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Educazione giocosa o Playful Parenting

L’educazione giocosa, Playful parenting in inglese, è un approccio educativo definito dallo psicologo e psicoterapeuta Lawrence Cohen, che si basa sul reimparare le “regole del gioco”, regole alle quali i bambini fanno ricorso costantemente per esprimersi, comunicare, creare e imparare a diventare grandi.
In questo modo, secondo lo studioso, entreremmo più facilmente in sintonia con loro, evitando rimproveri e sgridate, e raggiungeremmo molto prima e senza tensioni gli obiettivi educativi che ci prefiggiamo.
In questo articolo tradotto da Raised good, vediamo cos’è l’educazione giocosa e 7 situazioni comuni che può risolvere facilmente.

Giocare: il lavoro dei bambini

Ci siamo passati tutti: siamo seduti faccia a faccia con un essere umano molto più piccolo di noi e semplicemente non riusciamo a creare una connessione con lui. Noi vogliamo questo, lui vuole quello.
Vorremmo essere dei genitori sereni, ma non sempre è così semplice.
In momenti come questi, scegliere l’Educazione giocosa potrebbe essere essere la soluzione?
Se “giocare è il lavoro dei bambini” (una citazione della psicologa infantile Jean Piaget), allora comunicare con loro tramite una genitorialità giocosa è il miglior modo per trovare un punto d’incontro con i nostri figli. È la chiave assoluta per la collaborazione. Si tratta di parlare la loro stessa lingua, la lingua dei loro cuori e delle loro menti.

L’educazione giocosa si basa sulla connessione

Che piova o ci sia il sole i bambini giocano in ogni caso, li aiuta a rilasciare lo stress, a imparare cose nuove, e a scoprire il mondo.
Il tempo che investiamo nell’essere genitori “giocosi” ci aiuta a creare una connessione con loro e, insieme, a farli sentire sicuri e capiti nelle loro emozioni. In cambio, questa sintonia, ci rende il lavoro di genitori più facile.
Vogliamo goderci ogni momento con i nostri figli.
Se ci focalizziamo solamente su come indurli a fare qualcosa, la nostra relazione con loro si trasformerà in una specie di rapporto di potere. Preferisco, invece, incoraggiare i genitori a considerare i loro figli come partner con cui lavorare insieme nella risoluzione di qualsiasi problema.
L’educazione giocosa rappresenta tutto ciò che ha a che fare con la Disciplina Positiva: collaborare con i figli anziché andargli contro. Essere un genitore giocoso fa capire al bambino che siamo dalla sua parte, che affrontiamo insieme questa vita.

In cosa consiste concretamente l’educazione giocosa?

Questi consigli su come applicare l’educazione giocosa funzionano particolarmente con i bambini dai 2 agli 8 anni, ma possono essere utilizzati anche dopo, con alcuni accorgimenti.
Una cosa importante da ricordare è che è più efficace scegliere di essere un genitore giocoso prima che le emozioni degenerino: un approccio iniziale positivo con i nostri figli è il metodo più sicuro per mantenere un’atmosfera pacifica nella nostra casa. Come si dice “prevenire è meglio che curare”.
L’educazione giocosa può però anche funzionare retroattivamente.
Magari il primo tentativo di conversazione con nostro figlio non è andato poi così bene, aspettate che il bambino sia di nuovo emotivamente stabile, e poi riprovate da capo.

7 scenari comuni in cui l’educazione giocosa può fare miracoli

Lavarsi i denti

Un modo divertente per portare a termine questa attività è quello di fingere totale incompetenza. Per esempio, avvicinatevi al bambino con la spazzola per capelli e iniziate a dire «Apri bene la bocca, è ora di lavarsi i denti!». Poi allo stesso modo, quando avete in mano lo spazzolino,  direte «Oh, adesso pettiniamo i capelli, così saranno bellissimi!”.
Il bambino amerà sentirsi importante e competente quando vi farà notare i vostri errori.
Voi, ovviamente, vi fingerete stupiti di aver sbagliato e con ostentata esitazione, concederete infine al bambino di provare a fare a modo suo per quell’occasione.

Usare il vasino

Provate a fidarvi del corpo e del tempismo di votro figlio.
Nel caso avesse bisogno d’aiuto, cercate comunque di darglielo in modo divertente. Magari potete fargli credere che sta salendo su un treno, o su un razzo che sta per decollare verso un nuovo sistema solare.

Vestirsi

Se vostro figlio non è propenso a vestirsi, qualche risata alleggerirà l’atmosfera e vi aiuterà a creare una connessione. Vale la pena rallentare e concedersi di essere sciocchi se ciò farà risparmiare pianti, urla e incomprensioni.
Un modo efficace per far sì che il bambino si prepari è quello di coinvolgere i suoi pupazzi o i suoi giochi che saranno i vostri alleati.
Il bambino può vestire una bambola mentre voi gli infilate i calzini. Oppure può elencare i vestiti di cui ha bisogno il suo pupazzetto per affrontare un giorno di pioggia e quello che vorrebbe indossare anche lui per essere coordinati. In questo modo gli starete anche insegnando a prendersi cura di qualcosa.

Mettere in ordine i giocattoli

È importante ricordare che con l’arrivo dei bambini la casa non sembrerà più quella di una volta, è normale.
Potreste entrare in una stanza e vedere un disastro dove invece il vostro bambino vede un mare di possibilità; ma autorizzare la presenza di un po’ di disordine potrebbe addirittura essere uno dei migliori regali da fare a voi stessi per alleviare lo stress.
Quando però il disordine comincia a prendere il sopravvento, bisogna agire.
Non parlate di cose incomprensibili, come pulire o essere responsabili, il bambino assorbirà inevitabilmente qualsiasi tipo di ansia venga associata alle pulizie. Per il bene di tutti, rendete queste faccende, per molti un punto delicato, qualcosa di sereno e spensierato.
L’idea di fondo è cambiare il modo in cui si parla, non limitatevi a entrare nel suo mondo immaginario, ma guidalo.
Quando vedete un mucchio di macchinine sul pavimento, fate finta di notare che ci sia traffico: gli autisti hanno bisogno di aiuto per tornare nei loro garage (la scatola dei giocattoli)! Fatelo insieme, con tanto di effetti sonori.
Le costruzioni sono tutte sparse sul pavimento e devono tornare nella loro borsa? Nessun problema! Non state tenendo in mano una borsa, ma un mostro affamato: «Datemi da mangiaaare!”, urlerà giocosamente il mostro, «Sono affamato, devo mangiare costruzioni! Ancora! Ancora!». E avanti così finché il disordine scompare.
Giocare in questo modo migliora l’umore anche degli adulti.
Siate creativi. Se qualcosa non ha un luogo di appartenenza convenzionale (per esempio il garage per le macchinine), inventate: «Mettiamo tutte le bambole nella casa sull’albero (sullo scaffale) per la notte!». Persino una busta di carta può diventare una “tenda” per qualcosa.
Infine, vi ricordate come prima non eravate bravi a lavare i denti e a spazzolare i capelli?
Adesso sarete persino peggiori quando si tratterà di raccogliere i giocattoli.
Una palla? Pesa quasi quanto un camion! Com’è possibile sollevarla? Qualcuno può salvare la situazione? I bambini di solito amano arrivare in soccorso degli adulti.
Quell’enorme elefante-pupazzo però è facilissimo da sollevare, è leggero come una piuma. I vostri superpoteri saranno, insomma, molto disorientanti e divertenti.

Uscire da casa

Nonostante spesso mi tiri indietro nelle competizioni, questo è il caso in cui proporrei una gara.
«Chi fa prima a mettersi le scarpe e a toccare la maniglia della porta?».
In alcuni bambini, specialmente in quelli molto sensibili, la competizione può tuttavia generare ansia, quindi usatela con cautela.
«A qualcuno andrebbe di saltellare fino alla porta come un coniglio? Di rotolarsi lungo il tappeto per arrivare lì? Di essere portato in braccio e fatto roteare?». A volte, un “mezzo di trasporto” diverso è tutto quello di cui i bambini hanno bisogno.

Aiutare i genitori nelle attività quotidiane

Se vostro figlio vi può aiutare, per esempio, a mettere a posto piatti e bicchieri dalla lavastoviglie ai cassetti, lasciatelo provare. I bambini amano sentirsi bravi in qualcosa. Gran parte della loro esistenza consiste nel non sapere cosa fare, quindi quando sentono di saperlo, si sentono incredibilmente più forti.

Incoraggiare un comportamento positivo

Se per esempio il vostro bambino è in difficoltà con un’azione che coinvolge il suo corpo, parlate direttamente a quella parte del corpo in modo divertente.
Facciamo finta che il bambino sia troppo impetuoso nei confronti del cane. Un’opzione è ricordargli come agire con parole semplici: «Sii più gentile, grazie». Questo approccio spensierato, ma chiaro, spesso funziona.
Una variante divertente potrebbe essere «Scusatemi, mani? Sì, tutte le dieci dita, potreste allontanarvi da lì, per favore?». Anziché guardare il bambino negli occhi, guardate, parlate e toccate gentilmente le sue mani come se fossero solo loro a star facendo qualcosa di sbagliato.
Ciò funziona in particolar modo con i bambini sensibili che potrebbero sentirsi in imbarazzo per quanto accaduto, o che reagiscono male ai rimproveri.
Voi continuate: «Care mani, avrei davvero bisogno del vostro aiuto. Il cane può essere toccato solo da mani delicate. Ecco cosa potreste fare: un gioco? Un applauso? O scuotervi in aria, vi piacerebbe?».

Come fare se l’educazione giocosa non ci viene naturale?

Come funziona effettivamente per gli adulti, che non sono naturalmente giocosi come lo sono i bambini, questa educazione giocosa?
I nostri cervelli sono impostati in maniera piuttosto diversa da quella dei bambini che, come ben sappiamo, possono divertirsi giocando con i genitori, con gli amici, ma anche con delle scatole di cartone.
Non tutti siamo andati a una scuola per comici, abbiamo il dovere di essere divertenti di natura?
Assolutamente no.
In sintesi, possiamo inserirci nei giochi dei nostri figli, uniamoci a loro e vediamo cosa stanno facendo. Opportunità di educazione giocosa spesso si presentano da sole quando entriamo nel mondo immaginario dei nostri bambini.
Per esempio: ipotizziamo che nostro figlio stia giocando a combattere i draghi nei castelli o a travestirsi e, nel frattempo, è ora di cena. Anziché farlo smettere di giocare, srotoliamo un tappeto rosso immaginario e marciamo insieme a lui verso il tavolo. Oppure, saliamo sulla sua carrozza invisibile che lo porta alla sala da pranzo per la festa reale.
Non dobbiamo necessariamente creare qualcosa di nuovo e creativo per far sì che l’educazione giocosa “funzioni”, dobbiamo solo abbassare leggermente la guardia e, per quanto possibile, guardare la vita attraverso i loro occhi per un po’.

Essere genitori giocosi significa essere genitori coinvolti

L’educazione giocosa crea connessioni e relazioni non solo nel presente, ma anche a lungo termine. Sicuramente, all’inizio, potrebbe sembrare che questo approccio richieda un impiego di tempo eccessivo, ma alla fine vi risparmierà molte lacrime e ripagherà pienamente lo sforzo.
Spesso, dopo un po’ di tentativi, la collaborazione avviene così naturalmente grazie al gioco che è più veloce di qualsiasi altro metodo.
Sarete sorpresi di scoprire come i bambini diventano indipendenti dopo che hanno imparato a fare qualcosa con voi in un ambiente emotivamente sicuro: gli studi dimostrano come un attaccamento sicuro e sano al genitore, alla lunga, si trasforma in una maggiore indipendenza.
L’educazione giocosa vi darà un ottimo ritorno sull’investimento.
Le connessioni a lungo termine iniziano quando i bambini sono piccoli e questa genitorialità ha effetti molteplici: cresce nel tempo, fa diminuire i conflitti, e aumenta la fiducia.

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Leggi l’articolo originale: Playful Parenting: 7 Common Problems it Can Solve Easily

Traduzione di Alessia Fattori
Revisione di Francesca Pamina Ros

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