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Prendersi cura di una piantina già da piccoli

La natura offre al bambino molteplici opportunità di osservazione e apprendimento.

Il mondo naturale risponde al suo bisogno di movimento e alla sua curiosità e vivace attenzione per i piccoli dettagli che una foglia o un fiore possono presentare.

Inoltre, l’ambiente naturale è in costante divenire: non è un mondo statico, ma che cambia continuamente per effetto della luce, dei fenomeni atmosferici, del tempo che scorre.

Quante osservazioni offre una piccola piantina?

Colorata alla luce del giorno e scura e misteriosa di notte, quando il sole si nasconde; ancora piccola e con tenere foglie all’inizio della sua vita e poi alta e rigogliosa, dopo che il tempo ha fatto il suo corso; prima con piccoli fiori delicati e poi con gustosi frutti da raccogliere e assaporare; accolta da una terra che ha bisogno di acqua e cure, per essere accompagnata al meglio nella sua lenta crescita.
Pensiamo a quanti profumi emanano le erbe aromatiche, con foglie dalle innumerevoli e diverse forme, più o meno spesse e dalle varie trame, che si offrono a tanti utilizzi in cucina.

La natura, attraverso la sua multiforme e viva bellezza, stimola l’interesse del bambino e il suo agire nel toccare e trasformare ciò che viene osservato.
Un piccolo cespuglio di salvia richiama la mano del bambino ad accarezzare le consistenti foglie setose e di un verde cangiante, che assume sfumature diverse al sole o per effetto delle piccole gocce di pioggia.
Il bambino le osserva, le tocca e ne percepisce lo spessore, la soffice irregolarità della superficie, la consistenza. Ma poi anche ne sente l’aroma delicato e insieme intenso che si sprigiona nel toccarle e che profuma l’aria tutto intorno. Sperimenta infine la tenace resistenza con la quale le foglie restano aggrappate ai gambi, nel tentativo di staccarle per usarle in qualche ricetta in cucina.

Egli vive continuamente ricche e preziose esperienze attraverso i suoi sensi, che rappresentano una via importantissima per conoscere il mondo e comprenderlo.


Questo continuo sperimentare, accompagnato dall’adulto con un linguaggio chiaro e competente, apre al bambino ricche vie attraverso le quali affinare il suo esplorare e il suo sapere, a partire dalla consapevolezza che la piccola pianta di salvia ha bisogno di cure attente e costanti per sopravvivere: in particolare dell’acqua che deve esserle data nella giusta quantità e quando la piantina ne ha bisogno.

Come capirlo? Ecco che la piccola mano si avvicina alla terra calda che accoglie le radici della pianta e sentendola asciutta e dura la innaffia con acqua fresca, fino alla volta successiva.
Ma dove va a finire l’acqua? Viene assorbita dalla terra e a poco a poco scompare dalla superficie, per penetrare a fondo e venire succhiata dalla radici della piantina che le permettono di nutrirsi e quindi di crescere rigogliosa.

E poi quali altre vie di conoscenza può offrire una piccola pianta di salvia?
Il nome della forma delle sue foglie o l’osservazione, attraverso una piccola lente di ingrandimento, della sua nervatura, mirabolante e curioso ricamo che la attraversa in tutta la sua superficie.
Il suo vivere attraverso il tempo delle stagioni per mezzo della potatura e della stupefacente ricrescita in primavera, alla ricerca del luogo migliore in cui metterla in termini di esposizione alla luce del sole.


Ecco che un immenso mondo si è offerto al bambino che, prima piccolo esplora e poi, crescendo, si addentra con sempre maggiore consapevolezza e precisione nel mondo della botanica.

Creare un piccolo angolo verde in giardino, sul balcone o in casa, permette di offrire al bambino un prezioso spazio educativo, di esplorazione, di attività e cura, di apprendimento di nomi e pratiche di coltivazione, di comparazione di tipologie di piante fra loro diverse, di cucina, ma anche di espressione per il bambino più grande che desidera disegnare o descrivere ciò che osserva.

Un pensiero in particolare è da riservare all’attività della cura per la pianta, che significa rendersi responsabili di qualcosa e diventare capaci di gesti quotidiani ripetuti, nonostante tutto, per garantire la sopravvivenza di un piccolo essere vivente.
Questa cura mette in contatto l’individuo, il bambino, con ciò che lo circonda, rafforza la sua capacità di permanere nell’accudimento e alimenta l’innata empatia per la vita che egli naturalmente possiede.

Rappresenta quindi una preziosa opportunità riservare al bambino alcune piante, mettendogli a disposizione un piccolo innaffiatoio, una paletta per smuovere la terra quando necessario, piccole forbici per tagliare i rametti e un cesto in cui riporli.
Attraverso questi semplici oggetti, egli impara pian piano a partecipare, con competenza e gratitudine, alla vita che, attraverso quelle piccole piantine, scorre e lo nutre.


di Isabella Micheletti
Autrice, maestra e formatrice dell’Opera Nazionale Montessori.

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