Le pareti mi si stringono attorno. Mio figlio di cinque anni non ha smesso di piagnucolare un momento da quando si è svegliato e ha una resistenza fisica inesauribile: “Non voglio… Perché non posso?! Non mi piace…mamma puoi …mamma puoi…mamma puoi?!”
La piccola è stanchissima, oppone resistenza al sonno ed è coperta di cacca per la terza volta in tre ore. Io sono sveglia solo da quattro e ho già raggiunto il limite. La stanchezza, la fame, la confusione incessante e una sensazione intensa di monotonìa si mescolano fino a farmi sentire debole, impaziente e in catene; prigioniera fra quattro pareti immote.
Così dico a mio figlio che stiamo uscendo. “No” risponde, “C’è troppo vento, sono stanco!”, “Sì” ribatto, “Ci serve!” Metto la piccola nella fascia, le infilo il cappellino. Si calma all’istante, fiutando la promessa di libertà, ormai tanto prossima che la si può toccare. Anche lei ha bisogno di uscire. Camminiamo, il vento soffia contro le nostre guance, spazza via tutto lo stress, pezzo per pezzo. C’è un mondo fuori dalle nostre quattro pareti, qualcosa che è troppo facile dimenticare da dietro la nostra porta chiusa.
Mi siedo, a fissare il mare. Le onde che si infrangono mi ricordano quanto sono piccola, quanto sono insignificanti i miei problemi al cospetto del grande disegno delle cose. Laggiù, oltre il vorticoso mulinare delle onde, dall’altra parte di questo oceano scuro, ci sono persone che letteralmente si taglierebbero un braccio pur di fare a cambio con me. Pur di avere i miei problemi, di avere accesso alle cure mediche che permettono a mia figlia di stare bene. Sono fortunata.
Mi ricordo cosa vuol dire essere una madre. Sono forte e piena di risorse, sono capace di smuovere le montagne per questi miei piccoli; per loro non sono un essere umano qualunque, per loro sono una dea. Ho il volto frustato dal vento e sorrido; nelle orecchie riecheggia il suono della risata di mio figlio. Non mi lascerò abbattere, posso farcela. Ci dirigiamo verso casa e il delirio ricomincia, ma stavolta, non mi farò spezzare!
Tratto da loveparenting: https://loveparenting.org/author/loveparentingorg/
Tradotto da Michela Orazzini