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Come allattare al seno: la pratica dell’allattamento istintuale

Alle mamme viene detto spesso che l’allattamento è una cosa naturale, che si fa da secoli, connaturata all’essere mammiferi, eppure le indicazioni che quotidianamente arrivano dagli operatori ai genitori in merito a questa pratica sono davvero tantissime, a volte contrastanti. In questo articolo Nicoletta Bressan, educatrice perinatale, vi propone un’alternativa: il Biological Nurturing o allattamento istintuale.

Il Biological Nurturing o allattamento istintuale

Quando si tratta di allattamento, alle mamme vengono insegnate posizioni e modalità “giuste” per attaccare al seno il proprio bimbo: si spiega dettagliatamente come il nasino debba essere all’altezza del capezzolo, come il bimbo debba aprire la bocca e prendere una buona porzione dell’areola, il suo labbro inferiore debba essere rovesciato all’infuori…
Io stessa sono tra questi operatori e ho insegnato queste manovre, ma ammetto di essere stata rapita da una pratica abbastanza recente, supportata da svariate ricerche (continuamente aggiornate) e che ho già proposto molte volte con successo alle mamme con difficoltà di avvio dell’allattamento.
Si chiama Biological Nurturing o Instinctual Breastfeeding (in italiano “allattamento istintuale”) ed è stata diffusa da Suzanne Colson all’inizio degli anni 2000. La ricercatrice ha studiato i riflessi arcaici del bambino in relazione all’allattamento, più specificamente a un allattamento istintuale, che gli permetta di “fare da sé”, mentre la mamma semplicemente attende in posizione semireclinata.  Ma vediamo qui di seguito alcuni dei punti più importanti del Biological Nurturing.

La posizione della mamma

Per praticare Biological Nurturing la madre dovrebbe semplicemente trovare una posizione comoda e offrire al bambino l’accesso al seno, senza restrizioni di sorta. Per “posizione comoda” si intende quella in cui le spalle sono rilassate e non c’è nessuna tensione al collo, tutte le parti del corpo sono supportate, incluso il bacino che può aprirsi e distendersi: è una posizione indolore che può essere sostenuta  per un lungo periodo di tempo e favorire un efficace trasferimento di latte. Spesso questo si traduce in una posizione semireclinata, soprattutto all’inizio dell’allattamento, ma poiché tutti i corpi sono diversi e la comodità della posizione di allattamento si evolve nel tempo, non è necessario definire una posizione specifica che la mamma debba assumere. Il pelle a pelle favorisce l’attacco e migliora l’esperienza, ma non è una condizione indispensabile per effettuare il Biological Nurturing.

La posizione del bambino

Il bambino dovrebbe trovarsi con la parte frontale del corpo totalmente in contatto con il corpo materno. In questo modo, poiché l’areola è rotonda, potenzialmente c’è un’infinità di posizioni che il bambino può assumere, disponendosi a 360° intorno all’areola (basta che la testa rimanga sempre più in alto rispetto al resto del corpo per favorire la discesa del latte nel pancino): può stare orizzontale, verticale, obliquo, trasverso rispetto al seno della mamma, andando a posizionarsi come preferisce e drenando via via aree differenti della mammella, implementando anche il benessere materno e limitando il rischio di ingorghi.
La libertà di posizione aiuta tutte quelle mamme che hanno recentemente vissuto un cesareo e anche i bimbi che hanno dolori alla mandibola (conseguenti al parto) o frenulo corto o problemi di attacco a posizionarsi nella modalità più comoda e indolore per loro, limitando il rifiuto del seno e gli episodi di attacco-stacco continui.

La ricerca spontanea del seno

Il bambino viene posizionato vicino al seno materno, ma non è necessario che il suo nasino sia allineato al capezzolo o che egli venga sollecitato ad aprire la bocca: la maggior parte dei bambini ricerca spontaneamente il capezzolo, spostando la testa e il mento, attivando un comportamento di esplorazione, aiutandosi con la scalata dei piedini o con il movimento delle manine per arrivare ad attaccarsi al seno naturalmente, senza che sia la madre a dover intervenire nella fase di attacco. I bambini sani e nati a termine dispongono di un set di riflessi che li rende totalmente competenti nel raggiungere il capezzolo e attaccarcisi quando non ci sono intromissioni o ostacoli.

I riflessi istintivi del bambino

Albrecht Peiper, un fisico tedesco considerato il padre della neurologia infantile, negli anni ’60 evidenziava come solo gli esseri umani allattano i piccoli in posizione a culla con la madre che sorregge la schiena del bambino, cosa sconosciuta in altre specie (posizione tra l’altro socialmente considerata più accettabile dagli anni ’50 secondo le indicazioni dei medici del periodo, unitamente a quella della madre sdraiata sul fianco).
Suzanne Colson sottolinea come il bambino, posizionato sul corpo della mamma semireclinata, si trova immediatamente con tutto l’addome a contatto con il suo corpo, attivando in maniera più competente tutti i riflessi funzionali al raggiungimento del capezzolo e alla suzione, senza che debba essere sostenuto o avvicinato al seno attraverso una pressione dietro al collo o alla testa. La gravità sembra aiutare a rendere i riflessi più coordinati, agevolando l’attacco e promuovendo un miglior trasferimento di latte. Non resta che provare!


di Nicoletta Bressan
Educatrice perinatale e insegnante di massaggio infantile AIMI.


Bibliografia

S. Colson, Maternal breastfeeding positions: Have we got it right? in AA.VV., The Practicing Midwife, Volume 8 number 11, All4Holdings Limited, 2005
S. Colson, Biological Nurturing: Instinctual Breastfeeding, Pinter & Martin, London, 2019

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