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attaccamento sicuro

Sapevi che il miglior indicatore per capire come crescerà un bambino, in termini di salute mentale ed emotiva, è realizzare se ha sviluppato o no un attaccamento sicuro con almeno una persona?
In questo articolo tradotto dal blog Raised good, vediamo insieme cos’è l’attaccamento sicuro, perché è così importante e come assicurarci che i nostri figli lo stiano sviluppando.

Non dobbiamo essere genitori perfetti

Innanzitutto, i bambini con un attaccamento sicuro hanno più alte possibilità di sviluppare:

  • maggiore senso di autogestione
  • migliore regolazione emotiva
  • autostima più alta
  • migliore gestione dello stress
  • maggiore inclusione e partecipazione nel gruppo di compagni della scuola materna
  • amicizie più strette durante l’infanzia
  • migliore organizzazione delle amicizie e dei gruppi sociali durante l’adolescenza
  • relazioni romantiche più fiduciose e non ostili in età adulta
  • maggiore competenza sociale
  • più qualità di leadership
  • relazioni migliori e più felici con genitori e fratelli
  • maggiore fiducia nella vita
  • maggiore curiosità, autonomia e indipendenza
  • maggiore capacità di ripresa e maggiori competenze da adulti

Sembra piuttosto sorprendente, vero? Non sono questi i tratti e le competenze che tutti i genitori desiderano per i propri figli?
Quindi, cos’è l’attaccamento sicuro? Perché è così importante? E come ci assicuriamo che i nostri figli lo stiano sviluppando?
Queste sono le domande che mi sono posta e sono entusiasta di condividere in questo articolo cosa ho imparato perché, da genitore, aiutare i nostri figli a sviluppare un attaccamento sicuro è la cosa più importante che possiamo fare. È il fine che sta dietro a tutto quello che facciamo come genitori consapevoli, gentili, positivi e naturali.
E la buona notizia è che la strada per ottenere un attaccamento sicuro è molto indulgente, permette pasticci ed errori: si tratta di fare il genitore attraverso la relazione e di farlo tramite una serie di strategie. Non dobbiamo essere genitori perfetti (non esistono) e sicuramente non dobbiamo seguire una serie di regole prescrittive.

Cos’è l’attaccamento sicuro?

Nella sua forma più semplice, l’attaccamento descrive la qualità della relazione iniziata dal bambino con la prima persona che si occupa di lui. È un legame emotivo che si sviluppa in risposta all’abilità di chi accudisce il bambino di leggere e rispondere ai suoi segnali verbali e non verbali , in modo ragionevole, coerente e prevedibile nel tempo. Chi accudisce il bambino, infatti, dovrebbe riconoscerne i segnali e rispondere secondo le sue esigenze. Questa abilità di sintonizzarsi sui bisogni del neonato viene spesso chiamata “sintonizzazione emotiva”.
Negli anni ‘40, John Bowlby, il padre della teoria dell’attaccamento, definì l’attaccamento come «connessione psicologica duratura tra gli esseri umani».
Recentemente, Alan Sroufe, professore di Psicologia Infantile all’Istituto dello Sviluppo Infantile (Institute of Child Development), ha descritto l’attaccamento come «una relazione al servizio della regolarizzazione ed esplorazione delle emozioni del bambino. È la profonda e costante fiducia che il bambino ha nella disponibilità e nella prontezza di chi lo accudisce».
Gordon Neufeld descrive l’essenza dell’attaccamento come «quella pulsione o relazione caratterizzata dalla ricerca e dalla conservazione della prossimità».
E, infine, Gabor Maté lo definisce così: «L’attaccamento è un impulso biologico per la connessione con un altro essere umano. È un impulso essenziale perché senza esso non sopravvivremmo.”
Ogni essere umano sviluppa un tipo di attaccamento, indipendentemente dalla qualità delle cure che riceve. Il modo in cui la persona che accudisce il bambino risponde ai suoi segnali di attaccamento plasma uno stile di attaccamento nella mente del bambino.

L’attaccamento non è una filosofia genitoriale hippie o fricchettona. Di fatto, non è proprio una filosofia. È semplicemente la vita.
Vanessa Lapointe

Cos’è la teoria dell’attaccamento?

Negli anni ‘30 lo psichiatra e psicoanalista inglese John Bowlby, il padre della teoria dell’attaccamento, lavorava in una Child Guidance Clinic (cliniche in cui hanno luogo trattamenti psicologici e medici per bambini che soffrono di disturbi dell’adattamento [ndt]) a contatto con molti bambini con disturbi emotivi. La sua esperienza lo ispirò a considerare l’impatto della relazione di un bambino piccolo con sua madre in termini di sviluppo sociale, emotivo e cognitivo.
Da questo lavoro Bowlby formulò la sua teoria dell’attaccamento che fu influenzata anche dall’osservazione di altri mammiferi e dei modi in cui accudiscono i loro cuccioli. Per esempio, i mammiferi che vivono sul terreno, come volpi o castori, corrono verso un luogo protetto quando sono spaventati. Mentre i nostri parenti più stretti, scimpanzé e gorilla, corrono da un adulto che possa proteggerli.
Concentrandosi sul significato a livello di sviluppo di questo modello di sopravvivenza, Bowlby concluse che gli esseri umani sono programmati, come i loro cugini primati, a formare legami affettivi profondi.
Un attaccamento sicuro contribuisce almeno a tre funzioni primarie:

  • Fornisce un senso di sicurezza e protezione
  • Regola le emozioni, calmando l’angoscia, promuovendo la gioia e favorendo un senso di calma
  • Offre una base affidabile da cui esplorare

Secondo Bowlby, il fattore più importante per determinare la qualità dell’attaccamento di un bambino è «la misura in cui chi lo accudisce ha permesso o no al bambino di essere bisognoso di attenzioni e di seguirlo, e tutti i comportamenti associati a queste azioni».

Quali sono i quattro tipi di attaccamento?

La forza dell’attaccamento può essere misurata?
Nel 1969, la psicologa Mary Ainsworth, collega di Bowlby, concepì una tecnica di valutazione chiamata “Strange Situation Classification” (Classificazione della Situazione Strana [ndt]) per indagare come l’attaccamento cambi tra bambini diversi.
Dalle sue ricerche, Ainsworth rilevò l’esistenza di tre stili di attaccamento: sicuro, insicuro-evitante e insicuro-ambivalente (a volte “insicuro” viene anche tradotto con “ansioso”). Arrivò alla conclusione che gli stili di attaccamento fossero il risultato delle prime interazioni genitore-figlio.
Successivamente, fu riconosciuto un quarto stile: l’attaccamento disorganizzato.

Attaccamento sicuro

I bambini con un attaccamento sicuro sono certi che chi li accudisce sia disponibile a co-regolare in modo affidabile le loro emozioni, a riconoscere e soddisfare i loro bisogni, e ad agire come una base sicura così che possano esplorare l’ambiente circostante con la certezza di ritornare da chi li cura nei momenti di bisogno.
I genitori che hanno un attaccamento sicuro verso i loro figli sono reattivi, affettuosi e disponibili emotivamente.
I bambini che hanno un attaccamento sicuro sono solitamente angosciati quando separati dal loro genitore e molto felici quando si riuniscono.

Attaccamento insicuro-evitante

I bambini in relazioni con attaccamento insicuro-evitante possono sembrare indifferenti verso il genitore, si comportano come se non fossero stressati quando l’adulto lascia la stanza e possono mostrare lo stesso atteggiamento con un estraneo. Quando riuniti, il bambino potrebbe evitare la madre.
Uno studio ha dimostrato che i bambini con attaccamento insicuro sono fisiologicamente turbati (per esempio, battito cardiaco aumentato) quanto i bambini con attaccamento sicuro quando i genitori si allontanato, ma hanno imparato a sopprimere le loro emozioni così da poter rimanere vicino ai genitori senza rischiare il rifiuto.
Questi bambini, crescendo, potrebbero sviluppare evasione e distanziamento emotivo come metodi per affrontare il mondo, e al posto di trovare una soluzione ai problemi, sono più propensi a tenere il broncio o ritirarsi.

Attaccamento insicuro-ambivalente

I bambini in una relazione con attaccamento insicuro-ambivalente sono eccessivamente attaccati ai loro genitori e, tendenzialmente, non esplorano in loro presenza. Sono angosciati quando il genitore va via e, quando torna, oscillano tra l’attaccamento e la resistenza.
Questo schema di attaccamento danneggia anche l’autonomia perché il bambino rimane concentrato sul comportamento del genitore quasi escludendo tutto il resto.
L’ansia da separazione tende a durare più a lungo in questi bambini rispetto a quelli con un attaccamento sicuro. Studi longitudinali hanno dimostrato che questi bambini spesso diventano inibiti, distanti e poco assertivi, e sviluppano scarse capacità interpersonali.

Attaccamento disorganizzato

L’attaccamento disorganizzato è raro e generalmente si sviluppa solo in circostanze estremamente negative, in famiglie in cui sono presenti abusi e maltrattamenti. Il genitore, che dovrebbe essere una fonte di supporto, è anche colui che spaventa il bambino.
Nella sua ricerca Mary Ainsworth descrive l’attaccamento disorganizzato e da cosa deriva: «al bambino viene presentato un paradosso irrisolvibile dove la fonte di allarme e la soluzione coincidono».
I bambini con un attaccamento disorganizzato possono sembrare distaccati dal genitore anche quando tenuti in braccio, tendono a cercare il controllo, a diventare aggressivi e il distaccamento rimane il meccanismo di difesa principale.

Perché gli umani hanno bisogno dell’attaccamento sicuro?

I bambini alla nascita hanno sviluppato solo il 25% del cervello e solo verso la fine dei vent’anni i nostri cervelli sono completamente sviluppati. Durante l’infanzia, dalle relazioni più profonde dipende la programmazione che il cervello dei nostri bambini manterrà per tutta la vita.
Uno stile di attaccamento precoce ha un impatto marcato a lungo termine sulla salute mentale ed emotiva e sul modo in cui i nostri bambini vedono e interagiscono con gli altri. Dà loro un modello di cosa aspettarsi (e accettare) dalle relazioni future.
Durante i primi tre anni di vita, quando lo sviluppo del cervello è più rapido e plasmabile, i genitori possono avere una forte influenza sulla creazione di un attaccamento sicuro e aiutare i bambini a sviluppare un cervello sano.
La creazione di attaccamenti sicuri con i nostri genitori è una strategia di sopravvivenza. Più è sicuro l’attaccamento più è probabile che non solo sopravvivremmo, ma cresceremo in modo sano. L’attaccamento sicuro è un bisogno, non un lusso o uno stile genitoriale.

Psicologi come Edward Tronick, Bruce Perry, Megan Gunnar, Daniel Siegel hanno accumulato un gran numero di prove scientifiche che collegano indiscutibilmente l’attaccamento a uno sviluppo sano del bambino. Di fatto, l’attaccamento potrebbe essere più essenziale del cibo nei termini di una gerarchia dei bisogni del bambino piccolo. Questa ricerca ci dice che quel bambino ha bisogno di essere visto, ascoltato e di ricevere risposte da qualcuno che li ama per poter crescere bene.
Vanessa Lapointe

Come si crea l’attaccamento sicuro?

Quando chi si prende cura di un neonato risponde ripetutamente ai suoi segnali in modo positivo, vengono rilasciate delle sostanze neurochimiche che costruiscono e rinforzano i percorsi neurologici del cervello e del corpo che portano all’autoregolazione (come l’abilità di autocalmarsi), a un senso di sicurezza nel mondo, alla capacità futura di impegnarsi in relazioni sane, e in generale, al benessere sociale ed emotivo del bambino.
Se, mentre i nostri bambini crescono, ci assicuriamo che si sentato sicuri, visti, confortati, stimati e supportati, gli stiamo dando le migliori possibilità per sviluppare un attaccamento sicuro.
Il Circolo della Sicurezza Internazionale insegna che per avere un attaccamento sicuro bisogna fornire sia un base sicura che un posto sicuro. La base sicura fornisce al bambino il coraggio di esplorare il mondo e promuove la curiosità; il posto sicuro fornisce al bambino protezione, conforto, gioia e co-regolazione emotiva.
La reattività nel processo di crescita porta a un attaccamento sicuro, che è centrale per l’abilità del bambino in via di sviluppo di imparare a gestire le situazioni di stress future. È il fondamento di capacità di recupero, indipendenza e benessere mentale.

La filosofia della genitorialità dell’attaccamento

Il pediatra William Sears e sua moglie Martha Sears hanno reso popolare la filosofia della genitorialità dell’attaccamento nei primi anni ‘80.
Appena diventata mamma ricordo di aver imparato qualcosa sul dottor Sears, sulle “B del Bambino” e sul movimento della genitorialità dell’attaccamento. Istintivamente questo approccio aveva da subito avuto senso per me. Dopotutto, siamo mammiferi sociali, siamo progettati per allattare, tenere i nostri bambini vicino ed essere reattivi. Non riesco proprio a immaginare i nostri antenati mettere i loro bambini in grotte separate per dormire la notte.
Quindi, dal momento in cui è nato (nonostante i vari avvisi sui muri della stanza dell’ospedale) nostro figlio ha dormito con noi nel nostro letto e lo fa ancora sette anni dopo.
Abbiamo seguito molti principi della genitorialità dell’attaccamento, dalla condivisione del letto all’allattamento al babywearing.
Le sette “B del Bambino” sono:

  1. Birth (Nascita)
  2. Bonding (Legame)
  3. Breastfeeding (Allattamento)
  4. Babywearing (Portare il bambino legato con una fascia intorno a noi)
  5. Beware of baby trainers (Attenzione agli stili genitoriali troppo rigidi e a chi cerca di imporli)
  6. Bedding close to baby (Dormire vicino al bambino)
  7. Belief in baby’s communication (Credere nella capacità di comunicazione del bambino)

L’associazione “Attechement Parenting Inernational” ha rielaborato queste regole e le ha rese più moderne, creando gli Otto Principi dell’Attaccamento.
I principi della filosofia della genitorialità dell’attaccamento possono fornire delle ottime linee guida per il viaggio verso l’attaccamento.
Ma ecco il punto. Da quando sono diventata mamma è cresciuto sempre più il mio apprezzamento per le sfide individuali che affrontiamo come genitori e per i rischi emotivi legati alle aspettative non soddisfatte. Ecco la verità: seguire i principi proposti dalla filosofia della genitorialità dell’attaccamento può essere molto utile per favorire un attaccamento sicuro, ma non è il fattore più importante.
Il fattore più importante è l’intenzione (o il perché che sta dietro alle nostre scelte e azioni): l’attaccamento sicuro dipende dall’impegno che si mette in un certo tipo di relazione. Dipende dalla reattività, dalla sintonizzazione emotiva e dall’amore incondizionato.
Nonostante le B del Bambino e gli Otto Principi dell’Attaccamento siano strumenti incredibilmente utili per fare il genitore creando un attaccamento sicuro e benessere mentale, è importante ricordare che la filosofia della genitorialità dell’attaccamento e l’intenzione di crescere i propri figli creando un attaccamento sicuro non sono la stessa cosa.

Qual è il fattore che più influenza lo sviluppo di un attaccamento sicuro?

La maggiore influenza sulla qualità della relazione di attaccamento è data dalla sensibilità di chi cura il bambino; da come ci “sintonizziamo” con i nostri bambini, con quanta accuratezza capiamo i loro bisogni, quanto velocemente rispondiamo a quei bisogni e, principalmente, quanta voglia abbiamo di metterci sullo stesso piano dei nostri bambini.

Può mio figlio sviluppare un attaccamento sicuro se io non ne ho avuto uno?

La ricerca mostra che la storia si ripete a meno che non si attui consapevolmente un cambiamento.
I ricercatori hanno capito di poter predire con il 90% di certezza lo stile di attaccamento dei bambini di donne incinta, basandosi sull’attaccamento che hanno avuto le neomamme.
Il 40% degli adulti non ha un attaccamento sicuro con i propri genitori, ma ha sviluppato una forma di attaccamento insicuro.
Ecco la buona notizia, i dottori Dan Siegel e Tina Payne Bryson sostengono che «la storia non corrisponde al destino quando si parla di attaccamento. Il miglior indicatore per capire quanto un genitore sarà in grado di fornire un attaccamento sicuro a suo figlio non è se ne ha instaurato uno con i suoi genitori, ma piuttosto il fatto che abbiano riflettuto sulle loro esperienze di attaccamento crescendo con i propri genitori e che le abbiano interiorizzate».
È quindi tempo di scegliere consapevolmente la storia della nostra famiglia, di creare le condizioni per i nostri figli di sviluppare un attaccamento sicuro, sia che l’abbiamo provato noi stessi o meno. E ci sono notizie ancora migliori: non è mai troppo tardi per riscrivere le nostre storie, per cambiare il nostro stile di attaccamento, per renderlo più sicuro.

Devo essere un genitore “perfetto” affinché mio figlio sviluppi un attaccamento sicuro?

Assolutamente no!
Crescere i propri figli utilizzando l’attaccamento lascia parecchio spazio di manovra! È una ricerca molto indulgente verso i nostri pasticci e le cose che vorremmo rifare meglio.
Donald Winnicott, pediatra e sostenitore della terapia genitore-bambino, nel 1953 ha coniato il termine “madre sufficientemente buona” dopo aver osservato migliaia di bambini e le loro madri. Si è reso conto che i neonati e i bambini in realtà traggono beneficio quando le loro madri li deludono in modo gestibile ed è giunto alla conclusione che i genitori rispondono ai loro bambini circa il 70% delle volte. Successivamente, il dottor Ed Tronick rilevò che i genitori e i neonati sono sintonizzati solo tra il 20% e il 30% delle volte.
Perciò, quando non riusciamo a far bene una cosa la prima volta, ripariamo all’errore e troviamo una sintonizzazione.
Il genitore perfetto non esiste. Ma in natura esistono sistemi perfetti ed è proprio questo che crescere i nostri figli tramite l’attaccamento ci fornisce: un sistema perfetto che si basa sull’idea che siamo esseri umani imperfetti.
Quando rompiamo la connessione con i nostri figli (quando urliamo, perdiamo il controllo o facciamo qualche sbaglio) possiamo porvi rimedio. Ci sono tantissime opportunità nel potere di rottura e riparazione all’interno delle relazioni: insegna ai bambini che le relazioni possono essere confusionarie e che si accetta l’intero spettro delle emozioni umane.
Essere un “genitore sufficientemente buono” significa essere reali e aperti alla connessione con i nostri figli e un genitore sufficientemente buono può comunque raggiungere un attaccamento sicuro.

Più chi accudisce il bambino è sensibile ai suoi bisogni, più la relazione del bambino con quella persona sarà sicura.
Rachel Samson

Come posso assicurarmi che mio figlio sviluppi un attaccamento sicuro?

Sono molto interessata a questo argomento e credo che fare i genitori cercando di creare un attaccamento non sia solo quello di cui hanno bisogno i nostri figli, ma anche quello di cui abbiamo bisogno noi come adulti.
La costruzione di un attaccamento è magica, aiuta le relazioni a scorrere meglio e rende le nostre giornate più facili e armoniose. Un attaccamento sicuro permette ai nostri figli di realizzare a pieno il loro vero potenziale.
Come scrive Deborah MacNamara: «quando i bambini possono darci per scontati, possono lanciarsi in nuovi ambienti di loro creazione. Sono liberi di scoprire nuovi posti, nella consapevolezza che ci sarà sempre una casa in cui ritornare. Abbiamo tutti il bisogno di sentirci ancorati e sono le relazioni che ci tengono in piedi».

I legami intimi con altri esseri umani sono il fulcro attorno cui ruota la vita di una persona, non solo come neonato, bambino o scolaro, ma anche durante l’adolescenza e gli anni della maturità, fino alla vecchiaia. Da questi legami intimi una persona trae forza e piacere dalla vita e, attraverso il contributo che dà questa persona può dare forza e piacere agli altri. Si tratta di argomenti su cui la scienza attuale e la saggezza tradizionale sono una cosa sola.
John Bowlby


Leggi l’articolo originale: Everything You Need to Know About Secure Attachment

Traduzione di Emanuela Gallo
Revisione di Francesca Pamina Ros

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