Nell’homeschooling la famiglia fa una scelta, non solo di istruzione, ma anche e soprattutto antropologica. Se la crisi della famiglia è evidente, spiega Nunzia Vezzola, docente e socia fondatrice dell’Associazione Istruzione Famigliare, l’homeschooling si pone come opportunità per essa di aver luogo, di darsi un tempo, di prendersi tempo, di vivere una relazione equilibrata fra tutti i suoi componenti e con l’ambiente.
Il concetto di famiglia è in crisi?
È percepibile nel nostro mondo occidentale un’idea diffusa caratterizzata da una certa ostilità e diffidenza nei confronti della famiglia. Alcuni, spinti forse dalla loro esperienza professionale, tendono a mettere in luce le aberrazioni di cui talvolta le famiglie sono state teatro: è innegabile che se queste vengono lasciate sole ad affrontare momenti di difficoltà, oppure quando non curano un rapporto equilibrato sia al proprio interno sia con l’esterno, oppure sono vittime o protagoniste di atteggiamenti manipolatori di vario genere, si assiste ad abusi e violenze.
Ma dire che una realtà non funziona perché in taluni casi essa ha dato luogo a situazioni di maltrattamento equivale a dire che la Chiesa non funziona perché alcuni preti sono pedofili o che lo Stato non funziona perché alcuni Stati sono autoritari e violano i diritti umani. Siamo tutti dell’idea che non si debba fare d’ogni erba un fascio.
La crisi della famiglia però è evidente: se ne stanno perdendo l’identità e il ruolo.
Se non ha un luogo suo proprio, la famiglia non ha luogo, non è, non c’è. Se ognuno passa buona parte della vita altrove, la sua identità pian piano si perde. Troppo spesso in effetti i suoi componenti trascorrono la maggior parte del loro tempo al suo esterno come schegge impazzite che non ritrovano più il proprio baricentro.
E questo è vero anche per il tempo. Certo, si può sperare in una buona qualità del tempo, meglio di niente, ma non basta. Chiunque sarebbe d’accordo che in una relazione di amorevolezza tanto tempo trascorso insieme è meglio di poco tempo. E cosa succede se poi la stanchezza, le preoccupazioni, lo stress interferiscono anche sulla qualità del poco tempo rimasto per la famiglia?
Oltre la scuola e l’homeschooling
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Una proposta di intervento educativo da realizzare nel contesto dell’istruzione parentale per gli allievi della scuola secondaria inferiore e superiore, ispirata al modello umanistico dell’educazione integrale (che coinvolge corpo, mente, anima e spirito), con il proposito di formare anime libere e capaci di sentire e di pensare.
Il luogo privilegiato dell’apprendimento
Ma cos’è la famiglia? È veramente necessaria?
La società contemporanea si sta interrogando: su più fronti e a più riprese giungono messe in discussione e spinte verso un’evoluzione del concetto di famiglia.
Esistono tantissime idee e definizioni del termine “famiglia”.
Quella che mi pare più convincente è quella che prende le mosse dal dato della nostra biologia di animali, mammiferi, con un elevato grado di immaturità alla nascita.
Se fossimo pesci, faremmo a meno della famiglia, ma siamo mammiferi. E allora il neonato, il bambino, il ragazzo hanno il bisogno biologico e sociale della relazione intensa e prioritaria con i genitori: è ormai dimostrato che la piena matura cognitiva si raggiunge soltanto nella terza decade di vita, intorno ai 23-25 anni.
Da questo punto di vista, la famiglia si configura quindi come il luogo naturale e il tempo privilegiato dell’accudimento amorevole, dell’amore, dell’apprendimento, della scoperta del mondo e di se stessi come esseri sociali.
In quanto formata da persone, la famiglia non è un’entità ideale, ma un fenomeno in evoluzione e anche potenzialmente soggetto a défaillance, a meno che il suo costante divenire non sia teso al raggiungimento e al mantenimento di un equilibrio fra tutti i suoi membri, fra il dentro e il fuori, fra l’essere e il divenire, nel rispetto reciproco.
Homeschooling e famiglia
In quest’ottica si pone l’homeschooling: come opportunità per la famiglia di aver luogo, di darsi un tempo, di prendersi tempo, di vivere una relazione equilibrata fra tutti i suoi componenti e con l’ambiente, di rispettare i grandi come i piccoli.
Ma anche per riprendersi in mano e diventare protagonista del proprio ruolo naturale, per bilanciare l’essere persona e l’essere cittadino, per vivere l’apprendimento come occasione per dar risalto alle potenzialità di ciascuno, per dar voce alle personalità in una socialità equilibrata e ricca.
Nell’homeschooling la famiglia fa una scelta, non solo di istruzione, ma anche e soprattutto antropologica. Essa opta, infatti, non solo fra un percorso di apprendimento standard e uno personale, ma anche fra un’idea di individuo come essere destinato a conformarsi e un’idea di persona portatrice di diritti e di doveri: il diritto di sviluppare appieno la propria identità, il diritto alla libertà e alla felicità anche durante l’infanzia e l’adolescenza, e il dovere di divenire un adulto responsabile e autonomo, un membro proattivo della società.
Al momento attuale, questa idea di famiglia è ancora distribuita sul territorio nazionale in modo puntiforme, isolato e disomogeneo; non è una mentalità diffusa e condivisa. Lo potrà diventare se tutti ci lavoriamo. Uno dei segnali sarà, per esempio, che i musei, i cinema, i teatri, le mostre, i mezzi di trasporto cominceranno a prevedere degli sconti. Questo vorrà dire che la famiglia è diventata visibile, è considerata un interlocutore e un’entità percepita come interessante.
Ma per arrivare a ciò, questo luogo privilegiato dell’amore dovrà essere universalmente riconosciuto come soggetto attivo, portatore di progettualità e di diritti-doveri.
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di Nunzia Vezzola
Autrice, docente di scuola superiore e socia fondatrice di LAIF Associazione Istruzione Famigliare.
Andrea Botteon
Leggo sempre con interesse gli articoli di Nunzia Vizzola, la sua scrittura… famigliare mi apre finestre che non sapevo di avere, mi invita a esplorare mondi nuovi, pieni d’amore per i nostri cari, ma forse più di tutto, mi insegna a voler bene, a cominciare da me stesso.
Andrea.