Cosa serve al bambino che nascerà? Quali accessori dovremo comprare? Quanto ci costerà accogliere al meglio il nostro piccino? Domande comuni, che un po’ tutti i futuri genitori si pongono quando attendono il loro primo figlio. Domande a cui la pubblicità, le vetrine dei negozi specializzati per l’infanzia e gli scaffali degli ipermercati rispondono prontamente con una vasta gamma di prodotti, gadget e accessori presentati come alleati irrinunciabili della mamma e del bebè. Tutta una serie di oggetti per gestire al meglio la nanna, la passeggiata, la pappa, i momenti di gioco, la poppata… E per fortuna – spesso si tende a pensare – che oggi ci sono tutte queste belle comodità che facilitano il compito della neomamma… Certo, la comodità costa. E infatti le inchieste parlano chiaro: diventare genitori è un investimento economico non indifferente, tanto che non tutti possono permetterselo. Secondo i dati diffusi all’inizio del 2010 dall’Osservatorio di Federconsumatori, la spesa minima che i genitori si trovano a sostenere nel primo anno di vita del bebè ammonta a 5800 euro. Quella massima, invece, sfiora i 13mila. D’altronde, quale genitore farebbe mancare qualcosa al proprio bambino? Se c’è da risparmiare, eventuali privazioni toccheranno agli adulti, ci mancherebbe altro. Per i nostri figli, solo il meglio. E così arriviamo al dunque. Qual è il meglio per il nostro bambino? Siamo sicuri che si acquisti in un negozio e abbia il cartellino del prezzo? Di cosa ha realmente bisogno un neonato? Per il suo benessere sono necessari tutti gli accessori che il mercato ci propone? Anni di studi e ricerche scientifiche a proposito dei bisogni primari e dello sviluppo psico-fisico del bebè affermano il contrario. Il cucciolo d’uomo, nei primi mesi di vita, ha bisogno di contatto, contenimento, rassicurazione. In una parola, ha bisogno della sua mamma. Del suo caldo abbraccio, del suo latte, del suo amore. E se alla mamma affianchiamo un papà attento e premuroso, capace di sostenere la compagna nel suo nuovo ruolo genitoriale, ecco che il bebè ha già tutto il meglio che può desiderare.
Troppo facile? Anacronistico?
Se non crediamo ai nostri occhi e a quello che ci dice il cuore quando abbiamo il nostro piccino tra le braccia, crediamo alla scienza. Sono le evidenze scientifiche a sfatare i luoghi comuni relativi ai tanti bisogni indotti dalla pubblicità per convincerci ad acquistare una sfilza di ‘irrinunciabili’ gadget, che in alcuni casi – certo – potrebbero rivelarsi utili, ma sicuramente non sono indispensabili e non sono la risposta di prima scelta alle esigenze del bambino. Ma allora vogliamo privare le mamme di tutte le moderne comodità? Niente più sdraiette, palestrine, carrillon con la voce materna registrata e abat-jour che si accendono da sole? Favoleggiamo di un utopistico ritorno al passato? Per carità, certo che no. Indietro non si torna. Ma davvero più accessori equivale a maggiore comodità? Realmente alla mamma viene più spontaneo azionare i pulsanti del telecomando del lettino auto-dondolante o ricorrere all’i-Phone per interpretare il pianto del figlio, anziché prenderlo semplicemente in braccio e così tranquillizzarlo con buona pace di entrambi e in barba alla tecnologia? Perché non correggere il tiro se si vede che certe abitudini sono migliorabili, ora che abbiamo constatato che tanti accessori sono superflui e che in molti casi il bambino non li gradisce? Il bebè non è un piccolo consumatore, è un piccolo mammifero! Lo stesso discorso vale per i prodotti speciali per l’alimentazione. Sappiamo che i cibi naturali, le pappe fatte in casa, gli assaggi dei piatti della famiglia sono più indicati degli alimenti speciali per l’infanzia. Sappiamo che per il bagnetto del neonato non servono detergenti, shampoo, saponi ad hoc. Se ne sono accorti gli esperti, i dermatologi avvertono che è preferibile usare semplicemente acqua tiepida per la pelle delicata del neonato. E poi un normale sapone, delicato e naturale. Sappiamo che per sviluppare fantasia e creatività, giocare con oggetti domestici – le mollette dei panni, un mestolo, un pentolino, ecc. ecc. – è preferibile ai giocattoli tutti luci e suoni… Le nostre nonne già lo sapevano. Oggi noi lo abbiamo riscoperto. E allora, forse, possiamo azzardarci a sfatare un ultimo luogo comune. Non è vero che per accogliere un neonato è necessario spendere migliaia di euro. Siamo noi a decidere. Sono le nostre scelte a fare la differenza. Per essere genitori non è indispensabile acquistare e possedere molti oggetti. Perché… diciamocelo, è vero per i neonati, per i bimbi di pochi mesi e per quelli più grandi: nella maggior parte dei casi quello che è in realtà richiesto ai genitori non è uno sforzo economico, ma uno sforzo personale. Le mamme e i papà sono chiamati a investire su se stessi, sono chiamati direttamente in causa, poiché saranno la loro capacità di comprendere e accogliere i bisogni del bambino, e la loro disponibilità in termini di tempo e di energie, a garantirne il benessere.
Volendo, abbiamo già tutte le risposte. Noi – mamme e papà – siamo la risposta all’esigenza fondamentale e universale di ogni bambino. L’esigenza di essere amati. Oggi, nelle società occidentali, gli oggetti abbondano. E gli affetti?
Giorgia Cozza
NB. Articolo tratto dall’ebook del bambinonaturale uscito in edizione speciale nel 2011 per i 5 anni del bambino naturale