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Elettrosmog: dobbiamo difenderci?

Come in ogni campo è la consapevolezza a fornirci le chiavi per una corretta visione. In questo post iniziamo ad approcciare la tematica nel modo più discorsivo possibile.

Nel giro di pochi anni ci troviamo circondati da smartphone, laptop, tablet, WiFi, forni a microonde, TV e persino baby monitor, che emettono campi elettromagnetici che aumentano inesorabilmente negli anni.

Il problema è che i campi elettromagnetici sono invisibili a occhio nudo e la nostra tendenza umana è di non considerare quello che non è percepito dai nostri sensi.

I numeri ci aiutano a rendere più concreto il fenomeno: il limite di legge più restrittivo in materia prevede una soglia massima di intensità pari a 6 v/m; mentre il valore dei campi elettromagnetici pulsanti naturali, attorno ai quali ci siamo evoluti nei millenni, è di 0,0004 v/m. Facendo la divisione tra il primo ed il secondo valore vediamo che nella storia recente i valori sono aumentati di ben 35.000 volte e in molti casi sono enormemente più grandi.
Il nostro corpo utilizza l’elettricità per svolgere le proprie funzioni: si pensi per esempio che le attività del nostro cervello vengono monitorate con l’elettroencefalogramma.

Purtroppo il nostro corpo è un’ottima antenna, ossia converte molto bene i campi elettromagnetici in correnti che nulla c’entrano con quelle generate dal corpo stesso; tali correnti creano un “rumore di fondo” che disturba i meccanismi di comunicazione elettrici del nostro corpo.
Immaginate di trovarvi a parlare in una strada molto trafficata: il rumore richiederà maggior sforzo per capire le parole del vostro interlocutore e di tanto in tanto capirete fischi per fiaschi.

E i bambini? 
Sono maggiormente esposti a quest’interferenza, basti pensare al fatto che il loro cervello è protetto da una scatola cranica di minore spessore a cui si unisce una inferiore densità ossea.

In estrema sintesi, l’elettrosmog, quindi, provoca degli effetti sul nostro corpo e i bambini ne sono maggiormente esposti.
Nel prossimo post vi darò qualche cenno di fisiologia per poi passare alle soluzioni che possiamo adottare.


Giorgio Scaglia
Ingegnere, sviluppa diverse metodologie e tecnologie per compensare e contrastare gli effetti negativi dovuti al progresso dell’era moderna.

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