Sono molti i genitori che negli ultimi tempi si sono rivolti sempre più spesso agli “esperti” per risolvere quella che sembra essere oggi la maggiore situazione di difficoltà nella relazione con i figli: l’uso senza limiti dello smartphone per chattare e navigare sul web.
Nella speranza di trovare le risposte e le soluzioni che consentano di vivere una vita familiare senza intoppi né problemi, i genitori manifestano il desiderio di avere delle risposte che possano andare bene per tutti: una richiesta difficile da soddisfare! Credo che per risolvere qualunque situazione vissuta come difficoltosa sia importante offrire un’altra possibilità alla risposta preconfezionata: quella di mettersi in ascolto del figlio, di ascoltarsi come genitore, di ascoltare l’altro genitore e di ascoltare il figlio che si è stati.
È comprensibile il senso di smarrimento dei genitori: i figli sono stati dotati di un cellulare per poter soddisfare il bisogno di comunicare con loro e per sapere dove sono e cosa fanno in qualunque momento della giornata quando non c’è la possibilità di trascorrere del tempo in presenza. Ho avuto più volte occasione di verificare che raramente i genitori hanno concordato, al momento della consegna di questo strumento, le regole sull’uso dello stesso: dando per scontato che i figli comprendessero senza approfondite spiegazioni che quel regalo era funzionale al bisogno di controllo dell’adulto, non hanno considerato cosa rappresentasse per il figlio avere uno smartphone tutto per sé e l’uso che ne avrebbe fatto da quel momento in poi.
È possibile dire di no all’uso continuativo dello smartphone? È possibile dare delle regole?
Credo sia importante che ogni famiglia osservi le proprie abitudini per cercare di trovare una soluzione che sia rispettosa delle necessità e della libertà di ognuno dei suoi membri. La via da percorrere insieme ai genitori che cercano di risolvere una situazione di criticità è quella che gli permetterà di individuare le risorse che hanno a disposizione, allontanandosi da un ideale di famiglia perfetta che non esiste. S
o bene, però, che per un genitore in difficoltà questa risposta non è di conforto e non è nemmeno attraente ma sono convinta che sia il buon senso quello che deve accompagnare gli adulti nelle scelte fatte per loro e per la propria famiglia. Quando i genitori ritengono di dover limitare l’uso del cellulare da parte dei propri figli, sarà necessario che ne parlino insieme: non solo potranno spiegare le loro ragioni ma guadagneranno l’ occasione per ascoltare i propri figli, aprendo la strada ad un confronto che stimoli i ragazzi a condividere con i genitori il loro mondo interiore e le loro aspettative.
Quando un figlio risponde: “Ma lo fanno tutti i miei amici!” i genitori dovranno valutare quanto una concessione fatta senza convinzione, per non farlo sentire diverso dai suoi amici, possa effettivamente giovargli o serve per mettere a tacere il senso di colpa che scaturisce dal dargli un dispiacere privandolo di una cosa a cui tiene molto. Quante volte i genitori hanno valutato l’opportunità di soddisfare una richiesta dei figli quando c’era il rischio metterli in pericolo? Per fortuna sono pochi i genitori ai quali viene in mente di far attraversare la strada ad un bambino di tre anni da solo senza la vicinanza di un adulto o che permetterebbero ad un bambino di guardare un film con scene crudeli e atroci o con immagini pornografiche! Questi sono solo alcuni esempi delle situazioni in cui i genitori sarebbero capaci di operare la loro scelta con convinzione e senza indugiare.
Sulla base di quale esempio i figli dovrebbero usare meno o diversamente il proprio smartphone rispetto agli adulti della famiglia?
Quale regola si danno gli adulti nell’uso delle varie applicazioni dello smartphone per comunicare con amici, colleghi e familiari, navigare su internet, accedere alla pagina facebook e leggere le e-mail nel loro tempo libero? È una buona abitudine sedersi a tavola durante i pasti con il cellulare vicino? E che ne dite dell’abitudine di andare a dormire mettendo sul comodino il cellulare che talvolta rimane acceso tutta la notte? Sono abitudini che riguardano solo i figli o i genitori contribuiscono a dare l’esempio? È possibile che anche gli adulti in autobus, in macchina fermi al semaforo o durante la guida, in fila, in attesa fuori dalla scuola, al parco mentre i bambini giocano, a casa mentre preparano la cena o mentre aiutano i figli a fare i compiti, abbiano il cellulare a disposizione e lo usino proprio come fanno i ragazzi, senza darsi delle regole?
Quando gli adulti si lamentano che i propri figli usano lo smartphone anche quando sono impegnati in conversazioni faccia a faccia con i loro amici, siamo proprio sicuri che i “grandi” non mettano in atto questo stesso comportamento considerato negativamente solo se sono dei ragazzi a farlo? Perché mai durante una cena in pizzeria non è considerato inopportuno l’uso del cellulare da parte degli adulti riuniti per mangiare e trascorrere del tempo in compagnia degli amici, ma lo diventa se a farlo sono i propri figli? Per fortuna ci sono tanti adulti, genitori, insegnanti e professionisti della salute, che si interrogano sulla necessità di usare il cellulare in tutte queste circostanze anche se è evidente che si tratta di un’abitudine che coinvolge tutti, anche i bambini molto piccoli.
Per concludere, far acquisire ai genitori una sempre maggiore fiducia sulla loro capacità di prendere delle decisioni anziché offrire delle soluzioni significa restituirgli che quello del genitore è un lavoro che richiede del tempo e che porta con sé l’insicurezza e il timore di trovarsi sulla strada sbagliata. Riconoscerlo significa offrire un reale contributo: anzichè risolvere una situazione nell’immediato sarà possibile creare una nuova competenza, durevole nel tempo.
Erika Vitrano
Bambini e smartphone: consigli ai genitori, date il buon esempio! - Silvia Iaccarino
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