È ora di uscire, ma nostro figlio dice no. Abbiamo tentato di tutto: dalle spiegazioni alla persuasione, dalla corruzione al rimprovero. Abbiamo offerto scelte, ideato giochi, riempito il suo bicchiere emotivo con attenzione e tempo di qualità. Abbiamo persino svogliatamente tentato di riconoscere i suoi sentimenti: “So che non vuoi andare, ma dobbiamo…”. Tutto inutile. La frustrazione aumenta, il senso di colpa e i dubbi si insinuano… e se davvero non gli piacesse la scuola (abbiamo fatto la scelta sbagliata!) o non fosse ancora pronto (è troppo piccolo!) e noi lo stessimo forzando? Se lavoriamo a tempo pieno, potremmo preoccuparci di dover forse restare a casa. Tuttavia, pur essendo tutte questioni legittime da considerare, non è certo questo il momento. Alla fine, ricorriamo a suppliche e preghiere, o forse persino a conseguenze e punizioni, ma ancora non si muove, c’è da impazzire!
Eppure una cosa c’è che non abbiamo ancora provato: lasciar sfogare i suoi sentimenti. Non gli abbiamo dato il tempo, lo spazio e il silenzio di cui ha bisogno per poterci dire, per sapere che lo ascoltiamo, e per sentirsi al sicuro nel calore della nostra tranquilla accettazione. Sul serio? Ma questo non aprirà le chiuse sommergendoci del tutto? Abbiamo timori, grossi timori del tipo:
Per dare spazio ai sentimenti occorre troppo tempo. È l’opposto in realtà. Accogliere e accettare alla fine fa risparmiare tempo, tutto quello trascorso in conflitti di potere con nostro figlio.
Dare spazio ai sentimenti significa che devo sedermi con mio figlio in preda a una crisi mentre invece dobbiamo finire di prepararci e/o pensare anche agli altri bambini. Un pizzico di accettazione sincera può portare lontano. Non c’è nulla di sbagliato nel dire: “devo andare un momento a fare questa o quell’altra cosa, ma torno fra due minuti per vedere come stai!”, questo dopo aver riconosciuto: “Oggi non vuoi andare”. L’accettazione è una pratica passiva che non richiede un’azione da parte nostra.
Dare spazio ai sentimenti farà credere a mio figlio che sto cedendo e che non dovrà andare. Non è vero, non quando percepiamo in modo positivo l’espressione dei sentimenti e li accogliamo con fiducia. Non quando abbracciamo questi momenti di difficoltà come occasioni d’oro per:
- alleviare il nervosismo e la frustrazione dei nostri figli
- far sapere loro che provare dei sentimenti è una cosa sana, non c’è nulla di cui aver paura e che sono in grado di gestire le proprie emozioni
- rinsaldare la fiducia che hanno in noi e in loro stessi
Tradotto da Michela Orazzini
Tratto da www.janetlansbury.com
Questo breve estratto da un articolo di Janet Lansbury è l’occasione per introdurre un tema molto caro alla nostra redazione, e che sarà anche al cuore di un nuovo titolo della nostra collana di libri, in uscita nei prossimi mesi. Tutti noi vorremmo conoscere un modo per affrontare la quotidianità con i nostri figli senza dover ricorrere a pratiche umilianti e lesive della dignità di tutte le persone coinvolte, adulti e bambini. Se davvero riuscissimo a evitare rimproveri, perdite di pazienza, minacce, ricatti, suppliche e lusinghe, promesse e diversivi, ne saremmo per primi noi contenti e soddisfatti. Sarebbe, per alcuni, una trasformazione enorme nella gestione delle piccole e grandi difficoltà di ogni giorno, eppure la si ottiene attraverso uno spostamento iniziale del nostro atteggiamento interiore, tanto semplice quanto radicale: passare dal bisogno di controllare e dal timore che tutto ci sfugga di mano, alla fiducia nelle capacità di autodeterminazione e crescita dei bambini. Lasciar andare il controllo, avere fiducia e assumersi il ruolo importantissimo che la natura ci ha assegnato, quello maieutico del vero mèntore. La responsabilità di essere un modello e una guida, una solida base di appoggio e un rifugio sicuro non si fondano sul controllo dell’altro e hanno come punto di partenza la cura e il rispetto dei sentimenti. Per aver cura e rispetto dei sentimenti il primo e più importante passo è quello di riconoscerli, avvalorarli e lasciarli esprimere, senza giudizi e senza drammatizzare, solo ascoltando e avvalorando. È qualcosa che ben pochi di noi hanno vissuto, e che per questo può sembrarci molto difficile da attuare con i nostri figli. La paura dei sentimenti può indurci a reprimerli ad ogni costo quando si manifestano nei nostri bambini e ragazzi, soprattutto se si tratta di emozioni intense come la rabbia, il disappunto, la frustrazione; vorremmo sistemare tutto subito, riportare la calma e placare l’agitazione. Tuttavia, solo attraverso l’accettazione e l’ascolto dei sentimenti e delle emozioni si può arrivare a una vera risoluzione di molti momenti difficili e di molte vie senza sbocco. Nelle prossime settimane approfondiremo ancor più questo tema.
Michela Orazzini