Cari amici, oggi vi proponiamo la seconda parte dell’articolo (pubblicato originariamente sul Wall Street Journal), tradotto per voi da Michela Orazzini, dove si parla del microbiota e dell’importanza di preservarlo. La flora intestinale svolge un ruolo fondamentale nell’immunizzazione dei bambini. Ecco perché è importante farli sporcare serenamente e insegnare loro a mangiare sano. Leggete qui per saperne di più!
Fateli sporcare, è tutta salute!
Dal Wall Street Journal – articolo di B. Brett Finlay, Marie-Claire Arrieta
Le malattie infiammatorie (come l’asma, le allergie e le malattie infiammatorie croniche intestinali) e quelle metaboliche (come l’obesità e il diabete) sono caratterizzate da alterazioni del sistema immunitario e della regolazione metabolica. Sapendo tutto quello che ora sappiamo a proposito del ruolo cruciale svolto in questo senso dal microbiota (ossia dalle comunità microbiche residenti nel nostro organismo e in particolare nell’intestino), non ci sorprende che queste malattie siano diagnosticate in un numero crescente di bambini. Sono, in larga misura, una conseguenza dei cambiamenti relativamente recenti nel nostro stile di vita – dieta moderna, igiene eccessiva, uso sconsiderato di antibiotici – che hanno alterato la presenza di quei microbi specifici che influenzano il nostro metabolismo sin da subito. Abbiamo il bisogno urgente di trovare dei modi per cambiare il nostro comportamento e permettere ai microbi di funzionare correttamente.
Mai prima d’ora nella storia umana neonati e bambini sono cresciuti tanto puliti, mentre la nostra dieta ha perduto tanti degli elementi più essenziali alla salute intestinale. Ci siamo trasformati in pessimi ospiti per i nostri microbi.
Cosa fare? La Food and Drug Administration ha fatto un passo importante bandendo alcune sostanze chimiche contenute nei saponi antibatterici, ma i cambiamenti più importanti devono realizzarsi nella routine quotidiana.
I genitori possono esporre i propri figli a una moltitudine di microbi incoraggiandoli a trascorrere più tempo all’aperto, come nel caso della nostra amica Julia e della fattoria (non per forza nel letame di polli e maiali). I bambini oggi trascorrono molto meno tempo all’aperto anche solo rispetto a 20 anni fa.
Neonati e bambini ai primi passi spesso non hanno il permesso di giocare con la terra e la sabbia, e quando anche lo ottengono vengono puliti subito dopo. Frasi del tipo:”Non giocare nel fango!” o “Non toccare quell’insetto, è sporco!” sono ormai all’ordine del giorno.
Sono tutte abitudini da disimparare. Impedendo ai bambini, sin da piccolissimi, di seguire il proprio istinto innato a sporcarsi, li proteggiamo da quell’esposizione microbica che è essenziale allo sviluppo di un sistema immunitario sano.
I genitori possono promuovere una buona salute intestinale anche attraverso la dieta. È ormai noto come la dieta occidentale – ricca di grassi, zuccheri e cereali raffinati – sia fortemente associata a un certo numero di malattie, soprattutto all’obesità e al diabete di tipo 2, a quest’ultima strettamente collegato.
I nostri antenati si nutrivano di una varietà di cibi tale da assicurare una molteplicità di microbi nel loro intestino: tanti cibi diversi garantivano un ambiente ospitale per una vasta gamma di questi. Oggi, il 75% del cibo mondiale proviene da appena 12 specie di piante e 5 specie animali. È sorprendente il fatto che appena tre specie – riso, mais e grano – forniscano il 60% delle calorie che gli esseri umani ricavano dalle piante. Tranne che in alcune regioni dove l’assenza di uno sviluppo economico ha preservato le più antiche pratiche alimentari e agricole, la maggior parte delle persone mangia zucchero bianco raffinato, farine bianche e grassi lavorati, anziché affidarsi a una dieta ancestrale a base di vegetali, fibre, frutta e noci.
Uno studio del 2010, pubblicato negli atti della National Academy of Sciences, ha confrontato il microbiota di bambini del Burkina Faso, nell’Africa occidentale, con il microbiota di bambini italiani urbanizzati. I bambini africani si nutrivano di una dieta ricca di fibre composta da vegetali, cereali e legumi, senza cibi trattati, mentre la dieta dei bambini europei era piena di zuccheri, grassi animali e cibi raffinati. I microbi intestinali dei bambini del Burkina Faso erano molto diversi – e anche molto più vari – rispetto a quelli dei bambini italiani.
Non si vuole affermare che i bambini del Burkina Faso abbiano uno stile di vita più sano dei bambini italiani; hanno molte più probabilità di soffrire di malnutrizione e gravi infezioni; inoltre hanno un’aspettativa di vita inferiore rispetto ai bambini nati in Europa occidentale. Tuttavia, hanno anche un rischio inferiore di soffrire delle malattie autoimmuni che imperversano nel mondo occidentale.
In un mondo ideale, i bambini dovrebbero ospitare una comunità microbica ricca e varia, senza dover subire la minaccia di contrarre gravi malattie infettive; eppure le nostre pratiche correnti affrontano solo una metà di questa equazione. Visto il modo straordinario in cui i batteri rispondono alla dieta, mangiare una varietà di cibi è forse il miglior modo per incrementare la diversità microbica, e non esiste momento migliore per farlo che durante i primissimi anni di vita.
In pratica, questo significa che non dovremmo nutrire i bambini piccoli con il solo riso solo per finirne la scatola. Dovremmo offrire una gamma varia di cereali, inclusi avena, riso, orzo e quinoia. È anche importante offrire cereali integrali e non raffinati. La dieta occidentale è estremamente povera di fibre, e i cereali raffinati ne contengono davvero una quantità minima.
Legumi ricchi di proteine come le lenticchie, i fagioli e i piselli, abbondano di fibre e si possono schiacciare con facilità. Si possono provare anche vegetali amidacei come le patate dolci, la pastinaca o la cassava (tapioca) anziché fermarsi ai soliti vegetali poveri di fibre come le patate. Per i più grandi, si aggiungano cibi fermentati come lo yogurt, il kefir, i crauti e altri vegetali fermentati.
La maggior parte delle persone, nelle società sviluppate, non si sente attratta da questo tipo di cibi quanto lo è da pasta, formaggio e simili, ma l’infanzia è il momento migliore per introdurre buone abitudini alimentari. Per i bambini mangiare cibi sani diventa così un’abitudine, allo stesso modo in cui lo diventa pulire la propria stanza: facendolo di frequente.
di Michela Orazzini, traduttrice e curatrice della rubrica “Tradotti per voi”
Dall’articolo di B. Brett Finlay, Marie-Claire Arrieta – Get your children good and dirty
Parte 2 di 3
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Per saperne di più sul gioco libero all’aria aperta:
- Giocate all’aria aperta, di Angela J. Hanscom
Per approfondire gli altri argomenti trattati:
- Bambini e troppe medicine, di Franco De Luca
- Igiene e cosmesi naturali, di Maura Gancitano
- Un mondo di pappe, di Sara Honegger
elisa
Perfettamente d’accordo, però quanto è difficile mangiare sano. L’altro giorno ho preso due buste di quinoa al supermercato e le ho pagate una fucilata. Noci, semi oleosi e compagnia sono venduti a peso d’oro. Per trovare dell’olio di lino venduto nel banco frigo bisogna andare in missione per negozi. Il pane con farine speciali ha prezzi esorbitanti. Allora dico “compro le farine e lo faccio in casa”. Un salasso. Le bevande vegetali con l’IVA al 22%. La frutta rossa, che è di stagione, a prezzi da capogiro…
Poi fanno le offerte delle braciole di maiale e le cosce di pollo a meno di 4 euro al chilo.
Credo che sia abbastanza ovvio che un’onnivoro medio scelga di ingozzarsi di carne, pasta e biscotti. E’ il mercato che devia la gente su cibo spazzatura perché bersi una bibita costa un decimo di una spremuta fresca.