Da futuri genitori è assolutamente normale cominciare a porsi interrogativi su come cambierà la nostra vita, come ci comporteremo (come sarebbe meglio comportarci), come vorremmo porci, quale sarebbe la cosa più giusta da fare.. e potrei andare avanti ancora per molto! Ecco 6 punti su cui riflettere:
1. Le persone non sono perfette, perciò non lo sono nemmeno i genitori
Beh una cosa è certa, e per quanto ci riguarda è anche molto rassicurante: “i genitori perfetti non esistono” semplicemente perchè le persone perfette non esistono; e allora perchè dovrebbero esistere i genitori?! Quello che possiamo fare da futuri genitori e da genitori è cercare di fare del nostro meglio, ma senza darci l’obiettivo della perfezione, che sarebbe un obiettivo fuori dalla nostra portata e assolutamente deludente; finirebbe per buttarci giù di morale farci sentire inadeguati! Come si dice spesso, è necessario ridimensionare le nostre aspettative e non pensare che potremmo essere dei super eroi! Sono sicura che quando pensate ai vostri bambini e alle vostre bambine tutto si complica, ma ricordate di continuare a essere delle persone e non dei super eroi invincibili, anche se siete diventate o se state per diventare genitori consapevoli!
2. Ognuno ha la sua storia, non fate confronti
Da pedagogista l’ho ripetuto probabilmente a ogni incontro con le famiglie, e non mi stancherò di farlo. Siamo tutti diversi, ognuno ha fatto e farà il proprio percorso; e allora perché fare dei confronti? I confronti sono deleteri e parlo sia dei confronti sul ruolo genitoriale, sia dei confronti sullo sviluppo dei bambini. “Ma perché tuo figlio ancora non cammina? Guarda il mio, è nato quindici giorni dopo e già salta!” I bambini, così come gli adulti, non sono esseri programmati da manuale, ognuno ha i propri tempi per raggiungere le tappe di sviluppo e fa le proprie esperienze (che gli saranno più o meno utili nel crescere). L’errore di mamma e papà mostra ai bambini che sbagliare è naturale e che è da questo punto che maturano nuove competenze. Si può dare il meglio di sé stessi, ma nessuno può essere il migliore in tutto.
3. Le giornate non portano tutte il sole
Ebbene sì, ci sono giornate buie, tristi, rabbiose. Vale per gli adulti e vale anche per i bambini e le bambine, non cerchiamo di fingere che vada tutto bene, che messaggio trasmetteremmo? Che non esistono problemi? Che tutto si può sempre risolvere positivamente? Che ogni giorno ci sarà il sole? Eh no, i bambini hanno bisogno di crescere con messaggi di realtà, certo, positiva, ma di realtà. Mostriamoci seri se siamo arrabbiati e spieghiamo loro, senza eccessi, come ci sentiamo (più cresceranno e più potremmo adeguare il linguaggio al loro sviluppo); questo li aiuterà ad avvicinarsi a una maggior consapevolezza emozionale, a esprimere a loro volta anche i sentimenti più negativi, e a sviluppare empatia e gratitudine.
4. “Ogni aiuto inutile è un ostacolo allo sviluppo” (Maria Montessori)
A ogni bambino e bambina vanno riconosciute le proprie capacità e competenze. I bambini hanno bisogno di genitori coerenti, affidabili, genitori che li osservino, li ascoltino, li spronino positivamente a fare nuove esperienze senza sostituirsi a loro. Lo sguardo attento (più o meno vicino) al bambino, è uno sguardo che sorveglia sui pericoli, è uno sguardo non invadente che sostiene e che incoraggia; non è uno sguardo che inibisce o che soffoca l’esplorazione. Aiutiamo i bambini a fare da soli, quando e dove sono in grado di farlo, non aiutiamoli se non serve.
5. Ristrutturazione: riconoscere i progressi e valorizzarli
“Sei troppo piccolo per allacciarti le scarpe, vieni che lo fa papà”
“Ridammi il cucchiaino, non sai mangiare da solo, ti dò io la zuppa”
Proponete ai bambini attività ed esperienze adatte al loro livello di sviluppo, cercate di valorizzare ciò che sanno fare e non fategli pesare ciò che ancora non riescono a fare. Chiedetevi, in questo ultimo caso, se forse non state pretendendo troppo da loro (ricordate il punto sul non fare confronti?!). Mentre vi chiedete se state o meno pretendendo troppo, non guardate gli altri bambini, ma osservate vostro figlio o vostra figlia e trovate in lui o in lei la risposta. Se ciò che gli state chiedendo è troppo per lui o per lei, dategli voi quel cucchiaino di zuppa, ma senza svalorizzare il loro fare. Mettete piuttosto in risalto un’azione che ha imparato a compiere, dicendogli “ci sei riuscito! Ce l’hai fatta!” piuttosto che “Bravo! Bravo! Bravo!” Un bambino è bravo anche se non ce l’ha fatta! Spostate il fulcro da ciò che pensa di non saper fare a ciò che sa fare.
6. Insegnate l’empatia e portate loro rispetto
L’empatia è innata e facilita la nostra connessione con gli altri; infatti il neonato impara dapprima a sintonizzarsi sulle emozioni della madre, e poi su quelle degli altri. Così, crescendo, i bambini saranno focalizzati sugli atteggiamenti dei loro genitori e tenderanno a rispecchiarli; è perciò importante mostrare ai bambini le emozioni altrui dimostrandosi tolleranti e rispettosi nei confronti di questi ultimi.
Non abbiate paura di essere fragili, perché è la cosa più importante che si può fare per essere in contatto con gli altri: ascoltare, essere curiosi, riconoscere le emozioni altrui e le proprie.
Solo mostrandoci rispettosi possiamo insegnare il rispetto ed essere rispettati: diamo attenzione ai bambini, e se non possiamo farlo in quell’istante spieghiamo le nostre ragioni e cerchiamo di ritagliarci un po’ di tempo per loro.
Chiara Palmieri, pedagogista, curatrice del sito Passione a mano libera
Fonti:
Grazia Honegger Fresco, Facciamo la nanna, 2015, Il leone verde
Elisabetta Rossini e Elena Urso, I bambini devono fare i bambini, 2016, Bur Rizzoli parenting
Jessica Alexander e Iben Sandhal, Il metodo danese per crescere bambini felici, 2014, Newton Compton Editori