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Prime pappe non significa “basta latte”

Dalla nascita al sesto mese compiuto, l’alimentazione dei bambini deve essere costituita esclusivamente da latte materno. Se il bambino non è allattato al seno, allora bisognerà ricorrere al latte artificiale.
Dal sesto mese compiuto è necessario completare l’alimentazione lattea con altri cibi: verdura, frutta, cereali, carne, pesce, legumi.
Come noterete, Sara Cosano, autrice di questo articolo, ha usato il termine “completare e non “sostituire”: è una differenza non da poco! Vediamo perché.

Svezzamento: una definizione

L’introduzione dei cibi diversi dal latte viene comunemente chiamata svezzamento: è un termine scorretto per due ragioni: svezzamento significa testualmente “togliere il vizio” [del seno].
Poppare al seno non è un vizio, è uno strumento di sopravvivenza per il bambino. Poiché svezzamento significa “togliere il seno”, “smettere di poppare”, non è il termine corretto se riferito all’introduzione dei cibi solidi. Infatti per un bambino il latte (materno o artificiale, non vaccino!) deve rimanere l’alimento fondamentale per il primo anno di vita e oltre.
Il termine giusto è alimentazione complementare: alla normale alimentazione del bambino a base di solo latte, piano piano si affiancano, si aggiungono nuovi alimenti.

Attenzione agli schemi preconfezionati

Nella realtà succede esattamente il contrario: chiunque abbia avuto sotto mano uno schema di svezzamento (che sia quello del pediatra, di un libro di puericultura o di una rivista per mamme) avrà trovato scritto “sostituire la poppata di mezzogiorno con…”.
Nulla di più scorretto, specialmente all’inizio dell’introduzione dei nuovi cibi. Perché?
La necessità di introdurre nuovi alimenti nasce (tra i vari motivi) dal fatto che il bambino, crescendo, ha bisogno di arricchire la sua dieta con alcuni nutrienti e con una quantità di energia che la dieta a base di solo latte non può fornire. Insomma, un’aggiunta al latte preso abitualmente.
Questo non significa che il latte, dall’oggi al domani, diventi inutile.
Per quanto riguarda il latte materno, è pura invenzione dire che “il tuo latte non nutre più” e simili. Anzi, il latte materno è un vero e proprio concentrato di nutrienti, a tutte le età.
Se sostituisco una poppata con del cibo, il cibo introdotto dovrà avere un contenuto di energia e nutrienti che non solo eguagli, ma addirittura superi quello del latte.
Ipotizziamo che un bambino, che finora si è alimentato solo con latte, abbia circa 6 mesi, mostri interesse per il cibo degli adulti, sia in grado di stare seduto eccetera. Insomma, è pronto, sente il bisogno di mangiare altro.
Seguendo i più classici degli schemi preconfezionati, la mamma dovrebbe iniziare sostituendo una poppata verso metà pomeriggio con della frutta: la mela.
100 grammi di mela forniscono poco più di 50 kcal.
100 ml di latte materno forniscono poco più di 70 kcal (idem per l’artificiale).
Il bambino, per assumere una quantità di mela che sia equivalente (in termine di calorie) al latte, dovrebbe mangiare 140 grammi di mela. Considerando poi che lo scopo di introdurre nuovi alimenti è aggiungere qualcosa al latte, dovrebbe mangiare più di 140 grammi di mela, diciamo almeno 200 grammi (100 kcal circa). Forse dovrebbe mangiarne ancora di più se solitamente verso quell’ora prende molto latte.
È decisamente improbabile che un bambino alle prime esperienze si mangi una mela da due etti, che dite? Ovviamente l’esempio è semplicistico perché si considera solo l’apporto calorico, ma penso che renda l’idea.

Il mitico brodo di verdure

Lo stesso avviene con il mitico brodo di verdure, oramai tappa obbligata degli schemi di svezzamento tradizionali. Il brodo di verdure, per quanto sia buono e saporito, dal punto di vista nutrizionale è praticamente senza calorie e nutrienti (le eventuali vitamine della verdura vengono distrutte dalla cottura).
I due o tre cucchiai di cereale che vi dicono di aggiungere (riso, mais, tapioca eccetera) in circa 200 ml di brodo fanno sì che questa pappa contenga un po’ meno di 60 kcal per 100 ml, cioè meno del latte materno o artificiale. Quindi un bambino per aumentare l’apporto calorico rispetto a quando prendeva solo latte, dovrebbe mangiare un piattone enorme di pappa. Cosa che accade molto di rado.
Questo può creare incomprensioni tra il bambino e la mamma durante le prime pappe: il bambino magari è incuriosito dal cibo e lo accetta, però ha ancora fame dopo la pappa. Allora, forse, dopo un po’ di tempo rifiuta la pappa perché capisce che quello che lo sfama è il latte, e non la brodaglia. La mamma si arrovella per capire cosa stia succedendo, nega il latte al bambino… ed è l’inizio della guerra!

Gli alimenti cosiddetti “per l’infanzia”

Appena il bambino arricchisce la gamma di alimenti, l’apporto calorico derivante dall’alimentazione complementare diventa enorme.
Un bambino tra i 6 e gli 8 mesi dovrebbe ricevere poco meno di 200 kcal dall’alimentazione complementare. Tutto il resto deve arrivare dal latte.
Un bambino di questa età che nella giornata mangia uno yogurt bianco (80 kcal), un succo di frutta alla pesca (75 kcal) e tre biscotti per bambini (60 kcal), solo con merende e spuntini ha già superato la quantità di calorie necessaria per quanto riguarda gli alimenti complementari. A questo si dovrà aggiungere il pranzo e l’eventuale cena.
Ho considerato uno yogurt normale, bianco e senza zucchero, e un succo di frutta normale. Gli stessi prodotti “per bambini” delle varie marche di alimenti per l’infanzia hanno un contenuto calorico spropositato. Alcune merende consigliate dal sesto mese hanno quasi 150 kcal a porzione!
Risultato?
Con tutto questo cibo è ovvio che il bambino, per non scoppiare, popperà pochissimo, due o tre volte al giorno. Magari per qualcuna questa sarà un’ottima notizia, ma sappiate che il fisico dei bambini non è fatto per ricevere tutte quelle calorie a questa età.
Molti studi mettono in relazione l’eccessivo apporto di calorie (e in particolare di proteine) nella prima infanzia, con un aumentato rischio di obesità a medio-lungo termine. L’effetto negativo non si vede subito, ma a distanza di diversi anni. Come detto sopra, fino all’anno il latte materno (o artificiale) rimane l’alimento fondamentale della dieta del bambino, e questo non può essere fatto con un paio di poppate al giorno.
Anche leggendo le tabelle OMS che esprimono i fabbisogni teorici di latte nel primo anno di vita, si osserva facilmente che la quantità di latte necessaria a un bambino effettivamente diminuisce nel tempo, ma di poco. È la quantità di alimenti complementari che aumenta.

Esempio di fabbisogno giornaliero

Considerando che il latte materno o artificiale ha circa 70 kcal per 100 ml:

  • dalla nascita a due mesi: 490 kcal di latte (circa 700 ml)
  • tra i 3 e i 5 mesi: 548 kcal di latte (circa 780 ml)
  • tra i 6 e gli 8 mesi: 485 kcal di latte (circa 700 ml) e 200 kcal di alimenti complementari
  • tra i 9 e gli 11 mesi: 375 kcal di latte (circa 535 ml) e 455 kcal di alimenti complementari
  • tra i 12 e i 23 mesi: 313 kcal di latte (circa 450 ml) e 779 kcal di alimenti complementari

Vedete che anche a 10 mesi un bambino necessita di più di mezzo litro di latte materno (o artificiale) al giorno, traguardo difficilmente raggiungibile con due poppate (spesso già a 7 mesi i bambini vengono limitati a due poppate al giorno).
Come fare allora?
Ho citato questi numeri solo per darvi un’idea: non serve mettersi con la bilancia a pesare i cibi per calcolare le calorie, e nemmeno a misurare quanto latte prenda il vostro bambino con la doppia pesata (per l’allattamento al seno), ci mancherebbe!
Non ha senso nemmeno contare quanto dura la poppata o altre considerazioni del genere: il bambino, crescendo, succhia più vigorosamente quindi nello stesso tempo prende più latte. Queste sono cifre teoriche per bambini teorici, buone solo per fare discorsi generali, non valgono per il vostro bambino, che è unico.
La realtà è molto più semplice di quel che sembra. Cestinate i numeri e fate come avete fatto fino al sesto mese: fidatevi del vostro bambino.
Se fino al sesto mese avete allattato a richiesta, sapendo che i bambini si autoregolano e non servono né la bilancia né l’orologio, perché improvvisamente dovrebbero perdere questa capacità?

No svezzamento, sì alimentazione complementare

Qualcuno di voi forse avrà già notato che negli schemi standard di svezzamento si parla di “poppata della mattina”, “poppata di mezzogiorno” eccetera, e al di là dei pasti “comandati” non sono previste poppate.
Ma come, se fino al giorno prima si allattava a richiesta vuol dire che dal sesto mese bisogna allattare a orari?
Vuol dire che se continuo ad allattare a richiesta, il mio bambino rifiuterà le pappe o non avrà mai dei ritmi per i pasti?
Se di solito nella mattinata faceva tre poppate devo lasciare solo la prima poppata al risveglio e poi niente latte fino alla merenda del pomeriggio, dato che sul foglio del pediatra non è previsto?
Nulla di tutto ciò: torniamo alla definizione di alimentazione complementare.
Il cibo completa il latte, cioè si continua ad allattare come si è sempre fatto (a richiesta), e in più a questo si offrirà del cibo. Il bambino si saprà regolare su quanto latte e quanto cibo prendere, e gradualmente (molto gradualmente!) richiederà sempre più alimenti complementari e sempre meno latte e, mangiando insieme al resto della famiglia, si abituerà agli orari dei pasti familiari.
Il cibo non deve essere offerto al posto della poppata, ma dopo la poppata o lontano dalla poppata, di modo che il bambino non lo vedrà come minaccia alla sua certezza (costituita dal seno o dal biberon), ma come una novità e basta, e inoltre si eviterà di rimpinzarlo con troppi alimenti complementari, a scapito del latte.


di Sara Cosano
Peer counsellor in allattamento al seno, membro della sezione italiana di IBFAN (International Baby Food Action Network), componente del Comitato Regionale per la promozione dell’allattamento materno della Regione Veneto.


Articolo revisionato il 28 gennaio 2021

Commenti (4)

    • Maura Chiazzaro

    • 4 anni fa

    Grazie a questo articolo sono molto piu serena.ha risposto proprio alle mie domande. Grazie Maura

    • Viktoria

    • 4 anni fa

    Grazie mille ho trovato le risposte alle mie perplessità

    • Isabela

    • 2 anni fa

    Articolo fantastico,grazie
    Sono una neo mamma e Co corso in pieno! dobbiamo fidarci dei nostri bambini

    • VALENTINA

    • 1 anno fa

    Salve, vorrei sapere se le dosi di latte valgono anche per il latte artificiale, il tipo 2 si differenzia per quanto riguarda le proteine.

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