L’Accademia Americana di Pediatria ha appena pubblicato le nuove linee guida sul sonno sicuro con lo scopo di prevenire qualsiasi tipo di morte improvvisa durante la nanna (SIDS, soffocamento o strangolamento accidentale, traumi) e valide per qualsiasi ambiente in cui il bambino si trovi mentre dorme, sia a casa che fuori casa o in ospedale, in un letto, in un passeggino, in un seggiolino o portato da un adulto.
Mentre molte delle raccomandazioni rimangono identiche a quelle pubblicate nel 2016, i punti principali su cui ci preme riflettere sono quelli relativi al sonno condiviso.
I neonati devono dormire da soli
Nel documento si legge: «Per ridurre il rischio di morte correlata al sonno, si raccomanda che i neonati vengano messi a dormire in posizione supina (sulla schiena) per ogni sonno, da parte di ogni adulto, fino a quando non raggiungono 1 anno di età. La posizione laterale non è sicura e non è consigliata». E ancora: «Si consiglia di far dormire i bambini nella camera dei genitori, vicino al letto dei genitori, ma su una superficie separata, progettata per loro» e che quindi aderisca agli standard di sicurezza federali approvati nel giugno 2021 dalla Commissione per la sicurezza dei prodotti di consumo «idealmente per almeno i primi 6 mesi».
In sostanza: i bambini, stando a queste raccomandazioni, dovrebbero dormire sul dorso, da soli.
Come fare allora con l’allattamento?
Nello stesso documento, l’AAP continua a raccomandare l’allattamento al seno, pratica associata a un minor rischio di SIDS (Sudden Infant Death Syndrome, genericamente tradotta come Sindrome della morte in culla). A meno che non ci siano controindicazioni, infatti, le madri dovrebbero allattare esclusivamente al seno o comunque nutrire il bambino con latte materno (cioè con nessun altro tipo di formula o con integratori a base di latte artificiale) per almeno i primi 6 mesi di vita.
Le nuove linee guida, però, affermano anche che è consigliabile che i neonati vengono portati nel letto per essere allattati o confortati, ma che poi dovrebbero ritornare nella carrozzina o nella culla quando i genitori sono pronti ad addormentarsi.
Qualsiasi madre che allatta sa però che i bambini tendono ad addormentarsi al seno. Le raccomandazioni appena riportate non solo sembrano contraddittorie, ma potrebbero nella realtà diventare anche impraticabili, scoraggiando i genitori che cercano di fare del loro meglio per la salute del figlio appena nato, e portando addirittura la mamma e il bambino al fallimento dell’allattamento al seno, magari iniziato con fatica.
L’allattamento al seno e il sonno condiviso sono strettamente legati fra loro, tanto che si parla di breastsleeping, ma affinché funzionino è necessario fornire delle linee guida per un cospleeping sicuro a tutti i genitori e a tutti coloro che si prendono cura dei bambini, certo non terrorizzarli!
Pratiche pericolose di cosleeping
Va da sé che esistano delle condizioni imprescindibili che devono essere conosciute affinché il sonno condiviso sia sicuro. Ve ne riportiamo alcune, ma potete approfondirle leggendo questo articolo o nel libro Di notte con tuo figlio di James J. McKenna, probabilmente il massimo esperto mondiale sull’argomento.
Sulla base della letteratura scientifica e del consenso di esperti sul tema, sono state identificate alcune pratiche potenzialmente non sicure collegate alla condivisione del letto e al dormire insieme:
- fumare o aver fumato in gravidanza
- essere obesi
- condividere sofà, poltrone e divani con il bambino
- condividere materassi ad acqua o materassi fatti in materiale soffice
- condividere un letto con spazi adiacenti in cui il bambino potrebbe rimanere incastrato
- mettere il bambino a dormire nel letto dell’adulto nella posizione prona o sul lato
- usare sostanze alcoliche o droghe che alterano i sensi da parte dell’adulto che condivide il letto
- condividere il letto con altri bambini o animali domestici
Di notte con tuo figlio
La condivisione del sonno in famiglia
L’antropologo James J. McKenna descrive i vantaggi del sonno condiviso, riportando le più recenti evidenze scientifiche che ne evidenziato i potenziali benefici.
L’America non è l’Italia
Un’altra considerazione da tenere a mente è che i numeri e le statistiche a proposito del rischio di SIDS sono molto diversi in base al luogo e alla cultura su cui è stata effettuata la ricerca. Gli studi hanno infatti indicato che fattori come bassa posizione socioeconomica, disoccupazione, instabilità abitativa e violenza domestica sono associati a una maggiore prevalenza di fattori di rischio noti per morte improvvisa e inaspettata nell’infanzia.
Di conseguenza, anche le raccomandazioni a riguardo dovrebbero tener conto del contesto sociale e culturale a cui si rivolgono. Il cosleeping in Italia, per quanto come popolazione apparteniamo alla cultura cosiddetta “occidentale”, avrà condizioni diverse da quelle che possono attuarsi negli Stati Uniti, da cui le linee guida provengono.
Il sonno condiviso agevola il legame di attaccamento tra il bambino e chi si prende cura di lui e facilita l’allattamento al seno. Certo, esistono fattori di rischio che necessitano di essere analizzati e valutati nello specifico, in base alla situazione di ogni famiglia, ma quello che vorremmo gridare a gran voce è che dormire insieme nel lettone è ancora sicuro!
Se avete scelto intenzionalmente di condividere il letto e avete creato un ambiente sicuro per farlo, se siete genitori che si aggiornano continuamente sul tema e, soprattutto, siete in una condizione fisiologica, non fumatori, in salute, con un bambino sano allattato, continuate a seguire il vostro istinto e a praticare il cosleeping!
di Anita Molino
Editrice Il Leone Verde.