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La caramella: buona o cattiva alleata?

Come fa un prodotto così piccolo, colorato e commestibile, a creare tanta dipendenza?
La caramella non è solo un semplice dolcetto. È un mix di zucchero, coloranti e aromi (per lo più artificiali), ma contiene anche altri ingredienti: piacere, ricompensa, ricatto, negoziazione, gratitudine…
La caramella è decorazione per le feste di compleanno e compagna immancabile di un’uscita al cinema.

Testimonianze di genitori

Amélie e Julien, genitori di due bambini di 4 e 6 anni
Permettiamo ai nostri figli di mangiare dolci e ne abbiamo sempre in casa a portata di mano. Diciamo di no raramente perché le loro richieste sono sempre contenute. Se capita che ne chiedano più del solito e riteniamo che sia troppo, lasciamo loro prendere un’ultima caramella dalla scatola e, di solito, la tengono per dopo. Una volta nostro figlio ha avuto una brutta esperienza dalla nonna: ha mangiato così tante caramelle che alla fine ha vomitato! Forse si ricorda bene di non esagerare.

Veronica, madre di due figli di 6 e 10 anni
Noi non abbiamo più caramelle in casa. I miei figli sono abbastanza ragionevoli, ma è più facile dire di no se non ci sono.
Per far sì che la mancanza non sia percepita come punizione, ma come ricerca di una dieta migliore, io e mio marito abbiamo mostrato loro alcuni studi sull’argomento e così hanno capito la nostra scelta; e poi, di conseguenza, abbiamo iniziato a variare di più la nostra alimentazione.
Loro possono mangiare le caramelle ai compleanni, ma per coerenza, io non gliele regalo più!

Lo stesso vale per Caroline, mamma di due ragazze di 8 e 11 anni
In casa non ci sono caramelle. Le mie figlie le mangiano soprattutto durante le feste.
La maggiore sa regolarsi da sola: a volte se ne compra un pacchetto per piacere dopo l’allenamento di pallavolo, da condividere con la sua compagna. Lo tiene in borsa e tra un allenamento e l’altro neanche lo tocca o, al massimo, mangia due o tre caramelle.
La più piccola, invece, adora i dolci. Quindi, quando ha un pacchetto di caramelle, a un certo punto devo darle un limite e dirle di tenerne qualcuna per i giorni successivi.

Altri genitori si lamentano di più: mio figlio mangia troppe caramelle; il mio me ne chiede in continuazione…
A casa — dicono Marlene e Luc, genitori di due ragazzi di 11 e 13 anni — era già un vero problema quando il più grande chiedeva sistematicamente di mangiare dolci all’uscita da scuola. Non siamo mai riusciti a eliminarli del tutto e, alla nascita del secondo figlio, avevamo paura che associasse il divieto improvviso all’arrivo del fratello! Il problema continua.

Perché diamo le caramelle ai bambini?

Un po’ di storia.
In Europa lo zucchero appare nel XII secolo quando i crociati portano la canna da zucchero dall’Oriente.
Come le spezie, è un prodotto molto costoso e di lusso, riservato a re e signori. Serve per candire alcuni frutti e renderli più digeribili. Anzi, in questo periodo, lo zucchero è considerato una panacea: allevia i dolori al petto e allo stomaco e, per di più, nasconde l’amaro in bocca di alcuni farmaci.
Nel XV secolo, signori e re offrono ai loro ospiti, in segno di benvenuto, delle zollette di zucchero contrassegnate con lo stemma di famiglia, dolci e marmellate; gli ospiti portano poi nelle loro stanze questi doni per goderseli al meglio¹.
Si capisce già quanto i dolci siano un modo di “far piacere”: chi riceve una caramella è considerato un ospite distinto che merita un benvenuto speciale.

Come sostituire le caramelle?

È difficile trovare il giusto equilibrio tra vietare del tutto e sminuire un alimento che non ha alcun valore nutrizionale.
Come eliminare, quindi, le cattive abitudini, così radicate da diventare spesso motivo di conflitto?
Come comportarsi diversamente se finora la caramella è stata, probabilmente, un buon mezzo per trasmettere un messaggio, positivo o negativo, ai nostri figli?

La caramella premia

Bravo tesoro, hai lavorato bene, meriti una caramella.
Proviamo, invece, a fare un complimento descrittivo, proposto da Adele Faber e Elaine Mazlish²: hai ricevuto un’ottimo rimando per la tua presentazione; eri proprio coinvolto nel tuo progetto; l’idea di presentarlo con un modellino è stata molto apprezzata dai tuoi compagni; hai mostrato creatività; puoi essere orgoglioso di te stesso.

La caramella è un piacere (straordinario)

I miei figli possono mangiare dolci solo durante il fine settimana.
Possiamo, invece, parlare del piacere di un preciso momento: questo fine settimana ne abbiamo approfittato per trascorrere del tempo all’aperto e sono contento che ti sia piaciuta la visita alla caserma dei vigili del fuoco.

La caramella ricatta o minaccia

Se non la smetti di scarabocchiare il divano, non avrai caramelle per un mese!
Possiamo invece descrivere la situazione, dare un nome al problema, informare, cercare un modo per rimediare e dare al bambino un’alternativa per soddisfare il suo desiderio o il suo bisogno: vedo degli scarabocchi sul divano, ma i divani non sono fatti per scriverci sopra; oppure: non mi piace vedere gli scarabocchi sul nostro divano. Perché non puliamo insieme? Io metto il detersivo e tu strofini con la spugna. E qui ci sono dei fogli bianchi per disegnare quello che vuoi.

La caramella è un’occasione

Puoi mangiare i dolcetti solo durante le feste o dalla nonna.
Perché dare alle caramelle così tanto valore? Possiamo dire: quasi sempre alle feste di compleanno ci sono le caramelle, alcuni bambini ne mangiano molte, altri ne mangiano una o due, ad altri ancora piace guardarle perché sono molto colorate. Gli adulti pensano che tutti i bambini amino le caramelle, e invece ci sono bambini che preferiscono mangiare la frutta o non mangiare niente. La nonna non sa che ti piacciono molto i lamponi e i mirtilli, perché non facciamo un elenco di ciò che può offrirti quando vai da lei, al posto delle caramelle? Così le daremo altre idee.

Le caramelle che non avevamo

Eloi, 37 anni, papà di un bambino di 4
Quando ero piccolo i miei genitori mi proibivano di mangiare dolci. Mio cugino era diabetico e mia mamma mi diceva che se avessi mangiato delle caramelle, avrei preso la sua stessa malattia.
Quando sono diventato papà, ho deciso che non avrei vietato niente ai miei figli! Per ora riesco a trovare un felice compromesso con mio figlio dicendogli che la caramella non è nutriente e lui ne mangia pochissime, ma non lo spavento facendogli credere che è pericolosa. Forse, se un giorno dovesse iniziare a esagerare, gli fornirei le informazioni utili sul consumo di zucchero perché capisca.

Joana, mamma di Parïs 4 anni, cercando una soluzione a questo problema, ha provato ad ascoltare i sentimenti di entrambe. Ecco il loro dialogo.
La bambina (mentre la mamma prepara la cena): Voglio una caramella!
La mamma: Capisco bene il tuo desiderio di avere qualcosa di goloso.
Bambina: Ho il diritto di averlo!
Mamma: Certo che hai il diritto di avere desideri. Anche a me piacciono le caramelle al cioccolato, ma preferisco mangiarle a merenda. A te quali piacciono? Devi avere una fame da lupo!
Poi Joana racconta ciò che è accaduto in seguito.
Insieme abbiamo guardato nella scatola delle caramelle e mia figlia ha messo in una ciotolina le sue preferite. Aveva molte cose da dire! Ha proposto lei stessa di lasciarle da parte per assaggiarle il giorno dopo. E io ho risposto che era una buona idea perché sarebbe meglio non mangiare dolci la sera. Abbiamo concluso il nostro dialogo senza conflitti e in armonia.


Dalla rivista e blog Grandir Autrement, articolo di Genoveva Desplas
Traduzione di Francesca Pamina Ros


¹ https://www.filsantejeunes.com/histoire-des-bonbons-6841/
² A. Faber, E. Mazlish, Parler pour que les enfants écoutent, écouter pour que les enfants parlent, Éditions du Phare, 2012.

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