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Scegliere l’homeschooling oggi

L’homeschooling (istruzione parentale) è uno dei modi legali di istruire ed educare i propri figli senza far ricorso alla scuola, una modalità prevista dal sistema nazionale dell’istruzione: è garantita dalla Costituzione e regolamentata da diverse leggi nazionali. Ce ne parla Nunzia Vezzola, docente e socia fondatrice di LAIF.

Perché fare homeschooling

I motivi possono essere di varia natura. Potreste prendere in considerazione questa opportunità se siete convinti che i vostri figli abbiano diritto a un’istruzione e a un’educazione che tenga conto delle loro caratteristiche come individui e delle vostre peculiarità come famiglia. In altre parole, se volete prendere in considerazione i punti di forza e le attitudini dei vostri figli, le loro aspirazioni e paure, le fragilità, i vostri principi e valori come genitori, lo stile di vita della vostra famiglia.
L’homeschooling può fare per voi se state bene con i vostri figli e vi piace accompagnarli nella loro crescita, se vi sorride l’idea che il bambino/ragazzo debba essere il soggetto proattivo del proprio percorso di apprendimento, vissuto in autonomia, piuttosto che l’oggetto di un’istruzione impartita dall’esterno. È una scelta opportuna se siete convinti che lo studio debba scaturire da un bisogno innato di conoscenza, e non diventi un dovere imposto; che l’apprendimento, anzi, debba rispettare i ritmi del bambino/ragazzo e le sue dinamiche di interazione con il mondo esterno. E anche se conoscete l’efficacia di un apprendimento vissuto in modo naturale, secondo le leggi biologiche che regolano la crescita delle giovani persone: uno stile di apprendimento come scoperta del mondo, che porta gratificazione, che fortifica l’autostima, che sviluppa l’autonomia, quello che ti fa spalancare gli occhi e gridare: “Wow!” e poi diventa parte di te (e non richiede un ripasso il giorno prima dell’esame).
Oppure, potrete valutare l’homeschooling se i vostri figli mostrano segnali di disagio a scuola, nella relazione con i compagni di classe o con i docenti, nella gestione dello stress e degli impegni: allora dovrete chiedervi se quella è veramente la strada giusta per loro. È comunque opportuno valutare questa scelta se la condizione ambientale che si genera nel sistema scuola/famiglia non si connota per equilibrio e virtuosità.

Come si fa a fare homeschooling?

All’origine del concetto di “istruzione parentale” sta l’idea che il processo di apprendimento avvenga con il sostegno dei parentes (genitori, in latino), cioè che siano essi ad accompagnare il fanciullo durante tutto il suo percorso di crescita. È così per natura, è una delle leggi biologiche fondamentali della nostra natura umana: la famiglia ha un ruolo centrale, che non può essere esternalizzato. È un’esigenza primaria del giovane che cresce, della famiglia che si vuole in armonia, e anche del genitore che ama stare con la propria figlia o il proprio figlio. A tal proposito, suggerisco la lettura di questo libro meraviglioso, che è “I vostri figli hanno bisogno di voi” (titolo originale: Hold On to Your Kids: Why Parents Need to Matter More Than Peers), scritto da un medico e da uno psicologo e psicoterapeuta canadesi: gli autori mettono in guardia dai rischi derivanti dalla sostituzione delle figure genitoriali mediante quelle dei pari.

Cosa serve per fare homeschooling?

Per fare homeschooling, di per sé, servono tanta fiducia, molta consapevolezza, un pizzico di fantasia e una buona dose di ascolto:

  • fiducia nel bisogno di apprendere del proprio figlio e nella sua capacità di imparare secondo i propri talenti e le proprie aspirazioni;
  • consapevolezza dei propri diritti e doveri in qualità di genitore homeschooler, dei rischi e delle opportunità, conoscenza dei riferimenti culturali, pedagogici, normativi; da cui scaturisce poi un atteggiamento di cittadinanza equilibrato e attivo;
  • fantasia e immaginazione per trovare le soluzioni di volta in volta più adeguate, spirito d’iniziativa per offrire con creatività occasioni di incontri e di apprendimento;
  • ascolto dei vostri figli, dei loro bisogni e delle loro aspirazioni, con l’obiettivo di assecondare e sostenere al massimo il processo di crescita; empatia anche rispetto alla famiglia e agli altri suoi componenti, per armonizzare le varie esigenze.

Contrariamente a quello che molti pensano, per fare homeschooling non sono richiesti né un titolo di studio, né un reddito elevato. Piuttosto, serve la disponibilità ad ascoltare e a mettersi in gioco come persona e come genitore. Serve la capacità di guardare oltre, di uscire dagli schemi della scolarizzazione, di porsi delle domande:

  • Quali sono i motivi veri per cui ho scelto l’homeschooling? Quale tipo di approccio mi risuona di più, la scuola a casa, l’apprendimento libero o un approccio misto?
  • Cosa mi aspetto da questa scelta?         
  • Cosa desidero per i miei figli?
  • Cosa desiderano i miei figli? Quali sono le loro necessità, sia personali, sia di sviluppo delle competenze-chiave?

Dovrete insegnare?

Tranquilli! Non è necessario insegnare, e nemmeno affidarsi all’insegnamento di qualcun altro: è sufficiente accompagnare il bambino/ragazzo nel suo desiderio di imparare, senza forzature, senza aspettative, senza proporre o imporre il proprio punto di vista. Tutti gli esseri umani vengono al mondo con il bisogno innato di apprendere e con la necessità di adeguarsi al gruppo umano di cui fanno parte: è così che i piccolissimi imparano la loro prima lingua, quella materna, per imitazione. Così abbiamo imparato tutti a sorridere e a relazionarci con gli altri esseri intorno a noi. Abbiamo imparato a camminare per tentativi ed errori, spinti dall’esigenza di autonomia e dalla volontà di “fare come i grandi”!
Allo stesso modo si possono imparare tante altre cose: un bambino può avvicinarsi alla lettura/scrittura perché si trova in un ambiente in cui la gente normalmente legge/scrive. O sarà incuriosito dalla matematica vedendo che intorno a lui tanti hanno l’abitudine di fare calcoli (scritti o ad alta voce), o di prendere le misure. Il vostro compito come genitori è quindi quello di offrire ai vostri figli ambienti sociali ricchi di occasioni di apprendimento, non quello di insegnare. Sì, dovrete rispondere alle loro domande in modo pertinente, dando le informazioni sufficienti e necessarie. E se non saprete rispondere, potrete chiedere aiuto a qualcuno o ricercare nei libri o nel web insieme a loro; oggi, tanto sapere è disponibile come non mai. L’atteggiamento veramente richiesto per l’apprendimento in famiglia non è tanto quello dell’insegnante, quanto piuttosto quello della fiducia. Se avrete dei dubbi durante il percorso, l’associazione LAIF sarà al vostro fianco.

Volete affidare parte dell’istruzione dei vostri figli a qualcuno di tua fiducia?

Perché si resti nell’ambito di un percorso veramente parentale, è opportuno che questa delega sia il più possibile circoscritta: ad alcuni ambiti del sapere (materie) ad esempio, a poche ore la settimana, o ad un periodo molto ristretto dell’anno. Altrimenti si potrà parlare di un’istruzione privata, ma non parentale, perché non avviene più nella sfera dei parentes.
Oggi sono di moda le scuole private. Anche se si chiamano con qualche aggettivo/nome accattivante, se si ammantano di pedagogie alternative, se sostituiscono gli insegnanti con gli educatori o i tutor, con i facilitatori o gli accompagnatori, molte di loro sono davvero simili alla scuola: con un orario di inizio e uno di conclusione delle attività, con delle figure “esperte” di didattica (educatori, tutor, accompagnatori, ecc.), con un luogo definito per le attività, con dei gruppi fissi di “compagni” (genitori assenti dalle attività) all’interno dei quali si sviluppano dinamiche molto simili a quelle dei gruppi-classe. Oppure, propongono la DAD a pagamento.
I ragazzi che fanno apprendimento in famiglia frequentano invece luoghi ogni volta diversi, in momenti raramente uguali, dove incontrano persone sempre nuove e dove costruiscono delle relazioni complesse, in cui il ruolo può essere molto diverso in ciascuna occasione.
Come genitori, avete il dovere di scegliere l’approccio con consapevolezza e cognizione di causa.

Vi fanno paura gli esami?

L’apprendimento autoguidato/naturale è di gran lunga il più efficace, fruibile e duraturo, molto più di quello che scaturisce da un approccio docente-discente. Certo, richiede dei tempi lunghi, ma è esattamente quanto previsto dalle Indicazioni nazionali per il curriculum (DECRETO 16 novembre 2012, n. 254): “l’intero quinquennio della scuola primaria e l’intero triennio della scuola secondaria di primo grado”.
Naturalmente, è necessario che conosciate bene e teniate d’occhio sia le Indicazioni nazionali (per il primo o per il secondo ciclo), sia le competenze-chiave delle Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea. In questo campo, sono questi due documenti che rappresentano il quadro entro il quale si può e si deve sviluppare l’autonomia e la libertà di insegnamento/apprendimento.

Avete scelto l’homeschooling a settembre: cosa dovete fare?

Sul piano amministrativo

Mi vengono in mente due casistiche principali, che dipendono dal tipo di informazione che è stata trasmessa al sistema dell’istruzione nel gennaio scorso.
Se a gennaio avete inviato la comunicazione di istruzione parentale e se adesso volete confermare la vostra scelta, non dovete fare assolutamente nulla.
Se invece a gennaio avete fatto l’iscrizione a scuola e adesso avete cambiato idea e desiderate intraprendere il cammino dell’istruzione parentale (homeschooling), allora dovete inviare la comunicazione di istruzione parentale al dirigente del territorio di residenza (meglio se anche al Sindaco del Comune di residenza) e chiedere il ritiro da scuola.
Vi suggerisco la visione di questo breve video.

Sul piano relazionale e pedagogico-culturale

Una volta che avete adempiuto a questa semplice formalità amministrativa, potete prendere contatto con gruppi locali e/o virtuali, consultare il tanto materiale informativo disponibile, ad esempio su youtube, oppure leggere esperienze, condivisioni, riflessioni e molto altro ancora sul sito www.laifitalia.it, che è ben fornito di materiale di qualità e dove potete trovare anche una ricca bibliografia e sitografia, per approfondire l’homeschooling e tematiche di pedagogia, sociologia, didattica. Per l’organizzazione dell’istruzione parentale consiglio questo video, in particolare.
Dovrete anche cominciare a masticare la normativa che regola l’istruzione parentale  ed acquisire una buona conoscenza dei diritti e doveri come genitore di un ragazzino in homeschooling.
Questo piccolo sforzo iniziale vi aiuterà ad essere più tranquilli e sicuri della vostra posizione amministrativa, potrà facilmente contribuire ad evitare dei fastidi in futuro, vi renderà più forti nella dialettica con le istituzioni (scuola e/o comune, in primis) e vi permetterà di sviluppare una cittadinanza consapevole e attiva. Di riflesso, ci sarà una ricaduta positiva sui vostri figli, che potranno respirare una situazione di serenità intorno all’homeschooling e che si nutriranno di educazione civica vissuta.
Ma soprattutto, all’inizio del percorso, suggerisco di fare due cose: concentrarvi sui vostri figli e sulla vostra famiglia e di mettere a fuoco le loro caratteristiche, per pensare ad un percorso che sia veramente calzante per tutti; prendervi un periodo bello lungo di deschooling, di abbandono di una mentalità scolastica o didattica, per assumere un atteggiamento di fiducia nel percorso che i vostri figli intraprenderanno appena avranno lasciato dietro di sé la “forma” della scuola.
Il fanciullo non è un recipiente da riempire di informazioni o automatismi, ma un essere desideroso di apprendere tutto ciò che per lui vale la pena di essere imparato. In questo processo necessita del vostro supporto incondizionato, libero da aspettative e consapevole che l’orizzonte a cui tendere è quello del pieno sviluppo della persona nella propria dimensione e in quella solidale della comunità.


di Nunzia Vezzola
Autrice, docente di scuola superiore e socia fondatrice di LAIF Associazione Istruzione Famigliare

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