto aperta e il piccolo prende una grande porzione di seno. Inoltre il flusso di latte con il biberon è più veloce. Quindi il piccolo Andrea può essere un po’ confuso e magari quando succhia al seno vorrebbe che il latte scendesse nella sua bocca come dal biberon. Ma ciò non accade e lui si spazientisce.
Allora un primo aiuto potrebbe essere proprio di non dare più le aggiunte ad Andrea con il biberon, ma provare per esempio con il sondino al dito (alimentazione al dito), o, meglio ancora, al seno, in modo da accrescere la sua necessità di succhiare al seno. Esiste un sistema già pronto per allattare al seno con il sondino, si chiama Dispositivo di Alimentazione Supplementare, ma, per provare a capire se può funzionare e come può essere la reazione di Andrea, potrebbe anche tentare con un metodo analogo, più semplice e “fatto in casa”. Si può ricavare il sondino da un ago a farfalla per prelievi di sangue. Si taglia l’ago e si conserva il tubicino, che, dall’altro capo, è predisposto per l’attacco al cono di una siringa. Si posiziona il tubicino sul capezzolo, fissandolo con un cerotto di carta ad una giusta distanza dall’areola, in modo che l’attacco al seno possa avvenire con la bocca ben aperta e senza il rischio di raggiungere il cerotto. Poi si aspira il latte artificiale in una siringa senza ago (per una prova può andare bene anche una siringa da 10 ml) e poi si collega al tubicino posizionato sul capezzolo. La siringa viene tenuta ad un livello più alto rispetto al capezzolo e può essere fissata al collo come una collana con l’aiuto di un nastrino. Il piccolo si attacca al seno e succhia contemporaneamente il latte di mamma e il latte artificiale. Prima, però, di farlo attaccare al seno, si spinge con lo stantuffo della siringa un po’ di latte nel tubicino, in modo che il piccolo non succhi aria.
Questo metodo è utile, in quanto il piccolo succhia solo al seno e non si crea confusione tra seno e tettarella. Come lei saprà, la suzione al seno rappresenta il metodo più efficace per aumentare la produzione di latte e questo è il punto di partenza per una diminuzione graduale delle aggiunte di latte artificiale.
Nella sua lettera, Antonella, non scrive la quantità di aggiunte che sta somministrando ad Andrea. Per capire come diminuirla, potrebbe essere utile qualche informazione in più anche sul peso di Andrea: il peso alla nascita, nelle settimane successive e il peso che ha portato il Pediatra a prescrivere l’aggiunta.
Tenga conto che dal quarto mese i bimbi, in genere, crescono un po’ meno rispetto ai mesi precedenti.
Comunque potrà provare a diminuire l’aggiunta molto gradualmente, anche solo di 10 ml a poppata per qualche giorno. Trascorsi alcuni giorni e verificato che tutto sta procedendo bene (serenità di Andrea, pannolini bagnati, peso), può procedere a diminuire un’altra piccola quantità di aggiunta per ogni poppata. E così via fino ad eliminarla completamente. Naturalmente prima può attaccare Andrea al seno, poi gli può dare l’aggiunta e poi lo può riattaccare al seno.
Mi rendo conto che avrebbe proprio necessità di un aiuto vicino a lei. Potebbe contattare un’Ostetrica (Consultorio, Ospedale, Territorio) che possa sostenerla e seguirla passo passo. Non necessariamente l’Ostetrica è una Consulente di Allattamento Materno, ma ha comunque una preparazione adeguata per dare aiuto anche negli allattamenti più difficili. E se nel suo territorio non ci sono gruppi di mamme alla pari, chissà… Magari un giorno potrebbe essere proprio lei, cara Antonella, a farne nascere uno.
Auguri di cuore.
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