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abbraccio che guarisce

Il più delle volte un abbraccio
è staccare un pezzettino di sé
per donarlo all’altro
affinché possa continuare il proprio cammino meno solo
Pablo Neruda

«In questo difficile e travagliato periodo che stiamo vivendo, dominato dal distanziamento sociale e dall’isolamento forzato, parlare di abbraccio è una sorta di sfida, alquanto provocatoria ma al contempo allettante, specie per chi, come me, è allergica alle imposizioni e alle convenzioni istituzionali».
Elena Balsamo, pediatra e autrice, ha accolto con piacere il nostro invito a scrivere qualche riga sull’argomento e aggiunge «l’abbraccio è la modalità di scambio affettivo che preferisco: un abbraccio è morbido, avvolgente, dà un’incomparabile sensazione di contenimento, di unità e di protezione, è segno di fiducia reciproca e ha il grande vantaggio, rispetto a gesti più intimi come  il bacio e la carezza, di poter essere usato anche tra amici o colleghi di lavoro».

Il potere terapeutico dell’abbraccio

Oggi la scienza medica ha scoperto il grande potere dell’abbraccio: ci sono ricerche universitarie che dimostrano i benefici sulla salute di questo semplicissimo gesto, antico come il mondo.
Se avete bisogno di dati scientifici per accettare una realtà così ovvia,  vi conforterà sapere che durante un abbraccio vengono rilasciati importanti neurotrasmettitori  come le endorfine e l’ossitocina, che provocano diminuzione della pressione sanguigna, abbassamento della soglia del dolore, aumento delle difese immunitarie, miglioramento della memoria e dell’apprendimento: in una parola riducono ansia e stress.
Ma basterebbe guardare la foto delle due gemelline premature in cui l’abbraccio dell’una ha salvato l’altra, che era in condizioni critiche di salute, per comprendere la magia di questo piccolo ma potente gesto d’amore.                                                                                                   
Possiamo dunque affermare che gli abbracci hanno un efficace effetto terapeutico: sono medicine che non costano nulla e non hanno effetti collaterali! Fanno bene a tutti: ai bambini e alle persone anziane e la loro somministrazione dovrebbe essere quotidiana. 

Le conseguenze della vita a distanza

Ma oggi abbracciarsi è diventato proibito.
Ci si tiene a distanza di sicurezza e i ragazzini a scuola devono portare una mascherina ospedaliera per otto ore al giorno e non possono condividere con i compagni nemmeno la merenda o un pennarello, figurarsi un abbraccio!
Le relazioni sono diventate virtuali: whatsapp, instagram, videochiamate e teleconferenze. In qualità di pediatra (ma anche semplicemente di essere umano) a questo punto la domanda che mi sorge spontanea è: quali saranno le conseguenze di tutto ciò sulla salute e sul benessere soprattutto dei bambini, degli adolescenti e delle persone anziane, cioè delle fasce più vulnerabili della popolazione?    

Valutare i pro e i contro

Sono stata una neonata prematura, chiusa in un’incubatrice per quaranta giorni e conosco bene gli effetti della deprivazione sensoriale: so cosa vuol dire l’assenza di tocco e di contatto amorevole, so cosa vuol dire la distanza fisica e la presenza, per un bambino piccolo, di adulti con il volto coperto da mascherine che impediscono di riconoscere un sorriso.
Come mamma, conosco anche il disagio degli adolescenti, con tutte le loro difficoltà relazionali, e, come medico, so che il loro malessere è in vertiginosa crescita. I disturbi del sonno, anche nei piccolissimi, sono del resto in continuo aumento, così come le crisi d’ansia negli adulti. Per non parlare della sofferenza delle persone anziane, sempre più abbandonate a se stesse, isolate e chiuse in luoghi freddi e senz’anima.

Senza contatto la vita langue, proprio come quella di un fiore senz’acqua che rapidamente appassisce.
Non dimentichiamoci, dunque, di valutare e tenere in considerazione questo aspetto, così importante per la sopravvivenza degli esseri umani, quando mettiamo sul piatto della bilancia i pro e i contro di misure che dovrebbero proteggere la salute ma al contempo minano le fondamenta su cui andrebbe costruita.


di Elena Balsamo
Pediatra olistica e autrice.


*L’abbraccio che guarisce è anche il titolo di un libro di Marta Welch sull’holding, come terapia per bambini con gravi problematiche, come l’autismo.

Un commento

    • Francesca

    • 4 anni fa

    Non vedo l ora di leggerlo!!

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