Allatti ancora? Ormai è acqua, non lo sai? Acqua? No, acqua proprio no. Se proprio il latte materno deve trasformarsi in qualcosa di diverso, dopo i primi mesi, allora facciamolo diventare champagne, per brindare alle tante (troppe?) sciocchezze che ancora vengono dette a proposito dell’allattamento.
Seriamente. Fortunata la mamma che non si è sentita dire almeno una volta, che (NdR in questo link un libro da leggere assolutamente) allattare il suo bimbo grandicello è inutile perché il latte ha perso sostanza e “ormai è acqua”. Un luogo comune molto popolare, anche se privo di fondamento scientifico (perché mai le ghiandole mammarie dovrebbero guastarsi alcuni mesi dopo la nascita del bebè?) e decisamente fantasioso (c’è un che di prodigioso in questo alimento che da latte si muta in acqua fresca).
Falsi miti sull’allattamento
Un pregiudizio che fa a pugni anche con il buon senso: pensiamo alle balie che allattavano per anni bambini diversi. E allargando lo sguardo, la trasformazione vale solo per il latte di donna? O anche il latte di mucca dopo un po’ diventa acqua? E nel caso i produttori di latte vaccino sono stati informati? E ancora, questo “mal funzionamento” riguarda solo le ghiandole mammarie o sono a rischio anche altre parti del corpo? Per esempio, le lacrime potrebbero trasformarsi in vino? O il sudore in aceto? Torniamo seri.
Anche se a volte, davvero, di fronte a certe critiche l’ironia sembra l’unica strada. In aiuto delle mamme che vedono messe in discussione le loro scelte in materia di allattamento (scelte personali e insindacabili), oggi arriva la scienza. Negli ultimi anni sono stati compiuti centinaia di studi sulle caratteristiche e la composizione del latte materno, un vero elisir di salute, dalla nascita… ai primi anni di vita del bambino. Sì, perché il latte della mamma, essendo un alimento vivo, non è sempre uguale, ma si modifica per adattarsi alle diverse esigenze del bambino nelle varie fasi della crescita e nelle varie situazioni della vita (ad esempio, quando è ammalato e c’è bisogno di anticorpi mirati per sconfiggere virus o batteri). E ora parliamo di “tempi”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di allattare in modo esclusivo fino al sesto mese e sottolinea che il latte materno resta l’alimento principale nella dieta del bambino (cui si accostano gradualmente i cibi solidi) per tutto il primo anno di vita. L’alimento principale. Per tutto il primo anno di vita. L’allattamento continua, sempre a detta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fino al secondo compleanno e oltre, secondo i desideri di mamma e bambino. Ma il latte non era acqua? Ebbene, pare di no. Anzi.
Non solo il suo apporto nutrizionale resta stabile, ma alcune componenti si potenziano nel tempo per accompagnare la crescita del bambino. È il caso di minerali come il sodio e il ferro, dei grassi e delle proteine, e di importanti fattori protettivi come la lattoferrina, il lisozima e gli anticorpi. Non solo. Nel secondo anno di vita, il latte materno fornisce al bimbo un’alta percentuale di vitamine (A, B12 e C), che soddisfa buona parte del suo fabbisogno quotidiano. Insomma, diciamolo, il latte della mamma dopo i primi mesi si modifica, è vero. Da elisir di salute per neonati si trasforma in elisir di salute per bambini più grandi! La natura sa quello che fa. Chi elargisce critiche e consigli non richiesti alle mamme un po’ meno.
Buon allattamento a mamme e bambini!
Giorgia Cozza