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Si possono assumere farmaci durante l’allattamento?

Molte mamme evitano di assumere farmaci durante l’allattamento per paura di mettere in pericolo il proprio bambino. Eppure, come afferma il pediatra Carlos González nel suo libro Un dono per tutta la vita da cui è tratto l’articolo, anche nei rari casi in cui ci sono controindicazioni, i rischi restano molto contenuti.

Gravidanza e allattamento: due fasi distinte della vita del bambino

Sui foglietti illustrativi dei medicinali si trova spesso un paragrafo di avvertenze dedicato a “gravidanza e allattamento”, assimilando però due fasi della vita del neonato che sono diametralmente differenti: nel grembo materno il feto si sta ancora formando, per cui un farmaco può avere degli effetti secondari potenzialmente molto gravi per la sua salute. Invece, quando si dà un medicinale a un lattante, in linea generale le controindicazioni sono all’incirca le stesse a cui è soggetto un adulto.

Farmaci durante l’allattamento: perché sono meno pericolosi di quelli assunti in gravidanza

Un’altra importante differenza tra la fase della gravidanza e quella dell’allattamento è il quantitativo di farmaco assunto dal bambino: quasi tutte le medicine passano tranquillamente attraverso la placenta, per cui la loro concentrazione nel sangue della madre e in quello del piccolo è esattamente la stessa. Per questo motivo, se il farmaco ha un effetto sul cuore della madre, avrà il medesimo effetto sul cuore del feto (sempre che il suo cuore sia già formato e in grado di reagire), tanto che, se il feto avesse un’infezione, potremmo curarla dando un antibiotico alla madre.

Al contrario, la quantità di medicinale ricevuta dal bambino attraverso l’allattamento è molto ridotta: alcuni medicinali passano nel latte con difficoltà, per cui la loro concentrazione nel latte finisce per essere molto inferiore alla concentrazione nel sangue della madre.
Altri invece hanno la caratteristica di concentrarsi nel latte, ma resta del tutto impossibile che un bambino assuma una dose di farmaco superiore a quella della madre. Ciò è vero non solo in termini assoluti (perché se la madre prende 10, nel latte non ci può essere 11) ma anche in termini relativi dal momento che la dose di medicinale per chilo di peso assunta dal bambino attraverso l’allattamento è sempre molto inferiore a quella assunta dalla madre.

In linea di massima, si può tenere a mente questo principio: se si può assumere un farmaco durante la gravidanza senza correre alcun pericolo, si può assumere anche durante l’allattamento.

Linee guida sull’assunzione di farmaci durante l’allattamento 

Per decidere della pericolosità dell’assunzione di farmaci durante l’allattamento, ci si può servire di una serie di linee guida:

  • Se il farmaco non si assume per via orale, non può arrecare danni al bambino.
  • Se gli effetti secondari sono lievi, non importa che il farmaco passi nel latte o meno. 
  • È preferibile scegliere, fra due medicinali simili, quello che si conosce meglio e che è da più tempo sul mercato, perché sono stati fatti più studi statistici su eventuali effetti collaterali. Tuttavia, se il farmaco più vecchio è noto per avere numerose controindicazioni, è meglio scegliere l’equivalente più nuovo.
  • Tutti i farmaci a effetto topico (ovvero che agiscono solo sulla parte del corpo in cui sono applicati) si possono utilizzare durante l’allattamento. Sicuramente si assorbe sempre una piccola quantità di questi prodotti, ma se già quella che passa nel sangue è una quantità minima, quella che passa nel latte è ancora meno. 
  • Quando il bambino cresce, il rischio diminuisce.
    Innanzitutto, perché un bambino, rispetto a un neonato, ha più capacità di eliminare certi farmaci dal momento che i suoi reni e il suo fegato lavorano già a pieno rendimento. Inoltre, un bambino assume sempre una dose minore rispetto a un neonato: un bimbo di 6 chili beve più latte di un bambino di 3, ma non ne beve il doppio, pertanto la dose di latte (e di qualsiasi cosa sciolta nel latte, come i medicinali) in rapporto al peso, è inferiore.
  • Se la madre prende il medicinale in modo continuativo il rischio è sempre minore.
    Non ha neanche senso dire a una madre che si cura per una malattia cronica: “Allattalo solo per tre mesi, per le difese, e poi svezzalo”. Eventuali effetti secondari dovrebbero infatti manifestarsi proprio in quei primi mesi.

Risulta quindi evidente che la pericolosità legata all’assunzione di farmaci durante l’allattamento sia molto limitata e legata a casi particolari.

Farmaci durante l’allattamento: come scegliere l’orario giusto

In generale, l’orario in cui si assume il medicinale non è di alcuna importanza in relazione all’allattamento.
Solo in alcuni casi specifici, per quei medicinali che si possono prescrivere solo con grandi precauzioni, si dovranno seguire le indicazioni del medico, volte a far coincidere il picco massimo di concentrazione nel sangue (diverso per ogni farmaco) con il periodo più lungo in cui vostro figlio normalmente non poppa (generalmente, ma non sempre, la notte).
Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi, l’ora di assunzione del farmaco non riveste la benché minima rilevanza. Infatti, cosa cambia se nel latte c’è un po’ più o un po’ meno medicinale? Il doppio di una quantità irrisoria è un’altra quantità irrisoria.


di Carlos González
Autore, pediatra e fondatore e presidente dell’Associazione Catalana per l’Allattamento Materno.

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