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come coltivare la gratitudine
come coltivare la gratitudine

Per la rubrica “Tradotti per voi” vi proponiamo un interessante articolo di Deborah MacNamara, autrice di “Capire i piccoli”, una delle ultime uscite edite da Il Leone Verde Edizioni: ecco la prima parte dell’articolo sulle strategie per coltivare la gratitudine nei bambini.

Come coltivare la gratitudine nei bambini

Possiamo insegnare ai bambini a dire “grazie” e spingerli a dirlo quando ce n’è bisogno, ma questo non significa che provino davvero gratitudine. Le parole di apprezzamento dette senza prestare particolare attenzione di solito si dicono per ragioni che potremmo dire di “prestazione”: compiace agli adulti nella vita di tutti i giorni, oppure fa avere un’opinione molto positiva del genitore da parte della gente.

Il problema è che possiamo educare i nostri figli a dire parole appropriate a seconda della circostanza, ma questo di solito viene meno quando le persone “giuste” non stanno guardando e, inoltre, non sono il riflesso di un sentimento particolarmente sincero. Quando incoraggiamo i bambini a dire parole che sono prive di un significato profondo, spingiamo i nostri figli a dare ed accettare sostituti di sentimenti reali, portandoli a vivere relazioni superficiali. In particolare, l’empatia è una delle emozioni più importanti che guida lo sviluppo e la maturità sociale ed emotiva in generale. Non dovremmo permettere che le parole che esprimono gratitudine siano distaccate dalle radici di quello stesso sentimento che dovrebbero guidarle. Se vogliamo crescere bambini che provino empatia, che mostrino considerazione per gli altri e che agiscano in modo premuroso, allora dovremo assicurarci che le loro parole non siano di circostanza bensì legate indissolubilmente a veri sentimenti di gratitudine.

Come fare? Innanzitutto, la prima cosa da comprendere è che la gratitudine non è qualcosa che si possa insegnare direttamente; si può solamente aiutare il bambino ad esprimerla quando si sente accudito da un’altra persona. Possiamo iniziare orientando il bambino verso i propri sentimenti e aiutandoli a fermarsi un momento a considerare come qualcuno si è preso cura di loro. I bambini sotto i 5 anni sono spesso impulsivi e variano con rapidità le proprie emozioni. Sono ancora inconsapevoli di come i sentimenti guidino il proprio comportamento. Aiutare un bambino a soffermarsi su un sentimento per volta gli permetterà di riconoscere e sentire la cura che c’è dietro ad ogni gesto. Ad esempio, la mia primogenita soleva portare a sua sorella parte dei dolcetti che erano stati condivisi in occasioni speciali a scuola. Correva verso sua sorella con biscotti o cupcake mangiati solo per metà e, quando le ho chiesto perché pensava sempre alla sorella, lei ha detto: “Perché lei non riceve questi dolcetti e so che le piacciono e non voglio che rimanga senza”. Alla figlia più piccola non è mai stato detto di dire grazie a sua sorella. L’enorme abbraccio che lei le avrebbe dato nel ricevere questa premura era tutto ciò che era necessario per farmi sapere che la generosità del gesto era stata compresa e riconosciuta.

Dobbiamo fare particolarmente attenzione ad educare i nostri figli affinché sviluppino uno spirito premuroso nei confronti degli altri. La capacità di prendersi cura degli altri è istintiva e si attiva quando un bambino si sente accudito: infatti, quando è ben curato da chi gli sta intorno, il bambino a sua volta sarà più premuroso nei confronti degli altri. Inoltre, prendersi cura di qualcuno è un comportamento che non ha bisogno di essere ricompensato: è appagante di per sé.

Più premiamo il comportamento premuroso, meno sarà autentico.

Un’assenza cronica di premure in un bambino non è qualcosa che può essere semplicemente sostituita educandolo ad esprimere parole o gesti di gratitudine. Una mancanza di empatia in un bambino è una condizione anomala che ci impone di prestare molta attenzione e impegno per smussare le difese che inibiscono l’espressione emotiva. Ci sono molte cose che possiamo fare per coltivare lo spirito premuroso di un bambino, dai doni per occasioni speciali a semplici gesti di condivisione quotidiana. Quando un bambino ha davvero un animo premuroso, sarà portato in maniera spontanea ad esternare espressioni di gratitudine.

Strategie per coltivare la gratitudine 

1- Spiega qual è il vero significato dei doni: in occasione di uno scambio di doni, spiega ai bambini il loro vero significato. Troppo spesso, infatti, i bambini sono concentrati sulla natura materiale del dono e su quanto a loro piaccia. Invece, fare un regalo a qualcuno significa dimostrare attraverso un segno tangibile che ti preoccupi e che pensi a loro. Ciò che davvero conta è il pensiero che c’è dietro al dono e non l’oggetto in sé. Il problema è che, in una cultura materialistica come la nostra, basata sull’accumulazione e guidata dal consumatore, l’attenzione è sempre rivolta su quel che si è ricevuto: se però vogliamo crescere bambini premurosi, dobbiamo concentrarci su “chi” ha fatto il regalo e sul “perché” l’abbia fatto. Questo è uno dei modi con cui possiamo orientare i nostri figli a donare col cuore e riconoscere quando gli altri fanno lo stesso per loro.

2- Non chiedere ai bambini “cosa vuoi per regalo?”: dobbiamo fare molto di più che chiedere ai bambini ciò che desiderano per il loro compleanno, per Natale o per qualsiasi altra occasione in cui vengono dati i doni, e rispondere semplicemente alle loro liste di desideri. Infatti se facciamo un regalo a qualcuno, questo dovrebbe voler dire che li conosciamo abbastanza bene da sapere cosa scegliere per fargli un bel pensiero. Se devi pensare da solo ad un’idea per il regalo, questo favorirà il sentimento di attenzione per l’altro perché avrai trascorso del tempo a pensare che tipo di persona si ha davanti. Ciò che spesso dimentichiamo quando facciamo un regalo è quanto sia importante il fattore sorpresa. Quando qualcuno ci dà ciò che chiediamo, ci occupiamo essenzialmente di noi stessi. Quando qualcuno ci sorprende, invece, è più probabile che ci sentiamo accuditi in un modo più profondo. Quando facciamo un passo indietro e pensiamo realmente cosa significhi essere curati e in che cosa dovrebbe consistere la gratitudine, è chiaro che non possiamo arrivarci semplicemente rispondendo alle richieste materiali dei nostri cari. Non possiamo pretendere che i nostri figli facciano completo affidamento su di noi se per primi non riusciamo a capire come prenderci cura di loro nei momenti speciali della vita.

[continua]

Non perdere la seconda parte dell’articolo in uscita nei prossimi giorni!

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