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Allattare bambino prematuro

Allattare al seno il bambino prematuro è assolutamente possibile e, anzi, raccomandabile e preferibile, poiché il colostro della madre ha concentrazioni molto alte di elementi che rafforzano i meccanismi di difesa.
Un bambino prematuro è un bambino che viene alla luce prima della trentasettesima settimana di età gestazionale; la sua accoglienza richiede attenzioni specifiche e porta con sé gioia infinita, ma anche incertezze e timori.
Con l’ostetrica Martina Manco, proviamo a rispondere ad alcuni dubbi su un tema importante: la possibilità di allattare serenamente il bambino prematuro.

Il latte materno: una protezione preziosa

L’allattamento al seno è la fonte nutrizionale ottimale per tutti i neonati e ancora di più lo è per i nati pretermine.
Le società scientifiche pediatriche a livello globale raccomandano, quando possibile, l’uso del latte materno per alimentare il bambino prematuro. Sono infatti state raccolte prove consistenti sulla peculiarità immunologica del latte materno e sul ruolo importante che riveste.
Il colostro delle madri dei bambini prematuri, rispetto a quello delle madri che partoriscono a termine, ha concentrazioni significativamente più alte di elementi che rafforzano i meccanismi di difesa come immunoglobuline, lisozima e lattoferrina macrofagi, linfociti e neutrofili. Ha inoltre una maggiore concentrazione di proteine, grassi, sodio, cloro, potassio, calcio, ferro e magnesio.

Il seno produrrà latte prima del termine della gravidanza?

Una delle domande che ci si pone più spesso quando si soppesa l’idea dell’allattamento al seno per un bambino prematuro è se il seno sarà in grado di produrre latte prima del termine della gravidanza.
La risposta è sì: il corpo inizia a prepararsi già nella fase della gestazione. Infatti, il progesterone prodotto dalla placenta induce la proliferazione delle cellule produttrici di latte all’interno del seno della madre, che è quindi in grado di allattare in qualsiasi momento dopo la sedicesima settimana.

Dopo il parto, con l’espulsione della placenta, i livelli di progesterone diminuiscono, permettendo al seno di iniziare a produrre il colostro, il primo latte.
Di solito, la produzione di latte materno si innesca quando il neonato si attacca al seno e succhia ritmicamente, ma un bambino prematuro potrebbe non essere in grado di alimentarsi al seno. È quindi importante iniziare il prima possibile a estrarre il latte per simulare la richiesta del piccolo, meglio se entro le prime 6 ore dalla nascita: il mancato avvio precoce della spremitura è infatti associato negativamente con la produzione successiva di latte materno.

Come per ogni donna, i primi giorni dopo la nascita è possibile raccogliere solo quantità molto piccole di colostro (quindi inferiori ai 30 ml) e occorre qualche tempo perché questo cambi.
Per misurare il latte nei primi giorni è meglio usare una siringa da 1 cc o 5 cc. Importante ricordare che ogni singola goccia di latte raccolto per il nostro bambino conta, per cui non bisogna lasciarsi scoraggiare se le quantità raccolte con il tiralatte sono esigue.

Il bambino prematuro sarà capace di attaccarsi al seno?

Lo sviluppo neurologico del bambino è sufficiente per la coordinazione di un ritmo maturo di suzione, deglutizione, respirazione a partire in media dalla trentaduesima-trentaquattresima settimana, sebbene alcuni abbiano mostrato queste competenze già dalla ventottesima-trentesima settimana.
Purtroppo è anche vero che lo scarso tono muscolare che alcuni nati prematuri presentano e la mancanza di cuscinetti adiposi pieni sulle guance sono caratteristiche che rendono difficile mantenere la presa sul seno a lungo.
Chiedere aiuto al personale sanitario competente è la scelta migliore non soltanto per essere supportate, ma anche per trovare una modalità di alimentazione che aiuti il bambino a crescere e non ostacoli l’allattamento.

E se il bambino prematuro necessita di un ricovero in terapia intensiva?

Quando è necessario il ricovero del neonato in una terapia intensiva neonatale, non è sempre garantita la degenza della mamma insieme al piccolo.
In questi casi è necessario che la madre continui a estrarre il latte a casa. L’obiettivo è mimare la stimolazione che i seni avrebbero ricevuto se il bambino fosse nato a termine e fosse stato a casa con la mamma. La produzione di latte è infatti basata sul meccanismo di domanda e offerta, per cui il seno produrrà latte nella misura in cui questo viene richiesto.

È importante quindi mantenere una stimolazione costante, evitando intervalli troppo lunghi, e almeno otto volte al giorno.
Uno strumento indispensabile è il tiralatte elettrico con attacco doppio: è presente in tutti i reparti di ostetricia e nelle TIN, ma si può trovare anche a noleggio presso molte farmacie. L’estrazione doppia (cioè tirarsi il latte da entrambi i seni simultaneamente) fa risparmiare tempo alla madre ed è stato dimostrato che produca maggiori quantità di latte rispetto a tirare il latte dal singolo seno. Prima dell’uso del tiralatte, è consigliato un massaggio dei seni.

Alcune mamme possono trovare questo compito faticoso, emotivamente e fisicamente, ma non bisogna farsi prendere dallo sconforto.
È vero che si tratta di un impegno non da poco, ma è anche di breve durata: presto la produzione si stabilizzerà e il bambino sarà in grado di poppare efficacemente al seno.

Norme di corretta igiene per il tiralatte

  • Prima dell’utilizzo del tiralatte è importante lavare bene le mani.
  • Tutte le parti del kit che vengono a contatto con il latte devono essere pulite dopo ogni uso con dell’acqua calda e del sapone, sciacquandole accuratamente e lasciandole poi asciugare all’aria. Si dovrebbe evitare di toccare l’interno dei contenitori.
  • Non è raccomandabile buttare via le prime gocce di latte, né lavare il seno prima della spremitura per ridurre la carica batterica.
  • Acquistare dei sacchetti dedicati alla raccolta del latte ed etichettarli con il nome del bambino, il giorno e l’ora dell’estrazione.

La decisione di allattare oppure no

La madre di un bambino prematuro potrebbe provare sentimenti contrastanti circa la spremitura del proprio latte fino al momento in cui il piccolo non potrà attaccarsi al seno e prendere una decisione definitiva in questo momento potrebbe non essere semplice.
In ogni caso, la mamma potrà interrompere la raccolta di latte in qualsiasi momento, purché in maniera graduale.

Nei casi in cui non fosse disponibile il latte materno, è possibile ricorrere al latte materno donato: diverse terapie intensive si appoggiano a una banca del latte materno, una raccolta del latte gratuitamente donato da altre madri dopo un opportuno trattamento.

Per approfondire ecco i nostri libri sull’allattamento, trovi un’anteprima gratuita su ogni titolo.


di Martina Manco
Ostetrica libera professionista presso l’Associazione Ostetriche Felicita Merati sul territorio di
Monza e Milano. Sul sito www.ostetricamonza.it si dedica alla gravidanza, alla nascita e al puerperio.

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