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I rischi del gel igienizzante

L’igiene personale è una pratica salutare e coscienziosa, ma con l’avvento del Covid questa abitudine si è trasformata in una vera e propria ossessione: prima di entrare in un qualsiasi esercizio commerciale bisogna strofinarsi le mani con un gel; e poi ripetere l’operazione in quello successivo e così via.
Marco Pacori, psicologo e psicoterapeuta, indaga sulle possibili conseguenze che questa abitudine può comportare sul piano psichico e su quello della salute fisica.

Una buona abitudine diventata ossessione

L’abitudine a igienizzarsi le mani è di base coscienziosa, tuttavia questa condotta (esasperata dall’avvento del coronavirus) è ripetuta in modo maniacale a scuola: i bambini devono disinfettare le mani prima dell’ingresso, dopo ogni attività, prima di andare al bagno e dopo; prima di fare merenda, praticamente una decina di volte durante loro permanenza nell’istituto.
Senza entrare nel merito se questo accorgimento sia opportuno, è bene riflettere sulle possibili conseguenze che questa abitudine può comportare sul piano psichico e su quello della salute fisica.

Come è nato il gel igienizzante

Partiamo da un presupposto: i disinfettanti per le mani sono stati pensati per coloro che operano in campo medico.
In ospedale, è fondamentale mantenere le mani asettiche, per evitare la diffusione di germi da paziente a paziente. Dal momento che medici e infermieri si trovano a gestire delle emergenze i disinfettanti per le mani possono effettivamente essere utili; in ogni caso, non lo fanno svariate volte, ma quando serve.
Se, quindi, in quel contesto, questa pratica può rivelarsi adeguata, appare assurdo trasferirla in ambito scolastico.

I rischi sulla psiche del bambino

Le indagini della psicologia clinica hanno appurato che educare un bambino a temere la contaminazione e lo sporco può essere una delle cause di un disturbo emotivo noto come germofobia: una patologia ossessivo-compulsiva che porta chi ne soffre a lavarsi continuamente le mani, a evitare il contatto con persone o cose che ritiene infettive e a rifugiarsi nell’isolamento.
Questa patologia fa presa, riportano le indagini, soprattutto su bambini ansiosi o depressi.

La germofobia non è l’unica patologia psichiatrica a cui i bambini possono andare incontro a causa della continua disinfezione delle mani: questo “rituale” (assieme ad altre abitudini, come la ripetuta misurazione della temperatura, il parlare insistentemente di malattie ecc.) può, infatti, portare il bambino a un’eccessiva attenzione al proprio stato di salute, che a sua volta può provocare ipocondria: un disturbo psichico in cui qualsiasi apparente anomalia fisica viene percepita come un sintomo di una malattia grave (in questo caso il Covid-19).
Chi vive questa condizione è tormentato dalla paura di avere un morbo incurabile; soffre d’ansia, depressione, disturbi del sonno e difficoltà di relazione.

I rischi per la salute

Lavarsi troppo spesso le mani, soprattutto con i gel disinfettanti distribuiti in scuole e luoghi pubblici ha, inoltre, conseguenze immediate sulla salute fisica.

Una delle più inquietanti è stata individuata dai biologi Fanhua Zeng, Catherine Lerro, Jérôme Lavoué. Lo studio di questi ricercatori, riportato sulla rivista Occupational & Enviromental Medicine ha preso in esame un campione di 900 lavoratori esposti per motivi professionali a pesticidi e biocidi (in particolare il Triclosan, uno dei componenti più comuni dei gel che troviamo dappertutto) per un periodo di un anno. Lo studio ha messo in luce che in questi soggetti il rischio di sviluppare un cancro alla tiroide era aumentato del 65%; i detergenti usati infatti interferiscono con la produzione degli ormoni della tiroide e perfino ne bloccano il rilascio.

Sul tema interviene anche Chris Norris, fisioterapista, neurologo e professore associato clinico presso l’Università della California, che afferma: «Il Triclosan è un rischio per la salute poiché il suo uso eccessivo ha effetti negativi sulla fertilità, sullo sviluppo fetale e sui tassi di asma».

Anche i più diffusi gel a base di alcol provocano effetti collaterali non trascurabili: lo afferma il dottor Giovanni Orecchia, specialista in dermatologia dell’Istituto di Cura Città di Pavia in un’intervista: «Dermatiti, pruriti, mani secche e palmi escoriati sono i danni più comuni. Il film idrolipidico che fa da barriera ai germi viene alterato, esponendo la pelle al rischio di infezioni e di sviluppare reazioni allergiche».

Chi è più a rischio

Stefano Gilardi, dermatologo a Locarno, precisa che sono le persone con la pelle naturalmente secca a subire le conseguenze più serie; se queste ultime devono per necessità disinfettarsi le mani spesso, rischiano di inaridirla ulteriormente, rendendo praticamente inevitabili le piaghe, le vesciche e le infiammazioni cutanee.

Sull’impiego di queste soluzioni idroalcoliche (con percentuale di alcol al 60%) si è pronunciato anche Andrew Kamp, capo del comitato scientifico del British Institute of Cleaning Science. Secondo il ricercatore, un uso smodato di gel igienizzante modifica l’equilibrio batterico che “riveste” la pelle consentendo ai batteri negativi di sviluppare una resistenza all’alcol e quindi di procurare infezioni poi difficilmente curabili.

Come difendersi dai rischi per la salute

Le controindicazioni all’impiego di questi antisettici non si limitano ai danni a breve termine: gli effetti nel tempo sono molto più preoccupanti. A sollevare la questione è Tom McDade, biologo e ricercatore presso la Northwestern University: questo studioso punta il dito sugli ambienti asettici, in particolare nei primi anni di vita poiché, sostiene, possono contribuire in seguito a ridurre le difese immunitarie.

In sintesi, se i bambini non sono esposti a batteri e virus nell’infanzia, hanno maggiori possibilità di contrarre allergie e malattie autoimmuni in età adulta. La soluzione? Lavarsi con semplice acqua e sapone e, dopo la detersione, usare una buona crema idratante.


di Marco Pacori
Psicologo e psicoterapeuta.


Bibliografia

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