Nella prima parte di questo articolo, gli autori spiegavano nel dettaglio quali siano le pratiche che rispettano sul serio l’anatomia e la natura dei genitali maschili, dalla nascita all’adolescenza. Ecco qui spiegata, invece, l’origine dell’abitudine, purtroppo comune anche in Italia fino a pochi decenni fa e ancora non del tutto scomparsa, alla Retrazione prematura forzata del prepuzio.
Da dove ha origine l’idea di dover forzare la retrazione del prepuzio?
Una risposta esaustiva richiederebbe una descrizione lunga, un libro sull’ignoranza medica, “l’isteria igienica”, la pruderie e persino la crudeltà smaccata – ma una breve sinossi è possibile.
Alla metà del 19° secolo, prima che i medici scoprissero i germi, venne concepita una teoria chiamata “nevrosi riflessa”, secondo la quale una stimolazione (detta “irritazione” o “nevrosi”) di organi o tessuti sensibili avrebbe prodotto una malattia in regioni distanti del corpo (per riflesso). Poiché i genitali sono costituiti da tessuti estremamente sensibili, i dottori davano la colpa delle malattie anche alla più innocente esplorazione fatta “lì sotto”. Un affinamento della teoria postulava che i bambini si toccassero perché lo smegma, una sostanza naturale prodotta da entrambi i sessi, diventasse irritante e pruriginosa, portando l’attenzione del bambino sui genitali. Così, se nel 1870 un bambino contraeva la tubercolosi, veniva accusato di essersi “irritato” il pene. La soluzione? Una pulizia interna aggressiva e sistematica – o la circoncisione. Questa teoria medica si sposava a meraviglia con i costumi sessuali dell’epoca vittoriana. Iniziò in tal modo una tradizione della medicina anglosassone, durata per un centinaio d’anni, in cui si denigravano i genitali, sia maschili sia femminili, imputando loro l’origine delle malattie, ma anche la potenziale tentazione a offendere “l’igiene morale”. I dottori argomentavano che una pulizia rigorosa, l’asciugatura, la desensibilizzazione (con acido) o persino l’amputazione del tessuto mucoso dei genitali (ossia la circoncisione) fossero un imperativo medico e morale.
La nevrosi riflessa sopravvisse nel linguaggio della medicina anglosassone fino a molto dopo che i germi furono scoperti nel 1879. Ancora negli anni ’30, alcuni medici consigliavano ai genitori di legare ben strette ai pugnetti dei bambini delle sacchette di mussola ruvida per scoraggiare il contatto anche casuale con i genitali durante il sonno. Si sviluppò un’intera industria di strumenti anti-masturbazione rivolta ai bambini (Hoag Levins, 1996). In un articolo influente del 1949, un pediatra britannico concesse che la membrana balano-prepuziale fosse parte dell’anatomia naturale, ma suggerì, erroneamente, che dovesse sparire entro il terzo anno di vita (Gairdner, 1949). Questo lasso di tempo abbreviato e inflessibile – peraltro un notevole miglioramento rispetto alla teoria che questa membrana fosse un “difetto di nascita” – viene considerato più che valido ancora oggi, nonostante la medicina moderna numerose volte abbia fornito prove che dimostrano il contrario, già a partire dal 1968 (Øster, 1968; Kayaba, 1996; Cold & Taylor, 1999; Concepción-Morales, 2002; Ishikawa, 2004; Agawal, 2005; Thorvaldsen and Meyhoff, 2005, Agawal, Mohta, and Anand, 2005.). Lo ribadiamo: sappiamo da quasi 50 anni che è normale la non retrazione del prepuzio nei bambini. Un tempo (1870-1980) era pratica medica anglosassone consolidata quella di separare a forza il glande dal prepuzio, fatta dal medico o dai genitori su ordine del medico, “poco per volta, a ogni bagnetto”. Le madri non amavano questo compito, perché vedevano che era doloroso. Questa pratica perniciosa non è ancora morta, molte nonne (e dottori) la abbracciano ancora. L’American Academy of Pediatrics l’ha proibita con forza negli ultimi anni, per quanto tardivamente:
“Finché la separazione non avviene in modo spontaneo, NON cercate di retrarre il prepuzio, soprattutto quello di neonati e bambini piccoli. Forzare la retrazione prepuziale prima del tempo può provocare gravi lesioni al pene e causare dolore, sanguinamento e lacerazioni della pelle.”
…ma questa norma è trasgredita ampiamente nella pratica medica. La nevrosi riflessa sopravvive ancora oggi nelle battute da spogliatoio sulla cecità, pazzia e crescita anomala di peli che sarebbero conseguenza del toccarsi i genitali. Resiste, però, anche nella retrazione prematura e forzata del prepuzio.
John V. Geisheker, J.D., LL.M.
George C. Denniston, M.D., M.P.H.
Mark D. Reiss, M.D.
Morris R. Sorrels, M.D.
of Doctors Opposing Circumcision, Seattle
Pediatric consultant: Robert S. Van Howe, M.D., M.S.
Di John Geisheker, J.D., LL.M, tratto da psychologytoday.com
Tradotto da Michela Orazzini