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Maria Montessori e il bambino “costruttore dell’umanità”

A pochi mesi dall’uscita di Lezioni dall’India 1939, Fiorella Bonsi, maestra di Casa dei Bambini e educatrice Montessori specializzata per la fascia 0-3, offre qualche spunto per offrire al bambino “occasioni di bellezza” partendo proprio dalle parole della grande pedagogista.

Lezioni dall’India 1939

«Sono qui alla fine del mio corso e ancora potremmo dire che dobbiamo parlare di tutto! Quindi la fine di questo corso assomiglia alla fine di una piega di un libro che deve ancora essere letto».

Maria Montessori

Queste parole di Maria Montessori accompagnano la chiusura del suo corso a Madras, di cui abbiamo ora l’onore di averne traccia nel volume Lezioni dall’India 1939. Lo sviluppo creativo del bambino.
Penso al giro che hanno fatto le sue parole: Maria Montessori teneva le sue lezioni in italiano e Mario Montessori le traduceva simultaneamente in inglese, per poi sistemarle durante la notte per gli studenti e le studentesse. E ora eccole, tornate a noi, di nuovo nella lingua in cui il pensiero così illuminante di Maria Montessori è stato concepito e sviluppato! Lingua che è, utilizzando le sue parole, il patrimonio spirituale di un gruppo di persone molto evolute, intendendo il linguaggio come l’evoluzione del pensiero di quel gruppo attraverso i secoli.
Mentre chiudo il libro, arrivata all’ultima pagina di questo viaggio spirituale e pedagogico in cui la pedagogista ci accompagna con le sue parole, sento una profonda gratitudine per avere in qualche modo partecipato al suo corso. Ormai siamo abituati a partecipare a corsi online, in differita o in modalità sincrona, ma leggere le sue parole oggi, contestualizzandole nell’India del 1939 e a 32 anni dall’apertura della prima Casa dei Bambini, dopo molti viaggi di formazione a livello internazionale, mi fa percepire la sua opera in modo ancora più prezioso.
Un filo rosso collega tutte le sue lezioni: al centro c’è sempre il bambino, che Maria Montessori guarda con amore, quell’amore che ci dà una conoscenza profonda delle persone che amiamo e una stretta relazione spirituale con loro. Nei dieci anni passati in India, Maria Montessori nutrirà e approfondirà il suo pensiero spirituale e l’educazione cosmica, ma già nelle lezioni che dona ai suoi studenti e alle sue studentesse le sue parole e la sua dedizione all’infanzia sono intrise di spiritualità.

Un metodo pervaso di spiritualità

Il suo metodo è pervaso di spiritualità perché deriva dal suo sguardo sul bambino, a cui attribuisce un ruolo molto importante nella formazione dell’umanità, da cui dipende tutto. Per Maria Montessori il bambino è il costruttore dell’umanità: lo sguardo poetico che posa su di lui si può ritrovare nella spesso citata frase “Il bambino è il Padre dell’uomo”, che fa riferimento a una poesia dello scrittore inglese William Wordsworth. Il bambino che Maria Montessori ama profondamente è un embrione spirituale che porta avanti questo lavoro di costruzione: forma la potenza dell’intelligenza umana e l’anima dell’uomo nel corpo fisico, ha dentro di sé un disegno, un progetto che è chiamato a realizzare. È un bambino esploratore della natura e dell’ambiente che lo circonda, è un recensore del suo ambiente; il bambino è uno studente del mondo; è un grande lavoratore e un custode della lingua, che abbiamo visto essere patrimonio spirituale. È un bambino che vuole e ha bisogno di lavorare in un ambiente predisposto con cura per il suo sviluppo fisico (attraverso il movimento e i sensi), psichico e spirituale. È un bambino che vuole essere aiutato a fare da solo. Ed ecco un grande monito di Maria Montessori su questo concetto: ogni aiuto non necessario è nocivo per il suo cammino. Ancora una volta è il bambino stesso a darci l’esempio, basta osservarlo quando presta aiuto agli altri: lo fa solo quando ce n’è davvero bisogno e sa istintivamente quando dare una mano e quando evitarlo. Il bambino cerca il nuovo, è curioso, e l’adulto è chiamato a offrirgli il mondo, e non nel senso di sovrabbondanza di beni materiali.

Il rapporto bambino-famiglia e bambino-insegnante

Maria Montessori parla del rapporto spirituale bambino-famiglia e bambino-insegnante, che porta l’adulto a nutrire fiducia nei suoi confronti e fede verso il suo progetto di vita. È necessario far germogliare il profondo e innato sentimento di libertà e indipendenza dei bambini, farsi umili testimoni della loro immensa capacità di autosviluppo. Il nostro compito di adulti è quello di rendere più facile l’enorme lavoro di esplorazione compiuto dal bambino, cercando di preparare un ambiente adatto a lui, e la vita quotidiana ci offre preziose occasioni per farlo in veste di insegnanti, genitori o famiglia. Se ci dessimo la possibilità di osservare il bambino con amore e umiltà, riusciremmo a comprendere veramente il pensiero di Maria Montessori e le sue preziose parole: potremmo così offrire al bambino ciò di cui ha bisogno, ovunque si trovi (a scuola, a casa, in natura, per strada…), senza gabbie mentali e pregiudizi.

Esplorazione dell’ambiente attraverso i 5 sensi

Il bambino, sin dalla nascita (anzi, sin dal suo concepimento), è in movimento ed è “sensoriale”: conosce e cresce attraverso i sensi, tanto che Maria Montessori definisce la mano come l’organo dell’intelligenza. A noi adulti spetta il compito di permettere al bambino di esplorare il mondo e l’ambiente attraverso il tatto, l’udito, il gusto, l’olfatto, la vista, ricordandoci della sua dimensione fisica, psichica e spirituale.
Che dono meraviglioso possiamo offrire ai bambini dando loro l’opportunità di ascoltare e stare in silenzio (anche attraverso il gioco), di muoversi con lentezza, di sussurrare, di concedersi il tempo di contemplare la natura, seguendo la direzione di una formica o di una lumaca che si spostano sulla terra e vanno per la loro strada!
Dobbiamo ricordarci di ringraziare la natura per il cibo di cui ci nutriamo, ricordandoci che dipendiamo dalla natura superiore in modo assoluto, e che tutto ciò che abbiamo e che usiamo arriva dallo sforzo e dalla fatica di centinaia di persone che non conosciamo. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che viviamo perché altri esseri umani ci permettono di vivere.
Elevare e condividere con il bambino i nostri pensieri è fonte di nutrimento per entrambe le parti. Abbiamo la possibilità donare occasioni di bellezza ovunque ci troviamo: proprio noi adulti ne siamo responsabili, in quanto la bellezza apre al sacro, nutre la nostra spiritualità e quella dei bambini e delle bambine. Una bellezza che, ancora una volta, si può esperire attraverso i cinque sensi.

Come offrire “occasioni di bellezza”

  • Si possono offrire al bambino immagini reali del mondo animale e vegetale o degli oggetti a lui noti.
  • Possiamo organizzare gli spazi della nostra casa con armonia, pensandola abitata non solo da noi adulti ma anche dai nostri bambini e dalle nostre bambine. L’ordine, la cura e la pulizia degli spazi, la scelta di oggetti prodotti con materiali naturali, l’utilizzo di colori tenui, una quantità limitata di giochi e attività a disposizione aiuteranno il bambino a sentirsi bene proprio grazie alla bellezza che toccherà con mano, che annuserà, che vedrà farsi viva nei suoi occhi.
  • Opere d’arte, immagini reali, fotografie possono essere appese all’altezza del bambino, il quale potrà godere della loro bellezza e nutrire il seme dentro di sé. Ricordiamoci che la bellezza è un bisogno primario di ciascuno di noi, siamo in continua ricerca e tensione verso di essa!
  • Offrire un linguaggio abitato da bellezza significa anche guardare al bambino con dignità: il bambino ha fame di parole nuove, vuole scoprire il mondo e trasformarlo, e il linguaggio è il patrimonio culturale e spirituale più efficace per poterlo fare! Il bambino ama le parole autentiche, non c’è alcun bisogno di storpiarle con vezzeggiativi o nomignoli. Sin dai primi mesi il bambino guarda le nostre labbra affamato di parole, desideroso di assorbirle come una spugna e iniziare a riprodurle.
  • Portare l’attenzione al linguaggio significa anche scegliere la gentilezza come modalità comunicativa, un tono basso e pacato all’occorrenza, un linguaggio pulito e rispettoso, soprattutto in presenza del bambino. Maria Montessori ci ricorda quanto il bambino sia sensibile al giudizio dell’adulto e ai commenti e ai racconti di quanto fatto da lui, solitamente in termini negativi, in sua presenza. Il bambino ci ascolta e comprende quanto diciamo, sin dai primi mesi, e dovremmo tenerlo a mente quando vogliamo interagire con altri adulti attorno a noi, che siano i nonni, le educatrici, gli amici di famiglia, la babysitter…
  • Esporlo a musica di diverso genere significa offrire al bambino un ulteriore canale di accesso alla bellezza e creatività.

Prendersi cura dell’ambiente e offrire il bello al bambino è qualcosa che rende migliore anche l’adulto, in questa crescita reciproca e universale: l’adulto deve capire che non è lui il creatore del bambino, ma che è l’umile servitore di questa meravigliosa espressione di vita. Deve cercare di suscitare in sé questo atteggiamento di umiltà, che in fondo è un atteggiamento di amore verso il bambino. In questa condizione, in cui l’adulto lascia libero il bambino facilitandone il compito e proteggendolo, possiamo vedere i semi della pace che vengono sparsi per il mondo.

Buon viaggio, in queste pagine!


di Fiorella Bonsi
Maestra di Casa dei Bambini, educatrice Montessori specializzata per la fascia 0-3 e Outdoor Education, con formazione in Educazione e psicologia prenatale.

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