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Studio osservazionale sulla maggiore mortalità nei bambini vaccinati rispetto a quelli non vaccinati in una regione della Guinea-Bissau.

Proponiamo un interessante articolo della Dott.essa Emma Pistelli pubblicato su ASSIS (Associazione di Studi e Informazione sulla Salute) riguardo una ricerca sui tassi di mortalità dei bambini vaccinati e non vaccinati della Guinea-Bissau in seguito alla campagna di vaccinazioni degli anni compresi fra il 1978 e il 1983.

 

GUINEA-BISSAU: Maggiore mortalità nei bambini vaccinati rispetto a quelli non vaccinati

 

12 Apr , 2017

a cura della Dott.ssa Emma Pistelli

A tutt’oggi non sono molti gli studi che mettono a confronto il livello di salute dei bambini sottoposti a vaccinazione con quello dei bambini non vaccinati. Con l’eccezione del vaccino anti morbillo-parotite-rosolia (MPR), le pubblicazioni che hanno investigato sugli effetti dei vaccini in generale e sull’impatto sulla salute dei bambini vaccinati sono davvero poco numerosi. Una interessante ricerca è quella che mi accingo a commentare, pubblicata nel febbraio 2017. Si tratta di uno studio osservazionale condotto su bambini di età compresa tra i tre e i cinque mesi, che dal giugno 1978 fino alla fine del 1983, quindi per complessivi cinque anni, sono stati sottoposti a vaccinazione anti-difterite-tetano-pertosse (DTP) e anti-poliomielite orale (OPV). I bambini facevano parte di una popolazione urbana dello stato africano Guinea-Bissau, dove, in quegli anni, era stato introdotto il vaccino DTP e l’OPV, nell’ambito dell’applicazione dell’Expanded Program on Immunization deciso, negli anni settanta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, allo scopo di realizzare, nei paesi più poveri del mondo, una vaccinazione universale. Il titolo dello studio è “The Introduction of Diphtheria-Tetanus-Pertussis and Oral Polio Vaccine Among Young Infants in an Urban African Community: A Natural Experiment” ed è stato condotto da un pool di ricercatori universitari della Danimarca e della Guinea-Bissau [1]. Lo studio è pubblicato sul sito Ebiomedicine [2], che accoglie, dopo un’attenta valutazione, studi e ricerche in collaborazione con CellPress e The Lancet. L’esperimento naturale non è per definizione un esperimento controllato e randomizzato. E’ uno studio empirico in cui certi individui o gruppi di individui sono esposti, in modo casuale, a certe condizioni sperimentali, che, nel caso in oggetto, sono stati i vaccini DTP e OPV. L’esperimento naturale si rende necessario quando c’è stata un’esposizione ben definita che coinvolge un altrettanto ben definita sub-popolazione e quando sia molto difficile attuare una sperimentazione controllata. Gli autori hanno raccolto dati relativi alla mortalità dei bambini vaccinati e non vaccinati, al di sotto dei cinque anni, e li hanno messi a confronto. I bambini oggetto dello studio non presentavano difficoltà di natura socio-economica di una particolare rilevanza e neppure problemi legati alla malnutrizione. Negli anni precedenti, poiché il tasso di mortalità nei bambini sotto i cinque anni era molto elevato, insieme con l’Unicef era stato approntato un programma per effettuare controlli trimestrali in cui si monitorava lo stato di nutrizione e i parametri di accrescimento. Grazie a questo programma fu escluso che il tasso elevato della mortalità infantile fosse dovuto alla malnutrizione, come confermano studi di quel periodo [Aaby et al.1983]. Quindi gli autori di questo “esperimento naturale” hanno ricercato altri possibili fattori cui fossero stati esposti i bambini. Il fattore esterno è stato identificato nella vaccinazione. Infatti, in occasione di questi controlli periodici, nell’arco di cinque anni, ai bambini di età compresa tra i tre e i cinque mesi, è stata praticata la vaccinazione DTP, a volte e non sempre, associata alla vaccinazione OPV. La vaccinazione DTP e OPV fu somministrata a tutti i bambini tra i tre e i cinque mesi di età. Le tre dosi complessive del vaccino DTP in parte sono state somministrate ad intervalli di un mese ma anche superiori, fino a tre mesi, rispettando la scadenza dei controlli trimestrali del programma di sorveglianza sanitaria. Tutti i bambini sia i vaccinati con DTP sia i bambini non vaccinati con DTP appartenevano alla medesima coorte di bambini nati nella regione di Bandim che partecipavano al suddetto programma di controllo sanitario. L’esclusione dal programma di vaccinazione era basato sull’età, in quanto il vaccino era somministrato solo ai bambini di età compresa tra i tre e i cinque mesi. Alla fine, confrontando i due gruppi di bambini vaccinati con DTP e bambini non vaccinati, la mortalità del primo gruppo era cinque volte superiore rispetto al gruppo dei non vaccinati. Nella ricerca si forniscono le tabelle e i dati relativi.

Così concludono gli autori dello studio: “Sfortunatamente il vaccino DTP è il vaccino più ampiamente usato e la proporzione di chi riceve questo vaccino è considerato un indicatore della riuscita dei programmi di vaccinazione delle varie nazioni. Deve preoccupare il fatto che l’impatto delle vaccinazioni sul livello di salute e il tasso di mortalità non siano stati studiati con esperimenti randomizzati. Tutte le prove scientifiche, al momento disponibili suggeriscono che il vaccino DTP può uccidere più bambini di quanti ne potrebbe salvare evitando di farli ammalare di tetano, difterite o pertosse. In parole povere, il vaccino protegge i bambini dalle malattie coperte dal vaccino ma, al contempo, li rende più suscettibili ad ammalarsi di malattie infettive diverse e non correlate”.

[1] Søren Wengel Mogensen a,1 , Andreas Andersen b,1 , Amabelia Rodrigues a , Christine S Benn b,c , Peter Aaby a,b, ⁎ a Bandim Health Project, Indepth Network, Apartado 861, Bissau, Guinea-Bissau b Research Centre for Vitamins and Vaccines (CVIVA), Bandim Health Project, Statens Serum Institute, Artillerivej 5, 2300 Copenhagen S, Denmark c OPEN, Institute of Clinical Research, University of Southern Denmark/Odense University Hospital, 5000 Odense C, Denmark

[2] http://www.ebiomedicine.com/article/S2352-3964(17)30046-4/pdf

 

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