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il pianto macnamara
il pianto macnamara

Per la rubrica “Tradotti per voi” vi proponiamo un interessante articolo di Deborah MacNamara, autrice dell’attesissimo “Capire i piccoli” in uscita il 13 febbraio: ecco la prima parte dell’articolo sull’importanza del gioco nella costruzione e nello sviluppo della personalità del bambino.

I tre bisogni fondamentali che tutti i bambini hanno necessità di coltivare 

Raffi Cavoukian, cantante e cantautore per bambini e difensore dei diritti dell’infanzia, ha scritto una canzone intitolata “Tutto ciò di cui ho veramente bisogno” che riesce a catturare magnificamente i tre bisogni fondamentali del bambino visti dalla sua stessa prospettiva. Raffi canta: “Tutto ciò di cui ho veramente bisogno è una canzone nel mio cuore, cibo nella mia pancia e amore nella mia famiglia”. Ogni volta che ascolto questa canzone avverto un implicito messaggio rivolto agli adulti riguardo a tutto ciò di cui i nostri bambini hanno davvero bisogno per crescere bene.

Anche la scienza dello sviluppo ha ben chiari i tre bisogni fondamentali dei bambini: il gioco, il pianto e le relazioni. Questi tre aspetti sono ingredienti fondamentali per aiutare i bambini a crescere e per farli diventare individui socialmente ed emotivamente responsabili, in grado di stabilire i propri obiettivi, adattarsi al proprio ambiente, essere resilienti di fronte alle avversità e provare empatia nei confronti degli altri. Tutto questo rappresenta in cosa dovrebbe consistere la maturità, ma senza le giuste condizioni, questo tipo di crescita personale non può essere garantita.

Tutti conosciamo persone che sembrano adulte, ma che si comportano come bambini in età prescolare. C’è una gran differenza tra l’essere giovani nel cuore e l’essere immaturi: quest’ultimo atteggiamento fa sì che l’individuo incolpi gli altri per i propri problemi, che abbia difficoltà a farsi strada, che chieda e deleghi agli altri tutto ciò che concerne la cura di sé e che si comporti in modo impulsivo. Come si spiega questa mancanza di maturità? Lo sviluppo può essere influenzato e la maturità ostacolata quando, nell’ambiente in cui vive il bambino, vi siano deficit nel provvedere ai suoi bisogni fondamentali.

1- Il bisogno fondamentale di “Gioco Vero”

Il gioco è la culla della personalità. Rappresenta il momento in cui un bambino mette le mani sul volante della propria vita e sperimenta il mondo circostante guidato dal proprio corpo, dal cuore e dalla mente. I bambini hanno bisogno di un luogo sicuro per poter sperimentare ed esplorare.

Gli umani posseggono l’innato desiderio di dare un senso alle cose, di perseguire obiettivi e di scoprire chi siano davvero. Non possiamo costringere un bambino a giocare o farlo per loro, è un istinto che lo spinge ad emergere come se la propria personalità possa essere sbloccata solo con il gioco. Ogni bambino di tre anni, mentre cerca di capire le cose, dice “Lo faccio da solo!”: ecco perché non si può insegnare ai nostri bambini come giocare, è qualcosa di innato.

Il nostro compito è quello di creare uno spazio per giocare, che sia sicuro, al riparo da emozioni dolorose e che permetta la libertà di movimento e di espressione. In altre parole, essere come i parco giochi che spesso hanno cancelli e recinti attorno per lasciare che i bambini siano liberi di esplorare lo spazio al loro interno.

Alcuni bambini sono attratti dal movimento e usano i propri corpi per saltare, arrampicarsi, ballare o correre. Ad altri piace esplorare ed esaminare, mentre ad alcuni piace prendere oggetti che appartengono al proprio mondo e progettare qualcosa di nuovo. Ogni bambino ha una particolare inclinazione che gli permette di esprimere il proprio mondo interiore ed è nostro compito facilitarne l’espressione creando spazi in cui questo possa essere manifestato.

Che cosa ostacola il gioco dei bambini? Una delle cause principali è la spinta verso la scolarizzazione fin dai primi anni. La tendenza verso l’istruzione e la scolarizzazione precoce è allarmante e non si appoggia sulla base di decenni di ricerca nella scienza dello sviluppo. Per esempio, nella mia comunità, ci sono bambini che si presentano nella scuola materna incapaci di giocare; guardano il loro insegnante e dicono che non sanno come fare quando viene loro detto che è il momento di giocare. Ad un esame più attento, i loro anni prescolari sono stati pieni di attività istruttive e strutturate. Invece di avvertire un campanello d’allarme nella perdita della capacità di gioco, come è successo per l’insegnante, i genitori provavano un senso di orgoglio nel vedere che un bambino riesce a leggere o fare matematica in tenera età.

Presto non è meglio– non secondo la scienza.

Possiamo allenare e far lavorare e lavorare i bambini in età precoce, ma a quale costo per il loro sviluppo? Cosa accade quando i bambini sono costretti a lavorare invece di giocare? Il gioco offre al bambino uno spazio sicuro per l’espressione emotiva e questo è fondamentale per il suo benessere e la sua maturità. I bambini attraversano molti tipi di emozione durante il gioco, recitando i propri sentimenti nella sicurezza della finzione. Quando il gioco è “per finta”, le conseguenze dell’espressione emotiva sono ridotte al minimo e offrono loro la libertà di realizzare qualsiasi cosa le stia stimolando. Secondo ricerche in merito la perdita del gioco è spesso correlata con tassi crescenti di calo dell’attenzione, ansia, depressione e aggressività nei bambini. Il gioco dunque protegge i bambini dal punto di vista emotivo.

Il problema è che non valutiamo il gioco nello stesso modo in cui valutiamo i compiti e i risultati. Il gioco è visto come qualcosa che i bambini fanno nel tempo libero e anche questo è in pericolo. Il tempo dei bambini è organizzato sempre di più con schermi, attività strutturate e istruzioni. Mentre la TV e i computer sono diventati i principali motivi da additare per lamentarsi della perdita del gioco, la ricerca suggerisce invece che una delle maggiori perdite nel tempo del bambino è dovuta all’aumento del tempo dedicato allo shopping: un aumento del 168% in un periodo di 15 anni.

Senza il gioco i nostri figli non possono crescere. Non ci sono scorciatoie qui, nessun sostituto e nessuna pillola che possa prendere il posto di ciò che il gioco può offrire. I genitori devono essere i guardiani delle cose che portano via tempo e spazio per il gioco. I bambini hanno bisogno di avere una canzone nel cuore, come dice Raffi, perché questo è il suono del gioco dentro al bambino che cerca di esprimersi nel mondo che lo circonda.

[Continua]

Non perderti la seconda parte dell’articolo in uscita mercoledì!

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